Shane sonnecchiava sul pavimento di legno della stanza del suo ragazzo. Nonostante fosse in forma umana e si trasformasse molto più raramente rispetto ai primi tempi in cui stavano insieme, non riusciva a liberarsi dei propri comportamenti lupeschi (come dormire ovunque, comodo o no che fosse, o non provare un minimo di pudore passando dall'essere lupo all'essere umano e nudo).
Quel giorno Chase era andato a scuola. Viveva assai distante dalla città, quindi stava perlopiù a casa, frequentando le lezioni una o due volte a settimana.
Una voce inconfondibile (ma prima di essa i suoi passi) strappò il castano dal proprio sonno. Un'altra voce, sconosciuta, proruppe in una risata, coprendo quella di Chase.
Shane si stiracchiò senza fretta e si trascinò alla finestra per vedere. Il suo umano del cuore stava parlando con un altro ragazzo, alto, moro e dagli occhi verdi come le foglie delle querce in primavera.
- Uh?
Chiacchieravano fra loro in maniera amichevole e rilassata, ma c'era qualcosa nello sguardo dell'estraneo che lo allarmava. All'improvviso egli abbracciò Chase, sorridendo, felice come una pasqua.
Il ragazzo dagli occhi rossi rise nervosamente.
- Dai, staccati, Edward - lo sentì dire.
Edward.
L'altro fece ciò che gli veniva chiesto, fissandogli le labbra.
Il ragazzo-lupo sentì una rabbia incontrollabile scuoterlo da capo a piedi. Un attimo dopo, senza che davvero lo volesse, si ritrovò lupo. Corse verso la porta e le diede la solita testata che sempre serviva, nonostante Chase l'avesse implorato di non farlo.
I due ragazzi si voltarono a fissarlo quando apparve, ringhiando. Il suo umano del cuore si staccò di colpo, supplicandolo con lo sguardo di darsi una calmata.
Shane non ci badò e atterrò Edward, furioso.
- Shane, no! Lascialo!
Il lupo ringhiò più forte. Edward si coprì il volto con le braccia. All'improvviso l'animale percepì qualcosa poggiarsi delicatamente sul proprio fianco e poi spingerlo via con decisione. Con un guaito di sorpresa perse la presa sul corpo del ragazzo e rotolò sulla schiena.
Chase lo fulminò con lo sguardo.
- Fila di sopra! - tuonò, indicandogli la porta. Edward era ancora paralizzato dal terrore.
- T-tu sei p-pazzo! - disse. - Un lupo! Un lupo! In casa! E ha pure un nome! E obbedisce! Sei pazzo!
Shane trotterellò nuovamente in casa, le orecchie aderenti al capo e la coda fra le zampe. Il ragazzo dagli occhi verdi fuggì in tutta fretta.
Il moro andò in cerca del lupo. Lo trovò nella propria stanza, seduto in una posizione scomoda e gli occhi dorati sfuggenti. Si sedette davanti a lui.
- Avanti, trasformati - ordinò con voce incolore.
L'animale non si mosse.
- Forza, so che puoi farlo.
Puf!
Il castano continuò a tenere lo sguardo basso e chiuse le gambe, imbarazzato e pieno di vergogna. Chase rimase calmo e indecifrabile, eppure il ragazzo-lupo poteva annusare la sua rabbia.
Restò tremante e in silenzio, aspettandosi il peggio del peggio. L'avrebbe cacciato? Gli avrebbe detto di tornare nel bosco e non farsi vedere mai più? Cosa gli era preso?
- COSA DIAVOLO TI È PRESO? - sbottò infatti il moro, gli occhi che sprizzavano scintille. - Perché ti sei trasformato?
- Non è stato volontario - pigolò il fidanzato, affondando il viso dietro le braccia. Chase deglutì e scrollò il capo.
- No?
- Mi ha fatto rabbia che ti stesse abbracciando... e fissando le labbra - mugugnò Shane.
Il ragazzo sorrise, intenerito, e lo accarezzò sul capo.
- Si chiama gelosia - disse, addolcendosi.
- Gelosia...?
- Non è un male. È una sensazione come di rabbia mista a fastidio verso chi tocca qualcosa o qualcuno che percepisci come tuo.
Il castano continuò a fissare il pavimento, abbattuto.
- Scusa - mormorò. - Io... tornerò nel bosco, o mi troverò un altro territorio... non mi avvicinerò più a un umano.
E si alzò. Un attimo dopo era un lupo ed era saltato sul letto, pronto ad uscire dalla finestra socchiusa. Anche Chase si alzò e lo abbracciò saldamente, bloccandolo.
- Ehi. Non dire stupidaggini. So che non gli avresti fatto del male... forse un po'... ma non devi andartene per questo. Puoi controllarti, no?
Shane annuì.
- Credo... credo di sì - disse. Iniziava a padroneggiare un po' meglio il linguaggio umano anche nella propria forma alternativa.
Tornarono a sedersi. Il moro affondò le mani nel pelo folto appena sopra il collo.
- Io ti amo, Shane. Non sarà per un altro... umano che non m'interessa affatto che ti lascerò.
Il lupo mugolò e strofinò il capo sotto il palmo della sua mano.
- Romperò il patto con la luna, allora! - esclamò e fece di nuovo per uscire. Chase lo riafferrò, solo che stavolta con tanto slancio che rotolarono entrambi giù dal letto.
- No, accidenti! La vuoi smettere? Perché dovresti? Sei stufo di essere un lupo?
Shane si trasformò tra le sue braccia.
- Mi piace essere un lupo. Ma per te lo farei... almeno sarei un umano e basta - disse, abbacchiato. Il moro lo baciò sul collo.
- L'unica cosa che devi fare per me è amarmi, stupido.
Il ragazzo dagli occhi dorati si rigirò e affondò il viso nel suo petto.
- Ti amo... ti amo... ti amo così tanto che vorrei ulularlo ogni notte alla luna...
Chase rise.
- Bravo ragazzo.
Chase alzò lo sguardo dal libro, scandalizzato.
- EMMA!!!
La moglie del cugino, nonché madre di un piccolo Raphael (tre anni), non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere.
- Che c'è?
- Non mi comporterei mai così! - sbottarono in coro Shane e il fidanzato.
- E poi sembro passivo... - aggiunse il ragazzo dagli occhi rossi, sottovoce. Il castano sogghignò.
- Un bel morso ad Edward avresti potuto metterlo...
Emma sogghignò a sua volta.
- Ah, Chase, ma non lo sei?
Scoppiarono tutti a ridere, anche Niko che era appena sbucato dalla cucina. Tutti a parte il piccolo Raphael, troppo ingenuo per capire, e il diretto interessato, che li fulminò con lo sguardo.
Come sempre, il libro diventò un best-seller.
FINE
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Patto con la luna
WerewolfChase vive da solo in una casa interamente fatta di legno al limitare del bosco. Bosco abitato da scoiattoli, corvi, volpi, cervi e soprattutto lupi. Ne è sempre stato affascinato, quando un giorno stringe amicizia con un grosso lupo dagli occhi dor...