Non lo cerco' più e lui non cercava lei. Gli anni passarono e, tre giorni prima dei suoi 18 anni, lui la richiamo'. "Quando fai il compleanno?" "Tra tre giorni, il 9 ottobre! Faccio 18 anni." Lui, che anni prima aveva perso una figlia di 17 anni, penso' bene di rispondere: "Sei arrivata pure a 18 anni?" Sul momento lei non tenne conto di questa frase, ma, dopo aver finito la telefonata, penso' "Cosa voleva dire? Non avrebbe voluto che io arrivassi al mio primo traguardo? Non è colpa mia se ha perso una figlia!" Delusa per la seconda volta, continuo' la sua vita. Il giorno del suo compleanno arrivò e lei attese invano la telefonata di suo padre che non arrivò. Lui andò in vacanza nel paese di sua figlia, venne a sapere, da fonti attendibili, che sua figlia era ricoverata in ospedale e non era in buone condizioni. Tutto ciò, però, non lo tocco' minimamente, non le telefonò, non andò mai a trovarla, non chiese più a nessuno come stava e non la cerco'. Insomma, un padre modello. Qualche anno più tardi Tamara riallaccio' i rapporti con quel genitore che così tante volte l'aveva delusa. Torno' a Firenze a trovarlo e dovette dormire, sta volta, nella casa di cura dove lui era direttore, ciò perché la sua ex compagna non la voleva in casa sua, le portava fastidio trovarsela tra i piedi. (Che simpatica!!) La ragazza era terrorizzata all'idea di restar li a dormire senza nemmeno la sua presenza a fianco. Non dormiva la notte, prendeva continuamente caffè e dimagrì dieci chili nei 20 giorni trascorsi li. Quando torno' a casa stava malissimo. Trascorse ancora qualche anno e, nel frattempo, i due si sentivano al telefono ogni fine settimana. Un giorno lui le disse: "Tra qualche giorno scendo in Sicilia, mi trasferisco li!" La figlia fece i salti di gioia, ma il suo fidanzato la mise in guardia: "Amore stai attenta, un rapporto a distanza è molto diverso da uno tra due persone vicine. La differenza è che tra due persone che si vedono una o due volte l'anno i rapporti vanno a gonfie vele perché si conoscono poco e non hanno il tempo di litigare, si fanno una festa ogni volta!" Lei sapeva che, come ogni volta, lui aveva ragione, ma voleva godersi un po di più quella presenza che aveva sempre desiderato di avere accanto. Per un po le cose vanno benone. Si vedono spesso e pranzano insieme. La casa in cui abita però non è adatta a lui e vorrebbe cambiare. Per tre giorni Tamara e il suo ragazzo lo accompagnano per un giro di perlustrazione in paese, alla ricerca di una nuova casa in affitto. Alla fine la trovano e lo aiutano a fare il trasloco. Nella nuova casa, Tamara può andare solo ogni 15 giorni, ma ogni volta stanno bene insieme. Lei cucina, lava i piatti, pulisce casa, chiacchiera, si fa stilare una lista delle cose che gli mancano e gliele compra (mestoli, tazzine, caffettiera, zerbino, stendino, tovaglie, posate, portaposate, colapasta, ecc...) Un giorno però Tamara ha appena finito di lavare il pavimento della cucina e attende che si asciughi per rimettere tutto al proprio posto. Il padre sta per entrarci e lei lo blocca, tenendolo delicatamente dal polso. "Papi aspetta un attimo che si sta asciugando!" Lui, con poco rispetto, le risponde: "Beh in caso ci ripassi!" Lei si rassegna, lui entra in cucina, apre il frigo, guarda al suo interno ed esce senza prender nulla. Lei si arrabbia e, dopo un po, gli dice: "A me fa piacere pulire casa tua, non voglio lasciarti vivere in mezzo al porcile." Lui, indispettito: "Se non ti va di stare in mezzo al porcile, li ci sta la porta, puoi anche andartene!" Ecco come si ringrazia, lui si che lo sa!! A questo punto lei prende le sue cose e va via, decisa a non volerlo più vedere, né sentire. Dopo una settimana però lo richiama, gli chiede scusa e lui le dice: "Chiedere scusa è troppo semplice, ci devo pensare a lungo. Forse non ti sei ancora accorta che sono tuo padre!" Eh certo, come no?? Lei non si è accorta. Lui invece quando si era accorto di avere una figlia che da 15 anni le correva dietro? Sempre se se ne era accorto, ovviamente! A lei non sembrava! Ormai lei è diventata grande, ha 30 anni. Comunque continua imperterrita a chiedergli scusa via sms, via e-mail, via telefono, non ottenendo nessuna risposta positiva. Sei mesi dopo le arriva la sua telefonata, ma adesso è lei che non vuole più saperne, non ha più voglia di soffrire, di beccare delusioni continue, ha solo voglia di serenità e lui non può e non sa dargliela, quindi, anche se a malincuore, lo allontana, non lo cerca più e tutt'oggi non si parlano e non si vedono. Solo qualche mese fa lei le ha scritto una lettera che non gli ha mai spedito, perché tanto sa che lui, vedendo il mittente, non la leggerebbe ma la strapperebbe senza pensarci due volte.
