OLIVIA
Rimango in silenzio.
Non so cosa dire,
Sono pietrificata.
Sono scossa.
Mi sento di nuovo vuota.
Quell' immensa voragine si riapre dentro di me.
Se sapere che la mia migliore amica potrebbe andarsene via da un momento all'altro potrebbe andarsene è straziante vivere con la consapevolezza che potrebbe essere uccisa da un momento all'altro mi distrugge completamente.
Non parlo.
Non piango.
Non rido.
Sono semplicemente vuota.
Di nuovo quella voce assordante nella mia testa.
È colpa tua.
È tutta colpa tua.
Continua a sorridere.
Tanto lo sai che dentro stai morendo.
Pezzettino per pezzettino.
Ti stai distruggendo.
E questo risuona nella mia mente di continuo.
Fuori resto in silenzio.
Lo stesso silenzio in cui decido di rimanere quando Penelope sbatte la porta e se ne va.
Guardo il vuoto di fronte a me.
Quasi mi specchio in esso.
Il vuoto, il vuoto può far paura, può incantare, può costruire e può distruggere, il vuoto è indifferenza, il vuoto è dolore, il vuoto è semplicemente vuoto.
Nel frattempo attorno c'è tantissimo silenzio, si sente solo il ticchettio dell'orologio a pendolo e, quasi per spezzare questo deleterio silenzio, scoppio in un pianto liberatorio. Sono esausta.
Vorrei solo riuscire a fare finta che tutta la valanga dei miei problemi non esistesse.
Piango fino a che non esaurisco le lacrime.
Continuo a rimanere in silenzio e, ad un certo punto, sento la porta della mia stanza aprirsi.
Chi vedo è una delle ultime persone che vorrei avere di fronte.
Mio padre.
Non so cosa ci faccia qui dato che non mi cerca mai, rimane qualche secondo in silenzio fino a che non apre bocca.
<<Dobbiamo andare a trovare tuo zio>>
Mi dice.
E sinceramente credo che non ci sia notizia peggiore di questa.
Un'alta notizia di merda in questa giornata di merda.
Penso.
Mio zio è una persona spregevole, la persona più schifosa che ha abbia mai conosciuto.
Ha dei comportamenti da saccente e non fa altro che trovare difetti in ognuno, persino nella perfezione.
Quando era più piccola passavo intere giornate con lui, venivo sempre trattata malissimo eppure credevo che fosse giusto.
Olivia non mangiare così tanto, non vedi quanto sei grassa.
Olivia non venire da me struccata, sei troppo brutta così.
Olivia rimani zitta non parlare, è meglio.
E io sopportavo, sopportavo fino a quando, qualche anno fa, non ha raggiunto il limite.
Ero andata a trovarlo una sera ma, quella stessa sera, aveva una cena di lavoro.
Ha preferito farmi passare delle ore infernali piuttosto che stare con lui.
Chiusa in una stanza buia.
Da sola.
Per ore ed ore.
Ore interminabili, che non sembravano avere una fine.
Mi faresti fare solo una brutta figura.
Stai qua che è meglio.
È stata la sua scusa.
Da quel giorno non lo ho più visto.
Mi sono rifiutata.
Sapere di doverlo rincontrare mi mette i brividi.
<<No> dico improvvisamente.
<<Non voglio>> Continuo.
Mi pento di aver parlato subito dopo aver aperto bocca.
Inizio a sentire l'ansia salirmi addosso, nell'attesa di una sua reazione.
Mio padre fa un respiro profondo e poi decide di rispondermi.
<<Non puoi dire di no>> Mi dice.
Decido di reagire, non ho la minima intenzione di accettare una cosa del genere.
Mi alzo di scatto dalla sedia e me ne vado.
Mi chiudo in bagno per un po' e quel momento mi ritorna in mente.Qualche anno prima....
Din don.
Suono il campanello e aspetto che mio zio mi apra la porta.
Mi piace andare da lui.
Perché?
Per migliorare.
Quando vado da lui infatti ricevo molte critiche costruttive e, giorno per giorno, divento sempre una persona migliore.
Passa qualche minuto e di mio zio non c'è traccia.
Continuo a guardare la porta fino a che non decido di bussare di nuovo e , sta volta, mio zio arriva subito.
Appena mi vede la sua espressione cambia drasticamente.
<<Ciao zio sono venuta da te per sta sera>> Dico tutta sorridente.
Mio zio fa un sorriso forzato e mi fa entrare.
<<Oggi ho una cena di lavoro>>
Mi dice.
<<Quindi non posso stare con te>>
Sono delusa.
Volevo passare del tempo con lui. Eppure rimango in silenzio senza dire, limitandomi ad annuire.
