Ci sono momenti nei quali ti ho fatto la finestra di casa, per puro caso, vedi dei bambini giocare a palla dall' altra parte della strada.
Ci sono solo loro.
Giocano,ridono,saltano,corrono e si divertono.
Poi guardi attentamente e ti sembra che quel bambino, dall' altra parte della strada, sia proprio tu.
Ride e ti viene in mente quando eri piccolo e ridevi.
Gioca e ti viene in mente quando eri piccolo e giocavi.
E così per tutto il resto.
Poi ti viene in mente quando eri a scuola, alle elementari, quando c'era la ricreazione, quando ti divertivi coi compagni e quando la maestra di matematica gridava a squarciagola e saltavi per aria.
Questo succede spesso a Brian.
Ogni volta che ricorda questi momenti si sente bene.
Ricorda la prima elementare.
Ricorda il primo giorno di scuola, quando piangeva perché non voleva entrare in classe. Pensava che la maestra fosse un mostro.
Allora la mamma lo accompagnava.
Così per due settimane. Poi Brian aprì la porta della classe e finalmente entrò da solo.
Ricorda la seconda.
Operazioni di matematica.
Parole.
Frasi.
Ricorda la terza.
Flauto.
Ricorda la quarta.
Dettati.
Verifiche difficili.
Scienze.
Storia e geografia.
Un mondo di scoperte.
Ricorda la quinta.
Ricorda che correva e si divertiva coi suoi compagni.
Si divertiva.
Era il più grande.
Aveva 11 anni, del resto, anche già altri avevano 11 anni ma lui li aveva compiuti prima.
Un gioco a cui giocava molto era calcio, anche se, a dirla tutta, era una schiappa con il pallone fra i piedi.
Ma a lui non importava.
Rideva comunque.
Si divertiva.
Ricorda tante cose da imparare,da leggere e da scrivere.
Dall'alfabeto alle parole dalle frasi minime ai temi.
Dai numeri alle operazioni e alle frazioni.
Dal germoglio alla pianta.
Dalla nota allo spartito.
Ma ora è tutto più difficile.
Fra due settimane inizia la scuola.
Le medie.