Prologo

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Se vi chiedessero di riassumere la vostra adolescenza in poche parole, cosa rispondereste?
Immagino che molti direbbero feste, ragazze/i, amici , ribellioni, insomma i ricordi migliori della vostra vita.
Altri ne parlerebbero come gli anni peggiori della loro esistenza per motivi validi.
Altri ancora direbbero che è una fase di alti e bassi, in cui affronti tutto per la prima volta.
Io invece ne parlerei come di un ponte che collega l'infanzia al diventare adulti.
Dopo aver attraversato il regno dei balocchi  ti trovi lì, davanti a quei pezzi di legno allineati e sai che l'unico modo che hai per raggiungere l'altra sponda è camminare lungo quella via stretta e poco sicura.
Non sai cosa c'è dopo, ma sai con assoluta certezza che non puoi rimanere lì davanti per sempre. O resti nel  paese delle meraviglie o ti getti verso l'ignoto. Ed è quando decidi di buttarti che inizi a correre lungo quel ponte. Corri e non ti importa di cadere nel vuoto.
L'unica cosa che ti interessa è muoverti perché se resti bloccato troppo tempo su un'asse , la paura di ciò che ti circonda aumenterà.
Vai con passo spedito, ammiri tutto ciò che hai intorno e assapori ogni singolo momento.
Magari una trave sarà più pericolosa di altre, ma non ti lasci incantare.
Magari rischierai di sprofondare e sarai ad un millimetro dall'oblio, però comunque ti rialzerai e ricomincerai a correre.
Più cerchi di andare veloce e più la strada sembra diventare sempre più lunga.
Sembra che quel ponte sia infinito, ma quando ti volti, vedi che hai percorso solo pochi metri. Così ti giri e riparti, pronto a muovere le gambe più rapidamente possibile.
Poi c'è chi guarda solo ciò che c'è sotto e si muove piano, con terrore e non si rende conto di ciò che gli sta a torno.
E chi invece si muove troppo velocemente e non ha visto assolutamente nulla. Né sopra né sotto.
E poi ci sono io, che corro con un passo sostenuto,guardo ovunque e mi godo il paesaggio che mi circonda e cerco di far restare impresso nella mia mente tutto quello che ho visto.
Ormai corro da quando ho dieci anni e sono arrivato allo sprint finale.
Mancano pochi metri e finalmente ho superato quel ponte e saprò cosa mi aspetta.
Solo che mi fermo e mi chiedo se sia giusto andare avanti.
Tutta quella voglia che avevo di arrivare alla fine, di superare l'adolescenza, è sparita.
Vorrei che quel ponte non finisse mai, ma è come se una volta attraversata un'asse, questa si disintegrasse.
Ad ogni passo la paura del l'ignoto inizia a farsi sentire.
Che mi aspetta una volta concluso il liceo? A quale università mi iscriverò? Avrò mai una famiglia? Avrò un futuro all'altezza delle mie aspettative?
Se resto bloccato su quel pezzo di legno so già quello che mi aspetta.
Potrei restare a Brighton, dirigere il ristorante del nonno e vivere per un po' con mamma, papà ed Isabel, ma questo significherebbe rinunciare ai miei sogni.
Che faccio? Torno indietro, mi getto nel vuoto, o corro fino alla fine?
Sono Joshua Miller, ho diciotto anni , sono bloccato su questo legno da quasi un anno ed è proprio qui che comincia la mia storia.
La storia prima della catastrofe.

Prima della catastrofe| Prequel viaggio verso me stessa|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora