CAPITOLO I

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Charlotte è sulla strada di casa accompagnata da Colin che le tiene la mano, in silenzio con lo sguardo rivolto verso le sue vans nere che si muovono sul marciapiede.
Lui sorride ma lei no, nella sua mente si stavano insinuando nuovi pensieri, questa volta non più allegri.
-Puoi lasciarmi anche qui, continuo da sola-
Poi aggiunge un grazie pronunciato sotto voce.
-Sicura? Per me non è un problema accompagnarti fino a casa-
-No no grazie, vado da sola-
Se ne va lasciando il ragazzo da solo sul marciapiede che, con uno sguardo dispiaciuto, la guarda allontanarsi.

Colin's pov

È lì sulla strada che cammina con le mani nelle tasche e lo sguardo basso, sembra triste e io non so cosa fare per aiutarla.
Allora mi incammino verso casa pensando a quella figura avvolta nel cappotto che si allontana fra la nebbia.

Charlotte's pov

Sono davanti alla porta di casa mia. Non voglio entrare: quella casa contiene troppo dolore per me.
Mi siedo sui gradini dell'ingresso e prendo il cellulare per scrivere a Colin.
Vieni a prendermi?
La risposta arriva subito.
Arrivo
Una macchina blu si fa strada fra la neve, rallenta per permettermi di salire e riparte.
Il silenzio è ancora padrone fra di noi ma mi decido a rompere il ghiaccio.
-Grazie di essere venuto, non avevo voglia di tornare a casa...-
-Hai voglia di parlarne?-
Gira la testa verso di me e mi ritrovo ancora immersa nei suoi occhi verdi.
-Magari dopo, con più calma-
Annuisce e continua a guardare la strada.
La notte è ormai scesa quando accosta ad un parcheggio, in prossimità del bosco. Mi invita a scendere e mi fa luce con la torcia del suo telefono.
-Eccoci arrivati-
Stende sul prato un telo da picnic e si sdraia con le braccia dietro la testa.
Lo imito e mi sdraio accanto a lui con le braccia lungo il corpo.
-Non è spettacolare?-
Mi chiede voltando la testa verso di me.
-Meraviglioso-
Sorrido ancora e guardo il cielo cercando tutto ciò che non riesco a trovare in me, la forza che mi manca.
-Mia madre è morta,-
Respiro.
-In seguito mio padre è finito in brutti giri, droga e alcool. A casa non c'è mai, le poche volte che mi degna questo onore è ubriaco con la sua fidanzatina puttanella di quarant'anni meno. Io e i miei fratelli viviamo così,-
Respiro ancora.
-In modo precario-
Ce l'ho fatta. Ho raccontato la mia storia a qualcuno. Perchè proprio a lui? Sento di potermi fidare, di mettergli il mio cuore in mano e avere la certezza che lo tratti come un tesoro di estremo valore.

Colin's pov

Mi sentivo nella stessa situazione di prima: vederla soffrire e non sapere cosa fare per aiutarla.
Le passo un braccio dietro le spalle e le faccio appoggiare la testa sul mio petto. Le accarezzo i capelli e le guance. Le lacrime incominciano a bagnarle il viso e io le asciugo passandoci sopra il dito. È così bella, anche mentre piange: mi sento in dovere di proteggerla, la sento così fragile come uno stelo d'erba in mezzo alla tempesta.
-Ci sono io, ti aiuterò, conta su di me-
Penso sia la cosa più giusta da dirle. Mi metto a sedere alzando anche lei, la guardo fissa negli occhi e la abbraccio. Mi sento bene, le bacio la fronte e le stringo la mano.
Ormai si è fatto tardi, abbiamo chiacchierato tutta la sera per cercare di distrarla dai suoi pensieri e sono riuscito pure a farla ridere. Madonna il suo sorriso! È capace di illuminare anche la notte più buia.
Saliti in macchina partimmo verso casa sua, arrivati al vialetto la vidi sbiancare di colpo. C'era una macchina parcheggiata fuori e le luci accese in casa.
-Non possono essere i miei fratelli, sono al mare dalla nonna questo weekend-
Mi spiegò spaventata Charlotte.
-Questa notte dormi da me, ho deciso. I miei, visto che abitano lontano, mi hanno affittato un monolocale per permettermi di studiare qui.-
-Grazie-
Rispose e la macchina sgommò via alzando un misto di neve e fango.

La ragazza dai capelli neriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora