Capitolo 3. La Lezione.

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Oramai erano passati 4 mesi dall'inizio della scuola. Mio padre era nervoso perché non riusciva a trovare una casa che gli piacesse quindi,appena poteva, scaricava tutta la sua frustrazione su di me. Mia nonna mi dava sempre sui nervi, l'unica su cui potevo contare era mia sorella, anche se avevamo 3 anni di differenza con lei riuscivo ad aprirmi. Quasi sempre.
La prima volta che ho provato a fumare sono corsa a dirglielo, e lei ha provato un senso di delusione verso di me. Così non gli ho più detto delle mie esperienze di fumo e alcool.
-Ila, svegliati è ora!-
Cazzo. Devo andare a scuola.
Mi alzo di fretta,mangio una fetta biscottata con un po' di marmellata di fragole, vado a darmi una lavata e in meno di 20 minuti sono pronta per uscire. Saluto tutti e vado verso la fermata del bus.
Arrivata davanti scuola, mi accendo una sigaretta e vedo arrivare Ludo. Con le altre ho perso un po' i contatti, non erano il mio genere. Ma Ludo si.
Con lei non vedo mai vergognarmi, ogni cosa, anche se idiota, con lei posso farla.
-Ehi, Ludo!- la saluto baciandole entrambe le guance.
Siccome entrambe non facciamo religione il mercoledì entriamo un'ora dopo. Rimaniamo sedute sulle scale a parlare, poi lei tira fuori dal suo pacchetto di Camel una canna.
-Vuoi?- mi chiede lei.
-Non lo so Ludo... Prima di entrare?-
-Dai! Nessuno lo noterà poi per l'ora di pranzo sarà andato via l'effetto.-
Non ne avevo mai fumata una. Ma decido di provare.
Faccio il primo tiro. Cazzo. È un gusto strano. E non so perché ma inizio a ridere come una cretina.
Dopo 5 minuti l'abbiamo già finita e io non la smetto di ridere.
Poi ad un tratto Ludo mi dice:- Ehi Ila, guarda chi arriva!-
Faccio un piccolo tunnel fra le sue treccine e faccio finta di nascondermi. Ma poi lo vedo lì. Con la sua bellissima 24 ore. Il professore sexy!
È incredibile, 4 mesi che è in classe con noi e non ci ha detto come si chiama. Che stronzo.
Si ferma sul ciglio della porta e con un grande sorriso ci saluta:-buongiorno ragazze-
-Ehilà!- dal tono di Ludo si capisce che è fatta ed io scoppio in una risata fragorosa. Lui mi fulmina con lo sguardo. E io lo faccio a mia volta.
Suona la campanella e decidiamo di andare in classe.
Poco dopo tutti i nostri compagni notano della nostra deficienza ma non dicono nulla.
Dovrebbe arrivare la prof di francese, ma invece vediamo entrare il professore sexy. "E lui che ci fa qua?!" Chiedo fra me e me.
-Buongiorno ragazzi, sono il professor Gabrielli e per quest'ora vi farò lezione io.-
"Gabrielli". Dio. Anche il cognome è sexy come lui. Chissà il nome...
Inizia a farci lezione.
Dopo un po' Eleonora gli fa una domanda riguardante gli Hotel.
Finito il discorso chiede:- Ci sono altre domande riguardo questo argomento?-
Io alzo la mano. "COSA?"
- Ehm. Si. Ma se io voglio andar in un hotel devo essere maggiorenne?-
"Oh menomale, non ho detto nulla di stupido per fortuna"
-Beh, si. Ma se vai in un hotel di solito ci vai in compagnia. Perché dovresti andare in un hotel da sola?-
-Perché ho bisogno di un letto per una notte. Se non posso andare da sola viene lei con me?-
Oddio.Non l'ho detto davvero.
Lui mi guarda un po' perplesso
"Stupida!Stupida!Stupida!"
Per fortuna suona la campanella dell'intervallo, tutti i miei compagni corrono fuori e io rimango lì. Da sola con lui.
-Ilaria, che ne dici di venire dopo scuola nel mio ufficio? Così parliamo un po' della tua situazione.-
-C-certo prof-
Nella mia voce si percepisce un tono di vergogna.
Passano le altre quattro ore, suona l'ultima campanella e io dico a Ludo di aspettarmi fuori da scuola per qualche minuto, dato che sarei dovuta andare a dormire a casa sua quella sera.
Mi trovo davanti la porta dell'ufficio del prof Gabrielli. Busso ed entro. È lì, seduto sulla sedia che corregge alcuni compiti. I raggi del sole gli accarezzano delicatamente il viso compresa quella splendida barba.
-Prego, siediti.-
Mi siedo di fronte a lui. E ci fissiamo intensamente negli occhi.
Lui si alza ed avanza verso di me.
-Così vorresti che venissi in un hotel con te?-
Aspetta. Ma non dovevamo parlare della mia situazione?
-No.. Cioè Si... Cioè... Mi dispiace, ero fuori di me e ho detto la prima cosa che mi è passat...-
-Shh- Mi mette un dito sulle labbra per zittirmi e lì mi inizia a battere forte il cuore.
Mi fa alzare di scatto e prima che io mene possa accorgere mi sta ficcando la lingua in bocca. È una sensazione bellissima. Mi sta stringendo sui fianchi e intanto io gli metto le braccia intorno al collo ed inizio a tirargli piano i capelli. Poi si sposta da me e mi dice
-Ila, so cosa hai fatto questa mattina. Non farlo più. O ti punirò.-
-Intende con sospensioni?- dico io un po' seccata.
-No. Nulla del genere. Intendo con sculacciate ed altre cose.-
"Ha proprio detto sculacciate?"
-C-cosa?-
-Sono serio. Tu fammi arrabbiare ed io ti punisco.-
-Forse è meglio che vada ora.-
Mi spingo via dalla sua presa e corro fuori dalla scuola.
"Non può averlo detto davvero.Non a me!"
Sono ancora traumatizzata. Vedo Ludo che sta parlando con il suo fidanzato, Manuel.
Corro da lei e le chiedo se possiamo tornare a casa.
Ora il problema più grande è: Devo stare zitta o confidarmi con lei?
Non so proprio cosa fare.

La perfezione aveva un nome, e si chiamava Leonardo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora