CAPITOLO IV

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Madeleine crebbe e finalmente Peter ammise che Angela era morta. Si rifiutò però di svelare alla nipote come e perché era morta. Madeleine si rassegnò a non chiedere più dopo un bel po', ma nella sua testa continuava a formulare le ipotesi più strambe. Ovviamente non veniva a capo di nulla, ma non le importava.
Iniziò anche a non credere più nella magia. Tutto ciò che aveva creduto possibile durante la sua infanzia...puff, svanito nel nulla. Le voci notturne la tartassavano più che mai, non la lasciavano dormire. Non dicevano niente di particolare, gridavano e chiedevano aiuto con insistenza. Ma aiuto per cosa?
Madeleine si decise a parlarne nuovamente con il nonno per cercare una soluzione.
-Le voci non se ne vanno...sono sempre peggio...
-Piccola mia, non è grave. Soffri solo di insonnia, forse studi troppo.
-Non riesco neanche più a studiare! La mattina dormo in classe e mi sono già presa un paio di strigliate da quasi tutti i professori! Per colpa delle occhiaie hanno iniziato a...a dire delle brutte cose su di me.
-Del tipo?
-Dicono che sono un vampiro, un animale succhiasangue che va ad uccidere le persone!
-Lo sai che non ci crede nessuno.
-Però iniziano ad essere tutti molto sospettosi... mi chiedono se per caso non sono una prostituta o cose del genere...
-Parlerò io ai tuoi insegnanti. Sarà compito loro mettere a tacere queste voci sul tuo conto. Più di questo...non posso fare.
Madeleine lo ringraziò e corse in camera sua. Perché il nonno voleva solo giustificarla e si rifiutava di cercare una reale soluzione?
Yuè salto sul letto e Maddie le si sedette accanto. La accarezzò, e per tutta risposta la pallina di pelo, presa dalla strada solo qualche mese prima, si sistemò sulle gambe della ragazza e si appisolò. La mezz'ora che trascorse prima che la gattina aprisse i grandi occhioni verdi diede il tempo a Maddie di rimuginare. Si staccò il bindi dalla fronte e iniziò a giocherellarci. Era prezioso, di questo ne era certa. E non solo perché la nonna ci era affezionata. A guardarla bene, non era perfettamente bianca come tutte le perle: aveva tante sfumature di rosa, azzurro e giallo, che si mescolavano fra loro e davano vita a strani colori. Non passava giorno in cui non la indossasse; molti le chiedevano se fosse indiana o di una qualche etnia orientale. In effetti, i suoi occhi un po' a mandorla avrebbero potuto trarre in inganno, ma le iridi erano di un verde chiaro e brillante, troppo strano per far di lei un'orientale. E poi c'erano i capelli, castano legno, costantemente mossi e spesso annodati. Anche lei però si era chiesta il perché sua nonna incollasse sempre quella perlina fra le sopracciglia. Neanche a questo, però, aveva mai trovato risposta.

GLI OCCHI DELLA LUNADove le storie prendono vita. Scoprilo ora