PROLOGO

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Charlotte cammina e guarda il cielo avvolta dal suo cappotto verde militare e con ai piedi le sue Doctor Martens.
È un'ombra che attraversa la nebbia, la neve. Cammina lentamente e pensa. Pensa al mondo, al suo mondo. Lei ha un modo particolare di vederlo, un modo tutto suo, speciale.
Sorride e i capelli neri pece le vanno davanti al viso ma non li sposta, non le importa. Si avvicina all'edificio grigio intorno al quale si era radunato un branco di ragazzi infreddoliti. Si siede su un muretto e guarda il cielo come se fosse la cosa più bella da poter osservare in una mattina d'inverno. Si estrania dal mondo e sorride, quasi si mette a ridere, era per una qualche ragione felice, come se il dolore con quel freddo gelido si fosse congelato lontano dal suo cuore puro e allegro, in modo da non sfiorarlo.
Suona la campanella e si trova costretta ad entrare e a sedersi in uno di quei banchi con le sedie fredde davanti ad un professore stranamente arrabbiato pronto a sfogarsi sugli alunni.
Guarda fuori dalla finestra distrattamente fino ad incontrare lo sguardo di un ragazzo seduto in fondo alla classe, nell'angolo. Gli occhi si incontrano, ma il ragazzo li abbassa subito arrossendo. Charlotte ride stupida dalla sua reazione, ma anche sulle sue guance si fa strada un colorito rossastro.
Durante tutta la lezione la ragazza dagli occhi di ghiaccio si ritrova spesso a guardare quel ragazzo rannicchiato sul banco che non alza mai gli occhi dai libri. Col dito si tira su gli occhiali che gli incorniciano gli occhi verdi, intenti ad evitavano gli sguardi. Si chiama Colin, il ragazzo timido dell'ultimo banco con le lentiggini e la pelle chiara. Lui aveva stranamente attirato l'attenzione di Charlotte, senza un apparente motivo.
Perché mi stai fissando?
Il telefono si illumina e un messaggio attira l'attenzione della ragazza che sblocca il telefono per rispondere.
Sei interessante
Interessante? In che senso?
Charlotte si gira e gli occhi si incontrano di nuovo, si legano e rimangono ancora uniti. I sorrisi nascono sulle labbra e le guance arrossiscono.
Scale antincendio alla fine delle lezioni

Charlotte si siede sugli scalini di metallo con sopra dei fiocchi di neve e aspetta. Aspetta, e spera che lui si faccia vivo, voleva vederlo.
Poi una figura in lontananza si fa largo fra la neve: le spalle chiuse su se stesse e la testa bassa, i libri sotto il braccio e gli occhiali appannati.
Colin si avvicina e Charlotte si alza, i loro volti sono vicini, entrambi sorridenti, con gli occhi che si perdono gli uni negli altri.
Lei gli prende gli occhiali li pulisce e glieli rimette, lui ringrazia e il silenzio torna a regnare fra le due figure.
-Sei venuto allora-
Gli dice la ragazza dai capelli neri.
-Emh si...-
Risponde lui.
-Perché volevi vedermi?-
-Perché mi interessi, sembri diverso, vorrei conoscerti-
Risponde Charlotte alla domanda del ragazzo.
Poi estrae il suo IPod dalla tasca con gli auricolari, si siede sugli scalini e con la mano fa segno a Colin di mettersi a fianco a lei, lui ubbidisce.
Fa partire una canzone, e mette un auricolare al ragazzo e l'altro a se stessa. Rimane il silenzio.
In quel giardino ricoperto di neve, ci sono due ragazzi che, in silenzio, uno al fianco dell'altra, ascoltano 'Take me to Church'e sorridono felici di aver trovato qualcuno su cui contare.
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Nuovo prologo di una storia
Scrivete tanti commentini e votate tantotanto, ho bisogno di sapere cosa ne pensate.
Posterò al più presto lo prometto!
Bye :3
cate

La ragazza dai capelli neriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora