Prologo

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"Faremmo meglio a entrare prima che io inizi a pentirmene" borbottò piano Zayn, stringendo contro la giacca la sua cartella mentre l'aria fredda di Gennaio lo colpiva in pieno viso, simile ad uno schiaffo sulle sue guance; si bagnò le labbra una, due, tre volte finchè non furono abbastanza umide, una sua pessima abitudine che Liam gli aveva detto innumerevoli volte di evitare.

Parlando di Liam, aveva già raggiunto l'ingresso della struttura, cercando di aprirlo, ma il suo enorme peso lo rendeva difficile.

"Magari è un segno, non credi? Forse non dovremmo entrare" mormorò Zayn, avvicinandosi a Liam.

"Cioè, mi piacerebbe ma- si interruppe non appena Liam gli lanciò un'occhiataccia, consigliandogli silenziosamente di tacere per la sua salute.

"Abbiamo fatto cose molto più pericolose di questa Malik" lo rimproverò Liam, cercando di essere professionale chiamandolo così per cognome, cosa che irritava tutte le volte Zayn, forse il vero motivo per cui Liam lo facesse.

Liam aveva sempre quell'aria attorno a sé che lo rendeva inavvicinabile, e Zayn giurava di poter contare sulle dita di una mano le volte in cui gli aveva dato un sorriso caldo e genuino.

Okay, forse avrebbe dovuto usare solo un dito.

Il punto era che, merda, Zayn era veramente spaventato in quel momento e l'ultima cosa che gli serviva era un Liam Payne dal cuore gelido che lo sollecitasse ad entrare nell'edificio infestato.

"Se hai intenzione di comportarti come una femminuccia isterica, forse dovrei essere io a farti strada" commentò Liam senza mezzi termini, aprendo il cancello mentre un forte stridio riecheggiava nell'aria, facendo accapponare la pelle di Zayn al di sotto del cappotto nero che era solito indossare.

La prima cosa che notò del Manicomio Whittingham fu che la costruzione fosse completamente decrepita, la pittura marrone era quasi completamente svanita, rivelando i mattoni rossi e neri che tenevano ancora in piedi la struttura. L'odore di abbandono e di sporcizia penetrò nelle sue narici , così si coprì il naso, sentendosi male.

"Non voglio restare qui" ammise senza però smettere di seguire Liam che stava cercando di aprire la porta di quel terribile e desolato manicomio. "Di chi è stata l'idea di venire qui?" continuò con tono lamentoso.

"Malik, sarei davvero felice se tu continuassi a stare zitto, come è tuo solito. Ma a quanto pare, questo non è il giorno giusto" replicò sottovoce l'altro agente, aggiustandosi la cravatta prima di spingere la porta di legno, per poi fermarsi sulla soglia e fare cenno al collega di entrare.

Stranamente questa volta Zayn non esitò.

L'interno era inquietante almeno quanto l'esterno, simile ad una casa infestata dalla quale una volta entrati era impossibile fuggire.

E a Zayn non andava di morire li dentro, assieme ad un Liam facilmente irritabile.

"Prova a immaginare come doveva essere 80 anni fa..." sussurrò Zayn, osservando le vecchie finestre.

Immaginò che un tempo doveva essere stato un bel posto per vivere, soprattutto per persone con problemi mentali.

"Non esserne così affascinato- lo rimproverò Liam, sempre pronto a infastidirlo- I pazienti non si divertivano certo qua dentro. So che era definito come l'inferno sulla Terra, durante i suoi primi anni" mostrandogli un fascicolo pieno di carte, numeri, anni, documenti firmati che erano stati dimenticati col tempo.

"Cos'è tutta questa merda?" chiese Zayn.

"Quello che tu hai dimenticato di portare, visto che io sono il più responsabile tra noi due" rispose serio Liam.

Certe volte Zayn desiderava che Liam fosse un po' più comprensivo con lui, sperando di avere un giorno una conversazione normale in cui lui non si sentisse inferiore, perché Liam aveva molta più esperienza di lui nel loro campo e sicuramente il suo lavoro era migliore.

Dopotutto Zayn era solo un codardo, un codardo che non serviva a nulla.

"Guarda qui- lo chiamò Liam, mostrandogli un corridoio deserto sulla sinistra, dopo che ebbero camminato vicino ad alcuni vecchi materassi che puzzavano di ratto morto- Dubito seriamente che qualche paziente abbia trovato il suo soggiorno piacevole".

"in realtà qualcuno sì" commentò qualcuno.

Zayn sentì il cuore smettere di battere quando udì la voce di una donna anziana provenire da dietro le sue spalle, così si aggrappò al braccio di Liam cercando un po' di supporto mentre lentamente si voltava.

La donna no doveva avere più di 80 anni, con lunghi capelli grigi e con indosso un antiquato abito nero.

"Alcuni di loro passavano la loro vita su questi letti" continuò.

Zayn iniziò a trovarla interessante, così rimase in silenzio e in attesa.

"Chi sei tu?" ringhiò sospettoso Liam, rovinando il momento come suo solito,mentre aggrottava le sopracciglia e serrava le labbra.

"Angela, suppongo che potreste chiamarmi così" rise lei, sbattendo le ciglia. "Sono sorpresa che non conosciate la storia dei due ragazzi che vissero in questa stanza".

"Quali ragazzi?" chiese Zayn sollevando un sopracciglio.

Nonostante la donna lo spaventasse, voleva ascoltare quello che aveva da dire.

Alla fine non voleva morire con Liam e nemmeno solamente con i fantasmi di quel posto infestato.

"è una storia lunga, non sono neanche sicura di ricordarmi bene i loro nomi. Uno era Styles, se non sbaglio.

Sì proprio lui, povero ragazzo, quanti guai ha passato... Era il più vecchio e proveniva da una ricca famiglia.

Mentre il più piccolo, Louis Tomlinson, non aveva ancora finito la scuola".

Angela si fermò osservando il pavimento.

"non ho mai visto due persone innamorate come loro".

Poi sorrise: "Volete che vi racconti la loro storia?"

Sweeter Than Heaven L.S.- Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora