California.

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Chapter One.

Penso che sia proprio quando si presenta l'alternativa, che ti rendi conto di aver fatto la giusta scelta.
Ed io ne sono sicura, trasferirmi al college di Los Angeles è la cosa migliore che potessi fare. Ma nonostante questo, non sono particolarmente contenta, al contrario di mia madre. Sembra davvero felice per me. È una donna forte, a volte troppo testarda e premurosa, ma la ammiro. Da quando mio padre ci ha lasciate si è sempre impegnata per farmi vivere in modo tranquillo. Voglio che tu sia felice, mi disse all'aeroporto, le risposi solo con un sorriso. Per me la felicità è una cosa piuttosto soggettiva, e finora non ho mai trovato qualcosa, o qualcuno, capace di rendermi felice.

La nostra nuova casa, mia e di Hayley, è davvero grande, anche troppo per solo due persone. «È fantastica!» Ha detto lei quando l'ha vista. Forse aveva ragione. Solo non rientra nei miei gusti, abbastanza particolari.

Ho finito di sistemate i bagagli la sera stessa che sono arrivata; non mi piace sprecare tempo, preferisco fare tutto subito, se ne ho la possibilità. Perchè rimandare a domani qualcosa che puoi fare oggi, no?

Avevo già deciso che corsi frequentare prima di partire; la Los Angeles University è un collage prestigioso, voglio fare bella figura. Ma non sono preoccupata per questo, insomma, la mia media al liceo era tra le migliori e sarà così anche al nuovo collage. Il vero problema per me, è il fatto che io e Hay abbiamo solo un corso in comune, e non conosco nessuno oltre lei. Non avevo nemmeno pensato di farmi degli amici, sono sempre stata meglio per conto mio. Sola.

«Mackenzie?» La sento chiamarmi, finisco di velocemente di allacciare le mie converse grigie e afferro lo zaino. È il primo giorno di collage e sono in ritardo. Grandioso.

«Sono le otto, Mackenzie!»

«Sto arrivando, maledizione. Smettila di urlare così tanto, stai amplificando la mia negatività e il nervosismo.»

«Negatività?» Accidenti.

«Beh, è il mio primo giorno di collage, in uno stato lontanissimo dall'Inghilterra, e non conosco nessuno oltre te. Pensa a quante fantastiche figure di merda potrei fare oggi.»

Scoppia a ridere, io sghignazzo. «Caspita, quanta simpatia.»

La ignoro e mi avvio fuori. Per fortuna Hayley ha un'auto, non penso mi sarebbe piaciuta particolarmente l'idea di dover prendere il bus ogni mattina, o ancora peggio andare a piedi. Lei non sembra in ansia nemmeno un po', è così calma, mi chiedo come faccia. «Non dovresti essere ansiosa?» Decido di chiederle, curiosa di sapere la risposta. Non si può avere così tanto autocontrollo in un'occasione del genere.

«Cosa ti fa pensare che io non sia terribilmente in ansia?»

«Non sembra.»

«Invece è così. Solo preferisco non darlo a vedere. Non voglio avere una brutta impressione sui miei nuovi compagni e sembrare una ragazzina vulnerabile. L'ansia può farti diventare vulnerabile.»

«Oh.» Non mi aspettavo una risposta così concreta, e sinceramente ho un po' interpretato le sue parole come un consiglio. Non devo perdere il controllo di me stessa, devo stare calma. Farò sicuramente amicizia e andrà tutto bene, mi ripeto. Ma non lo penso davvero.

«Eccoci qui.» Dice Hayley dopo aver parcheggiato. Ci guardiamo e tiriamo un sospiro prima di scendere dalla sua auto. Guardo l'istituto difronte a me, è molto grande, con tre piani. Il cortile fuori è altrettanto grande. Sposto il mio sguardo sul cancello sulla quale leggo 'Los Angeles University', e sorrido.

Nulla può andarmi male. Sono venuta qui per ricominciare, ed è esattamente quello che farò.

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⏰ Last updated: Aug 17, 2016 ⏰

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Subject 136. → l.h. ☹Where stories live. Discover now