La bellezza di mille stelle

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— Isabelle.

Izzy alzò lo sguardo; fino ad allora era stata appoggiata al piano, a lasciarsi cullare dalla musica di Jace (e dal leggero rumore di Church che rosicchiava il legno). Le ricordava la sua infanzia, le ricordava Jace che trascorreva ore e ore nella sala della musica, riversando una cascata di note nei corridoi dell'Istituto.

E poi vide Simon. Si era sbottonato il giubbetto di jeans per il gran calore che regnava sotto la tenda, e Isabelle notò i suoi zigomi arrossati dal caldo e dall'imbarazzo. Era strano, un Simon che arrossiva e aveva freddo e caldo e cresceva e si allontanava... da lei. I suoi occhi scuri si posarono su di lei, curiosi; Isabelle vi scorse un guizzo, come se l'avesse riconosciuta, ma non del tutto. Non era il modo in cui la guardava prima, non c'era il desiderio, e neppure quel dolore dolce e quella sensazione di avere di fronte qualcuno che la vedeva, vedeva Isabelle, la Isabelle che esibiva al mondo e la Isabelle che nascondeva, celata nelle ombre dove solo pochissimi potevano scorgerla. Simon era stato uno di quei pochi. Adesso era... qualcos'altro.

— Isabelle — ripeté, e lei sentì su di sé lo sguardo di Jace, gli occhi pieni di curiosità mentre le sue mani sfrecciavano sui tasti del piano. — Vuoi ballare con me?

Lei sospirò e annuì. — Va bene

— disse, e si lasciò guidare sulla pista da ballo. Con i tacchi era alta quanto lui; i loro occhi erano allo stesso livello. Dietro le lenti quelli di lui avevano lo stesso marrone del caffè nero.

— Mi hanno detto — iniziò, e si schiarì la voce, — insomma, ho la sensazione che tu e io...

— Zitto — fece lei. — Non parlarne. Se non ricordi, non voglio sentirlo.

Simon le teneva una mano sulla spalla e l'altra sulla vita. Isabelle sentiva la sua pelle calda contro la propria, non fredda come la rammentava. Sembrava incredibilmente umano e fragile.

— Ma io voglio ricordare — ribatté Simon, e lei ripensò a quanto fosse stato sempre polemico; questo, almeno, non era cambiato. — E qualcosa ricordo... non è che non sappia chi sei, Isabelle.

— Una volta mi chiamavi Izzy — fece la Shadowhunter, sentendosi a un tratto molto stanca. — Izzy, non Isabelle.

Simon si curvò su di lei, che sentì il suo respiro sui capelli. — Izzy. Ricordo che ti baciavo.

Isabelle rabbrividì. — No, non è vero.

— Sì — disse lui. Le fece scivolare le mani sulla schiena sfiorando con le dita lo spazio subito sotto le scapole, cosa che la faceva sempre rabbrividire.

Simon stava parlando con Izzy quando improvvisamente lei gli prese il viso fra le mani e lo baciò; fu un bacio dolce, non appassionati come quei pochi che Simon ricordava, ma scatenò in lui una serie di emozioni incredibili mentre i ricordi di altri baci provenienti dal periodo che avevano trascorso insieme e che Simon non si ricordava. Ma così, d'improvviso come Isabelle lo aveva baciato, si ruppe la diga che gli bloccava la memoria, e un fiume di ricordi straripò nella sua mente portandogli immagini di lui e Clary stessi sul letto di lei a parlare, lui e Izzy che si baciavano ad Alicante, lo scontro con Sebastian nella dimensione demoniaca, ed infine il padre di magnus, che lo aveva privato della sua immortalità e dei suoi ricordi del mondo nascosto in cambio della liberazione dei suoi amici. Si staccò da Izzy e si allontanò barcollando verso un tavolo, dove crollò su una delle sedie che lo circondava, sopraffatto dalla piena di ricordi.

Quando Simon si era separato da lei, Isabelle si era preoccupata che stesse male, e lo aveva seguito fino a un tavolo dove poi si era accasciato

- Simon? – lo chiamò lei; dopo qualche secondo, lui alzò la testa, e nei suoi occhi Izzy vide le avventure che avevano passato insieme; in ogni immagine che gli passava negli occhi, c'erano loro due insieme, sempre.

- Simon ti sei ricordato qualcosa? –

- Ricordo tutto- e a quel punto, Isabelle conscia della folla che si era ormai formata intorno a loro, ma indifferente ad essa, si aggrappò a lui come un naufrago si aggrapperebbe a una zattera, come se Simon fosse l'unica cosa a dare un senso alla sua vita, e, contemporaneamente scoppiò in lacrime, lacrime di gioia, nascondendo il viso contro la spalla di lui, del suo Simon che era tornato da lei. Dagli invitati si levava intanto un coro di giubilo, ma per Isabelle erano solo delle voci che giungevano da lontano, troppo lontano perché potessero contare qualcosa per lei, in quel momento che lei sognava da quando, una volta tornata dalla dimensione demoniaca si era accorta dell'assenza di Simon; finalmente era come se un pezzo del suo cuore, che aveva lasciato su Edom, si fosse riunito al resto di esso.

Ruppe l'abbraccio con Simon solo per guardarlo negli occhi e poi stringerlo di nuovo a se, stavolta baciandolo come se fosse l'aria di cui aveva bisogno per respirare e lui rispose al bacio con anche maggiore ardore, desideroso di recuperare i mesi perduti del loro rapporto. Una parte di Izzy intanto si rese conto del fatto che la folla si fosse dispersa per lasciargli la loro privacy, ma questa parte fu subito soppressa e mandata in secondo piano dalla sua mente, che era ormai completamente concentrata sul bacio.

                                                                                          

                                                                          

Shadowhunters - Città del Fuoco Celeste (finale alternativo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora