decimo

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"c'hai capito qualcosa fiorellino?" jisung alzò la testa per osservare il suo migliore amico indaffarato nella ricerca di nozioni aggiuntive per il prossimo esame, ancora non aveva iniziato il corso col docente che già sapeva più di quest'ultimo a tratti. la mente in allenamento costantemente e voglia di sapere erano alla base della sua energia, ecco perché aveva l'urgenza di associare qualcosa a qualcuno, perché farlo significava essere a conoscenza profondamente della persona che aveva davanti, chi che sia, doveva esser pronto alle catastrofi, oppure no.
"sinceramente questo é il primo manuale che non riesco a decifrare, sembra esser scritto da te" seungmin sbuffò, passandosi violentemente le dita tra i capelli, arruffandoli. le sue poche ore libere a disposizione di quel venerdì erano tra mezzogiorno e le quattro, e aveva deciso di torturarsi accettando di studiare con jisung, che valeva a dire per l'ultimo: "tu studi, io ti do fastidio, è la prassi fiore" ma oramai erano le due e mezzo, i piatti del pranzo ancora sporchi sul tavolino del soggiorno e seungmin non era propenso, avrebbe preferito riposare, era da tutta la settimana che andava avanti: desto alle prime luci del crepuscolo, lavoro, casa, studio, letto; bisognoso di un massaggio lungo un'ora minimo. ma sapeva che non sarebbe durato, tra poco il secondo semestre diceva "ciao", e con lui seungmin doveva rallentare il lavoro per un po', per tentare di rimettersi in marcia e organizzare al meglio i suoi orari una volta studiati alla perfezione.
"sei proprio perfido, il forte profumo dei fiori che porti addosso stona con la tua acidità nei miei confronti, trattami bene, me lo merito"
"si si" seungmim chiuse il libro per poi poggiarci la testa "sono un po' stralunato, per fortuna domani riposo, mi piacerebbe dormire fino alle quattro del pomeriggio" fece un grosso sospiro a pieni polmoni.
"domani però vai a trovare tuo nonno, non me la racconta giusta, è da tutta la settimana che provi insistentemente a contattarlo ma neanche un fumogeno. vengo con te se ti va" il blu di capello si era appena alzato per lavare i piatti, seungmin aveva cucinato, quindi toccava a lui.
"non ha mai fatto una cosa del genere, ho preferito dargli del tempo per riposare, è prossimo agli ottanta, è il suo compleanno tra due giorni, devo andare assolutamente in pasticceria da chris per ordinare la torta, domattina facciamo una cosa e un'altra ratto"
"signor sì capitano".

alle tre e mezzo uscirono di casa, jisung decise di dare un altro po' della sua compagnia al migliore amico, e magari anche una mano al negozio, perché aveva prontamente deciso di allontanarsi dai suoi affari.
"seungmin! jisung!" una voce familiare rimbombava tra i portoni della scorciatoia che faceva strada al negozio di fiori, i ragazzi appena chiamati si voltarono e a pochi metri dietro di loro ne osservarono altri avvicinarsi.
"chris, changbin, hyunjin ciao!" si salutarono calorosamente tutti, non si vedevano dall'ultima cena a base di carne e birra, e la loro truppa era forse quella più invidiata dai coetanei di osaka e dintorni, resistente come una lacrima di batavia*.
"che si dice giovani" esordì changbin rigorosamente vestito di nero dalla testa ai piedi e il cappuccio della felpa sugli occhi, pareva uno spacciatore sciolto che se ne stava sotto ai ponteggi alle due di notte, ma invece era completamente diverso da come si mostrava: il suo essere era un doppio sole, risata contagiosa, battuta pronta e conforto gratuito, seungmin ammise anche di pensare avesse precedenti.
"virare verso il lavoro" rispose seungmin, sorridendo
"perché il lavoro nobilita l'uomo!" chan, jisung e hyunjin lo canticchiarono a voce alta, contemporaneamente, senza nemmeno sorprendersi, accadeva spesso.

"chri comunque ti ho nominato a pranzo" continuò il viola per smorzare ridacchi e schiamazzi;
"per questo mi fischiava l'orecchio" il riccio ammicco, per poi "volevi qualcosa? cupcakes? cheesecake al lampone da portare? conchiglie alla gianduia? dolcetti al cocco? che ti manca?"
chan lavora nella pasticceria più buona d'osaka, nonché quella più anziana, inaugurata dai nonni dei suoi nonni, e come una grande tradizione che si rispetti prima o poi quel posto incantevole e profumato sarebbe stato suo, e nonostante una laurea imminente e il suo essere avveduto in qualsiasi cosa, ne era estasiato; dietro a quel bancone ci era cresciuto ed é lì che doveva morire.
"uoh uoh piano, non é niente di mio anche se la cheesecake.. no, ebbene: volevo passare per prenotare una mini-torta per il compleanno di mio nonno, sono ottanta tra due giorni, falla come ti pare, hai carta bianca cioccolatino" seungmin non si era fatto ammaliare da tutte quelle prelibatezze che l'amico gli aveva elencato due minuti prima, e meno male.
"va bene kim, ti scrivo poi".

