Capitolo 1

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Era ormai mezzanotte.

Ancora nessuno mi diceva niente. Nessuno mi voleva dire ciò che era successo.
Ero in ospedale ed erano passate due ore.
Due fottutissime ore.

Appena ero entrata lì dentro avevo iniziato a sbraitare e a bestemmiare contro ogni infermiera. Poi però appena arrivò Will, lui iniziò a tranquillizzarmi dicendomi che non era successo niente di grave.

Sapevo che ciò che stava dicendo erano un mucchio di cazzate, perché se non era grave allora noi non ci saremmo ritrovati in quella sala d'attesa deserta.

-Dove cazzo è?!- gridò una voce familiare. Mi girai. E lo vidi. James. Erano proprio due gocce d'acqua, se non fosse stato per il taglio di capelli diverso.

-Dov'è mio fratello?!- gridò sempre più nervoso.
Si avvicinò al bancone, di fronte all'infermiera. Parlarono per dieci minuti finché lui si girò e mi guardò.
Mi studiò da capo a piedi.
Poi si avvicinò, sempre con aria sconvolta.
-Quindi tu sei la ragazza che ha fatto perdere la testa a mio fratello?- mi chiese.

Annuii, incapace di parlare.

-James...- mi porse la sua mano, che io strinsi e risposi:-Emily.

Dopo un minuto di silenzio mi feci coraggio e gli chiesi:-Ti hanno detto come sta o cosa gli è successo?
-Si...cioè non proprio. Non sono sicuro di ciò che ha. Ora è...in coma.
Appena sentii quella parola le mie gambe iniziarono a tremare. Jonathan era in coma.
-Dicono che abbia fatto un incidente con la moto...È andato contro un camion.

La situazione non poteva di certo peggiorare arrivati a questo punto.

James si sedette accanto a me e  a Will, che dormiva.

In quel momento iniziai a pensare a ciò che Jonathan mi aveva raccontato del suo fratello gemello, James.
Diceva che erano uguali ma allo stesso tempo diversi. Non riuscivo a capire cosa intendesse, fino ad ora. Jon era più menefreghista mentre il fratello si interessava di più a ciò che accadeva intorno a lui, era anche più gentile e allo stesso tempo volgare, mentre Jon era solo volgare. Loro due non si incontravano quasi mai, erano a quattro ore di aereo di distanza, ma si sentivano spesso via telefono.

Quando guardai il fratello, vidi nei suoi occhi lo stesso terrore che probabilmente avevo anch'io nei miei.

Di punto in bianco si sentirono dei dottori chiamare delle infermiere. Poco dopo passò accanto a noi una barella che trasportava Jon.
Mi affrettai ad alzarmi e provai ad avvicinarmi a lui. Qualcosa mi bloccò. Qualcuno. E quel qualcuno non era Will, che nonostante tutto dormiva beato, bensì James.
Di nuovo delle lacrime iniziarono a rigarmi il volto e lui, senza esitare, mi abbracciò.

Avevano anche lo stesso profumo, quel profumo che mi faceva sentire a casa. Al sicuro.
Poi però quella sensazione di star riabbracciando il mio Jon scomparve. James si era sciolto dall'abbraccio ed era andato da un dottore a chiedere spiegazioni.

Poco dopo tornò da me. Non mi guardava negli occhi. Qualcosa non andava.
-Il suo cuore gli sta facendo dei brutti scherzi. Ora lo stanno portando a fare una tac... Però la buona notizia è che si è svegliato.- mi riabbracciò e io inizia a piangere.

Detestavo mostrare alle persone che stavo soffrendo però in quel momento mi era impossibile non farlo.

Mi addormentai nelle braccia di James e al mio risveglio ritrovai tutto come prima.
James dormiva con le braccia che mi stringevano. Will, ovviamente, dormiva. Però aveva un sorriso beffardo sulle labbra, così decisi di sciogliermi dall'abbraccio di James e andai a prendere un bicchiere d'acqua. Mi avvicinai a Will e svuotai il bicchiere sopra alla sua testa. Si svegliò di colpo e iniziò a imprecare contro di me. Scoppiai a ridere e quel episodio mi aveva fatto scordare per un attimo ciò che era successo la notte precedente.
Quando mi girai notai James, che rideva. Poi però quando mi guardò negli occhi ritornò serio.
Si alzò e andò dal primo dottore che incontrò.

Dopo cinque minuti portò le mani sulla testa, si girò e mi venne in contro.

Se hai freddo hai il mio cuore nel petto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora