Capitolo 7 Assemblea

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Era una ventilata giornata d'autunno, le foglie cadute erano una decina e i pedoni per la città molti di più; Edit si apprestava a tornare a casa dopo svariate ore di lavoro mattiniero in ufficio.
Adorava il suo lavoro ma per pranzo tornava il più delle volte a casa.
Vide l'edificio imponente appena mise piede nella via Asserring; con calma e in piena tranquillità salì le scale non prima di avere ghignato davanti alla portinaia italiana, ed entrò in casa.
Appena entrò le ossa furono attraversate da un brivido. La casa si era oscurata, le finestre erano scure e le porte chiuse, perfino quella scorrevole del corridoio.
Lou arrivò saltando, dalla gioia e dalla disperazione, e come una povera stracciona, le prese le mani e la scosse.
-Aiuto, voglio tornare a casa ha chiuso tutto. Non vuole neanche vedere la luce del sole!
-Chi? Chiese la ragazza togliendo le mani dell'altra da dosso.
-Melker non ha avuto il lavoro.
Edit sospirò affranta, Melker a volte sapeva essere un bambino viziato.
Però l'aspetto positivo era che teneva molto agli amici.
Si tolse il giubbotto marrone stile tubetto e lo ripose comodamente su una sedia, poi lanciò la borsa verso Lou che la prese al volo, ricordandosi di prendere il portafoglio dopo, così facendo la ragazza saltò dalla sorpresa senza però far cadere la borsa.
-Vado da lui. Disse digitando sullo schermo del suo cellulare un messaggio su un gruppo di Whattsapp.
-Che cosa hai scritto? Le chiese Lou mentre poggiava la borsa su divano.
-Aiutami prima ad aprire le finestre. Le rispose a tono, mentre apriva le tendine bianche trasparenti.
Affianco alle tre spaziose finestre vetrate, vi erano fiori e se si usciva da una porta finestra si arrivava ad un piccolo balconcino che si affacciava su un canale, azzurro, non tanto pulito da essere limpido ma non tanto sporco da emanare fetore.
Poi anche il salotto era ricco di piante, vicino alle porte c'erano dei grandi vasi contenenti piante verdi dalle foglie larghe e scure, prive di fiori; poi vi erano i tulipani sul tavolo e le gardenie sul balcone chiare.
Tutta opera di Mindy e sua, quando l'anno prima la ragazza aveva avuto una rottura incendiaria con un tale, un ciclista.
Era stato meglio un piccolo giardino che vederla a casa loro a bruciare riviste su riviste e mangiare tutte le scorte della credenza.
Edit respirò a fondo col naso per assumere aria pulita.
-Molto meglio. Dei rumori provenivano da fuori il corridoio, passi pesanti. Veloce come un lampo un ragazzo spagnolo aprì la porta ed entrò nell'appartamento affannato.
-Ciao anche a te Miguel. Lo salutò Edit sulle sue.
-Ehilà. Disse il ragazzo sedendosi sul divano, aveva capelli lunghi che gli coprivano le orecchie, ma che lo rendevano un ragazzo molto trasgressivo, aveva occhi profondi, naso pronunciato e labbra fini; il corpo era muscoloso e le spalle larghe, aveva 23 anni ma era ancora un povero scapolo universitario.
-Miguel lei è Lou, Lou ti presento Miguel. Fece le presentazioni contro voglia Edit.
Il ragazzo appena notò la francese sorrise malizioso, avvicinandosi a lei con calma.
-Ma ciao, io sono Miguel Ramirez Golia. È un onore conoscere una ragazza tanto bella come te. Iniziò nel presentarsi il ragazzo baciando la mano di Lou, che nel frattempo si era come impietrita.
-Miguel levita di torno. Disse Edit mentre guardava disgustata il ragazzo.
-D'accordo. Come richiesto il ragazzo tornò al suo posto fermo e imbarazzato.
-Tranquilla ci ha provato anche con la portinaia. Disse Edit rivolta a Lou che sorrideva a forza, tanto da far paura.
-Allora sei qui perché? Chiese la francese nascondendo malamente l'irritazione al giovane.
-Oh, ho ricevuto il messaggio-prese il telefono e lesse- "ragazzi emergenza numero 3 Usignolo".
-E che vuol dire? Chiese alla coinquilina.
-Ehm ragazzi vuol dire amici, emergenza vuol dire che qualcosa non va, fammi pensare...oh giusto numero 3 sta a significare lavoro e Usignolo è il soprannome di Melker.
Se fossero stati in un reality show si sarebbero potute sentire le risate del pubblico.
-E chi altro verrà? Chiese accigliata.
-Facile tutti noi. Spiegò il ragazzo così chiaramente da far suscitare ancora più dubbi; Edit si godeva la faccia di Lou che supplicava aiuto al Padre Eterno.
Solo in quel momento si accorse quanto erano uniti loro, come amici, quella loro era una piccola comunità.
Ambigua e stravagante come amicizia ma solida.
-Vado a prendere lo sventurato. Non vi mangiate.
Disse andando in camera di Melker. Sapeva che la situazione sarebbe diventata divertente.

Ciao a tutti che ve ne pare?
Ora si inizia a vivere in quel covo di matti.
Che ne pensate degli amici?
E Miguel che fa il casca morto con tutte :)?
Povera Lou, ma vedrete che sopravviverà... Più o meno.
Allora annunciò che le cose cambieranno leggermente.
Per prima cosa il titolo cambierà, perché è mia intenzione scrivere delle vite di otto amici, uno più diverso dell'altro; perciò userò Lgbt come sottotitolo del primo volume di questa storia.
Intendo fare più libri.
Quindi se avete qualche idea commentate, prenderò in considerazione tutti i suggerimenti e magari qualcuno di Voi scriverà il futuro titolo!!!
Seconda cosa lo schema cambierà raccontando di otto persone che nel prossimo capitolo saranno tutti nello stesso pianerottolo ad aiutare Melker.
Al prossimo aggiornamento :))

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