Poi continua a parlare.
<<Potresti cenare con me ma mi faresti fare solo una brutta figura.
Mangeresti troppo, diresti cose senza senso. Potrei farti una lista lunghissima ma non ho tempo da perdere.>> Mi dice con crudeltà.
<<Vieni>> Mi dice e poi indica il corridoio della sua enorme casa.
Lo seguo in silenzio e inizio a tremare come una foglia.
Dopo qualche minuto di cammino mi indica una stanza stretta e buia.
<<Entra>> Mi ordina.
Entro e mi guardo attorno.
Lo spazio attorno a me è piccolissimo, scuro ed incute terrore.
Non ha neanche una finestra, sola un piccolo spiraglio da cui entra un minimo di aria.
Non vorrà mica...
Sento un rumore metallico e il mio incubo diventa realtà, chiusa qui dentro.
Non so cosa fare.
Comincio ad avere il fiato corto.
Ho paura.
Scoppio in lacrime.
<<AIUTO>> Urlo non sapendo cosa altro fare. Non ho via di fuga, intrappolata, qui dentro.Presente
Olivia.
Quel ricordo mi mette i brividi, è stata una delle cose che più mi ha segnata.
Non voglio rivederlo, rivederlo aprirebbe questa cicatrice che si sta per rimarginare. Rivederlo significherebbe riprovare quelle sensazioni...Resto in bagno seduta su uno sgabello scomodissimo per minuti interminabili fino a che non penso che non posso sempre fuggire dai miei problemi, come sto facendo ora.
Così mi alzo, apro la porta del bagno ed entro in camera mia.
Mi vesto velocemente. Indosso un vestitino azzurro che mi arriva sopra le ginocchia e delle scarpe bianche.
Lego i capelli in una treccia che decoro con un fiocco dello stesso colore del vestito.
Scendo le scale di corsa. Vedo i miei genitori che stanno parlando del più e del meno e, senza pensarci due volte, dico :<<Andiamo>>
Mi guardano straniti, eppure, annuiscono.Entro in carrozza e passo tutto il viaggio a guardare fuori al finestrino.
É una cosa che mi piace moltissimo fare guardare fuori al finestrino mentre la macchina o la carrozza cammina.
Il paesaggio che sembra muoversi accanto a me è qualcosa di bellissimo.
Lo faccio fin da quando ero piccola, guardare fuori dal finestrino e fantasticare.
Ho anche inventato un gioco. Pensare a quei paesaggi come un luogo in cui succede qualcosa, qualsiasi cosa. Sognare, è questo che faccio e facevo.
Sognare è la causa dei miei rari sorrisi.Passo il breve viaggio in macchina e, più ero vicina all'arrivo, più sentivo il peso dentro di me aumentare.
Quasi il mio cuore smette di battere quando la carrozza si ferma.
Siamo arrivati.
Respiro profondamente per scacciare via la tensione.
Un respiro,
Due respiri,
Tre respiri e, non posso dire che la tensione sia sparita, però è diminuita.
Mi guardo attorno, sto per varcare la soglia della porta.
Appena arrivo davanti alla porta i miei genitori mi fanno cenno di bussare alla porta.
Dopo pochi secondi arriva mio zio, vestito con il camice. Egli infatti è un medico di alto prestigio.
Appena mi vede mi guarda con uno sguardo spietato.
<<Olivia che piacere>>
Che enorme piacere....
<<Da quanto è che non ti vedo? Due anni? Sei cresciuta tantissimo>>
<< E ti sei anche decisa di perdere peso, sono piacevolmente sorpreso>>
Lo guardo e preferisco non rispondere.
Poi prosegue:
<<Prego entrate>>
Ci fa accomodare su un divano nero e inizia una attiva discussione a cui io non posso partecipare, ovviamente.
Olivia stai zitta e non parlare che è meglio.
Dopo un po' mio zio mi dice <<Viene con me Olivia, devo farti vedere una cosa>>
Oh no.
Respira Olivia, respira.
Mi fa entrare in una stanza completamente vuota, pareti bianche e solo un lettino medico al centro.
Mio zio mi obbliga a stendermi su esso e , ad un certo, sento una forte puntura al braccio destro.
Poi buio.
Giorni dopo...
Chi sono? Dove sono? Perché dentro di me non sento nulla?
Non ricordo niente.
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foglie d'autunno 🍂
RomanceCi sono dei ricordi, così tanto tristi, da dover essere dimenticati. Ma l'amore , molte volte, viene dimenticato insieme a essi ed Olivia, la futura erede al trono, ne è la prova. Ci sono dei sogni che,secondo alcuni, sono impossibili da raggiunger...