"hwang hyunjin tutto bene? hai due occhiaie.." jisung quasi lo guardò schifato, non aveva mai visto quelle borse così grandi sul viso dell'amico, da sembrare intere tote bags pesanti.
"no, questa notte non ho chiuso occhio. saranno stati i nove caffè scolati in ufficio? non ne ho idea, ma questa mattina non ho avuto le forze per allenarmi, e non accadeva dal liceo" hyunjin poggiò gli occhiali da sole sul naso, intento a velare i due cerchi neri, ma si sa che chi ha le occhiaie pronunciate ha un bacio soffice prenotato dalla luna in persona.

tra chiacchiericci e silenzi smorzati dai passi dei cinque, ormai le due teste colorate stavano per giungere alla meta quando: "non ci posso credere" seungmin piantò i piedi al suolo come fossero le radici dei suoi fiori amati, ammirando l'ennesimo trionfo, aggiudicandosi sguardi confusi dai suoi amici, che solo dopo poco realizzarono il perché di cotanto stupore e orecchie arrossate: a pochi metri dal negozio vi era uno stabile - ormai a pezzi da tempo - lungo tre piani, mai intonacato, di mattoni in usura, rampicanti d'edera ad avvolgerlo con maestosità ed eleganza. al porpora piaceva molto, gli dava un senso di pace smisurata, e un significato davvero tagliente: una persona a pezzi - l'edificio -, dimenticata, abbandonata a se stessa, e un'altra - l'edera - con tanta voglia di tenere quei pezzi al proprio posto, senza farne cadere alcuno, a proteggerlo e custodirlo, facendogli da pilastro semmai i suoi avessero ceduto.
sulla grande facciata castana vi era l'ennesima street art che tanto gli apriva il cuore: giganteschi girasoli gialli e peonie lilla con steli di un verde acceso e pistilli sporgenti, con delicati cocci di polline immobili ma era come si muovessero. seungmin si sentiva un infante sorridente in quel momento, e quando lesse il suo sperato king in basso fece scivolare una risata nervosa e tanto rumorosa da far poggiare quattro paia di occhi su di se immediatamente.
"terra chiama seungmin! che ti é successo? capisco sia un brav urban artist, chiunque l'abbia creato, ma arrivare a tanto?" changbin ne era rimasto di stucco, in tutti quegli anni non gli era mai capitato di veder ridotto così l'amico, in senso buono.
"no seo lascia perdere, é dal liceo che prova una sorta di amore platonico per questo artista.. che gli si sciolgono le rotule delle ginocchia ogni volta che vede qualche suo tratto, io penso sia completamente coglione" jisung stropicciò il viso a due mani, sospirando perché vittima di quell'ossessione dal giorno zero;
"devi stare solo zitto" seungmin lo fulminò con gli occhi, per poi afferrare subito il suo cellulare dalla tasca del giaccone, nuovo blocco schermo permanente".

"che sciocchezza" hyunjin sbruffò in modo tanto amaro da far rabbrividire anche seungmin, e all'ultimo l'amaro piaceva assai.
"che vuoi dire?" chris era incuriosito
"voglio dire quello che ho detto: é una sciocchezza. un'assurdità senza precedenti. questi tali sporcano e basta, i loro scarabocchi sono ovunque per la città e non stanno facendo altro che rovinarla"
da un artista a trecentosessanta gradi come hyunjin non te lo aspetteresti mai, gli altri quattro erano come li avessero ibernati in quel singolo istante, e seungmin per quanto fosse incazzato, tremendamente, non proferì parola, l'osservò solo, dispiaciuto: se prima aveva buone intenzioni nell'avvicinarsi maggiormente all'ultimo arrivato, adesso aveva le sue ragioni per non farlo. per questo, pochi istanti dopo il grande shock, si salutarono tutti un po' confusi dai precedenti, e solo i fiori presenti nel negozio posson dire quanto effettivamente kim seungmin fosse.. deluso?

250219
hey! non ho intenzione di abbandonare la storia, non nuovamente, ho solo rotto una mano, mi son presa il periodo convalescenza! non me ne vogliate!
ci vediamo a roma

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⏰ Ultimo aggiornamento: 2 days ago ⏰

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