4.

30 3 4
                                    

Driiiinnn

-SONO SVEGLIA!- urlai con la bocca ancora impastata dal sonno.

Una risata alla mia sinistra mi fece capire che mi ero addormenta nel bel mezzo dell'ultima ora di lezione: quella di filosofia. Non è colpa della materia, ma del professore con quella vocina mielosa e dei due film della sera prima.

Squadrai male Andy mentre rideva fino ad asciugarsi una lacrima.

-Indi! E' la terza volta in un mese che ti addormenti! e calcola che l'abbiamo una volta a settimana.

-Senti, mr. A, non è colpa mia ok? Non possono trasmettere Colpa delle stelle e Shadowhunters la stessa sera uno dopo l'altro.

-Quindi? No aspetta, hai mandato a farsi fottere la scuola e le ore di sonno!

Gli feci l'occhiolini alzando la mano, che  battè.

Uscii dal corridoio super affollato, che denominavo sempre "branco di pecore con i calzini con la maria" , quando uno skateboard sulla schiena di un ragazzo non  attirò la mia attenzione.

'Il ragazzo di ieri..'

Ma fu una frazione di secondo, perché scacciai quel pensiero, anche se mi parve di vedere i suoi bei grandi occhi marroni cercare ingiro tra la folla.

-Allora?- mi riportò sul pianeta Terra Andy.

-Cosa?

Rise- Spero che oggi starai sveglia per le prove!

-Bhe, finchè James non si mette a fare monologhi sul tapping oppure sugli amplificatori ci sto.

Ridacchiò per poi passarsi una mano tra i capelli ribelli, e toccarsi l'orecchino d'oro che provocava una specie di scintilla, come quella della musica che univa e alimentava entrambi.

Sospirò e solo allora mi accorsi che stava arrivando il nostro autobus. Salimmo e per grazia ricevuta ci riuscimmo a sedere in due posti dietro. Aveva smesso appena di piovere, e quando le porte si spalancavano, entrava aria dall'odore di asfalto e pioggia, mista a profumi di tutti i tipi, che accompagnavano ogni tipo di persona.
Mi piaceva osservare il mondo a me circostante, forse perché vivendo ai margini, impari a vedere cioè che ti circonda da un posto nell'ultima fila, e diventa così un mondo in cui vivi e non a cui appartieni.

-Oh oh....
Mi voltai verso Andrew togliendo una cuffietta dalle orecchie. -Cosa succede?
-Traffico, c'è stato un incidente.
Sporsi la testa fuori ma non vidi nulla per la troppa gente accalcata.
-Meglio che dica a Jenna che tarderò.
'Mh, oggi è il 12 Novembre... Il tempo passa.'
Ma dopo pochino ci cominciammo a muovere e decisi allora di lasciare perdere.

L'autobus però andava molto piano e potei vedere meglio la scena raccapricciante che mi si presentava: una macchina nera che aveva direzione verso il nostro autobus si era schiantata con una che era nella nostra stessa carreggiata. La collisione era stata disastrosa e c'erano parecchie auto della polizia e i mille vetri a terra riflettevano la luce del poco sole in modo quasi malinconico; il tutto era circondato da un fumo bianco creato forse dai gas delle auto e dall'umidità della pioggia.
Anche se era giorno le luci dell'ambulanza sembravano più vivide, e così le nostre anime unite per quella vittima che poteva esserci stata, anche se comunque uno strano alito di morte passava tra noi, facendomi venire i brividi lungo la schiena.
Ma la cosa che più mi fece rimanere senza parole fu un uomo uscire dall'auto distrutta nella nostra direzione, coperto di sangue e barcollante, mentre guardava fisso verso il nostro autobus.
Mi sembró che guardasse verso di me, ma bastó quel l'impressione per farmi scattare la molla dei ricordi.
Mi misi le mani sulla bocca, mentre osservavo quell'uomo essere preso dai medici e trascinato su un lettino, mentre gli facevano ogni tipo di esame di pronto soccorso.

Mi scesero lacrime silenziose mentre pregavo in cuor mio che quell'uomo non stesse morendo, visto che i medici gli pigiavano il petto in maneria convulsa.
Mi irrigidii mentre l'autobus ripartiva ed io mi sporgevo per vedere di più, mentre l'immagine spariva ai miei occhi ed un'altra si faceva strada nella mia mente. Il mio cuore venne stretto in una morsa che continuava il suo lavoro senza lasciarmi respiro.
Sentii la mano di Andy accarezzare la mia rigida, perché era come se tutto il calore del mio corpo fosse stato portato via insieme all'uomo nell'ambulanza. Alzai lo sguardo per vedere degli occhi indecifrabili che mi guardavano dall'alto, e un sorriso accennato sulla bocca, che però non riuscii a ricambiare.

'Ho bisogno di aria' pensai mentre finalmente le porte si spalancarono mostrando la via prima della mia, ed io mi catapultai fuori in cerca di ossigeno.
Mi accorsi solo allora di quanto il mio respiro fosse corto ed io stetti boccheggiando per altra aria da farmi ancora ragionare, perché ora, il mondo lo vedevo capovolto.
Non mi ero accorta nemmeno di essermi messa a correre, senza nemmeno degnare Andy di una parola, sapendo lo stesso che era rimasto colpito dalla freccia dei ricordi davanti a quella scena anche lui.
Mentre andavo, il mondo mi scorreva davanti senza apparente colore o significato, mentre il grigio di Novembre annebbiava anche il mio sguardo, ma non c'erano però luci che potessero illuminarlo, ma giuro ce ne erano state.

*-Lo giuro io ti proteggerò Indi, a costo della mia vita. Non mi vedrai mai come quegli uomini con una macchia scura sul cuore.
Ridacchiai per il modo deciso con cui me lo disse. -Lo spero per te credimi, ma non posso non pensare al peggio.
Sorrise stancamente, quasi con dolore, ma quello si fece sentire nel mio cuore provocandomi una piccola ferita.
Accorgendosene, mi prese le mani per poi portarle al suo viso e baciarle.
- Ehi ehi, non fare così ti prego... Ti giuro che cercherò di mettere a posto tutto, lo giuro, e ti terrò al sicuro.
*

La testa stava girando sempre più vorticosamente facendomi vedere il mondo distorto, e sentivo che le gambe  stavano cedendo poco a poco, finché non sentii il mio corpo a contatto con l'erba di qualche giardino e i miei occhi si chiusero, mentre sentivo rumore di porte che si aprivano e di passi di corsa.
Credo che qualcuno avesse anche detto il mio nome, ma non capii di chi era quella voce. Anzi, non capivo proprio cosa stava succedendo attorno a me, sentivo solo rumori lontani e l'angoscia che non mi lasciava in pace. Non potevo ricaderci ancora, non potevo davvero.

Sentendo scendere le lacrime, mi lasciai cullare dal senso di spossatezza che mi invadeva il corpo, per poi perdere completamente  i sensi, mentre dalle mie labbra uscì solo una parola, anzi un nome, ben definito.

-Steve.

--------------------------------------------
Ciao a tutte❤️
scusate il casino con i capitoli, ma il mio telefono ha cominciato a fare i numeri😂

Intanto grazie per aver letto la mia storia, e visto che è la prima ci tengo a sapere cosa ne pensate, quindi commentate oppure votate ❤️

Se vi è piaciuta spargete la voce 💕

love you all,
-Anywherebuthere_

Maybe I just wanna be yoursDove le storie prendono vita. Scoprilo ora