Ecco la lettera:
È da quasi due anni che non ci rivolgiamo la parola e, come noterebbero tutti, continui imperterrito a girovagarmi in testa. Il mio cuore ti ha già mandato via, ma la mia mente si ostina a pensarti ancora. Spero che non vuoi più nulla da me, non me ne frega niente se stai male o no, io non ci sono per te, come tu non ci sei stato quando, nel 2005, io ero in ospedale e tu lo sapevi ma te ne sei fregato come fai sempre. I tuoi figli... Non ho parole credimi... Non sei degno di noi, non ti sei mai meritato il nostro affetto, ti sei giocato tutte le possibilità che ti abbiamo dato, non hai saputo amarci come si dovrebbe. Pensavo tu fossi cambiato negli anni, invece sei andato a peggiorare. Di te non avrei voluto manco il colore degli occhi, perché, grazie a questo maledetto azzurro, ho problemi di vista. Dopo la morte di tua figlia potevi prendere la palla al balzo e coprirci d'amore, quell'amore che non potevi più dare a lei, invece ti sei chiuso in te stesso e ti sei dimenticato di noi. Forse non eravamo alla tua altezza? Tuo figlio lo hai lasciato dalla nonna, per quanto riguarda me, mi hai totalmente cancellata dalla tua vita. Guarda che non l'abbiamo ammazzata mica noi? Che colpe avevamo? Io che, quando ero piccola ti aspettavo, chiedevo di te, avrei voluto passare del tempo con te. Tu, invece, vorrei sapere quante volte mi hai pensata, se mai lo hai fatto. Dove diavolo eri quando piangevo come una disperata a 6 anni davanti al corpo senza vita di mio nonno? Dove sei stato per 30 anni? Hai mai chiesto a qualcuno se ero viva o se stavo sotto 20 metri di terra? Hai mai spiegato ai tuoi amici di avermi abbandonata a sei mesi, di non avermi mai cercata, di avermi solo fatto del male, o ti sei sempre vantato del fatto di aver lasciato mia madre? Si, perché per te questo e' di sicuro un vanto, una cosa di cui vai fiero, perché il tuo cervello malato non capisce che a giocare coi sentimenti altrui si fa solo del male. Adesso sei rimasto solo, che c'è? Ti senti triste? Mi dispiace, anzi no, te la sei voluta. Sai, mio suocero è un grande. Mi vuole bene più di una figlia, quello che non hai fatto tu. Lui è una persona fantastica, sa fare il padre, l'amico, il suocero, mi aiuta, mi consiglia, mi insegna, e tu? Cosa hai fatto per me? Ti sei perso tutto, mio nonno mi ha cresciuta amandomi ogni santo giorno, lui non si è perso i miei primi passi, il mio primo giorno di scuola, il mio battesimo, il mio primo dente, la mia sofferenza, i miei pianti, le mie risate, le mie domande. Mi ha vista crescere piano piano, mi ha accompagnata durante i primi sei anni della mia vita, e so che ora sarebbe orgoglioso di me. Tu invece sei sempre stato un'estraneo. E tua sorella? Dimmi, quante volte avrete sparlato di me e della mia famiglia? Magari ridendoci pure sopra. Da quando non ci parliamo più io e te, nemmeno lei si è più fatta sentire. Cos'è? È stato un affronto troppo grande il mio? L'ultima volta che ci siamo sentite le ho chiesto di te, mi ha detto che stavi bene fisicamente. Perché mi sottolinea "fisicamente"? Moralmente non stavi bene? Beh, nemmeno io, ma se tu non stavi bene mi avresti perdonata nell'istante in cui ti ho chiesto scusa, cosa che ho fatto per ben tre volte. Non mi avresti di certo risposto dicendomi che io non mi ero ancora accorta che tu fossi mio padre (e tu, quando, per curiosità, ti sei accorto che io ero tua figlia?) e che ci dovevi pensare a lungo prima di potermi perdonare (io ti ricordo che non ci ho pensato un secondo a perdonarti ogni volta che mi hai delusa) e che era troppo facile chiedere scusa (io intanto l'ho fatto, tu non ti sei mai degnato di farlo). Non mi hai chiesto scusa nemmeno quando per telefono mi hai sonoramente mandata a quel paese, solo perché ti avevo chiesto di telefonarmi una volta al mese, visto che ogni giorno io scendevo in cabina telefonica per sentirti. Insomma posso dire tranquillamente che mio padre mi ama, vero? Che è un buon padre è che merita il meglio, no? Dovrei pure ringraziarti. Non ci sei mai, non mi cercare più.

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E tu non ci sei!
RandomQuando uno dei due genitori manca di affetto... Storia di una figlia che provo' a cambiare il padre.