Sheryl's point of view.
La sveglia del cellulare suona.
Ore 18:40 di mercoledì 14 settembre 2015, devo andare a prendere un mio amico a casa sua, poi insieme andremo alla Scala. Mi alzo in piedi e vado verso la porta."E chiav', ne storda!"
Ah, il mio fratello maggiore rompicoglioni. Chissà perché ancora nessuno l'ha messo sotto con un TIR.
"Ti calmi? Le stavo prendendo"
"Si certo, come no"
Esco di casa sbattendo la porta, prendo gli auricolari dalla tasca e li inserisco nel cellulare, apro come sempre la mia playlist "mayonnaise random" e inserisco la riproduzione casuale. Parte "three little birds" di Bob Marley. Perfetto, lo zio Bob sta bene in qualsiasi momento. Metto le cuffie nelle orecchie e mi perdo tra il reggae e i miei pensieri. Finalmente il pullman, dio mio, mi sembra quasi un dono sceso dal cielo. Questo fottutissimo coso é sempre in ritardo quando mi serve, che fastidio! Salgo, come sempre senza biglietto (non ho nessuna intenzione di spendere un euro a corsa), e mi siedo in uno dei posti liberi dietro, con "Back in black" degli AC-DC sparata nelle orecchie. Dopo undici lunghissime fermate, finalmente arrivo al capolinea. Perché quel deficiente di Tanc deve abitare per forza in culo al mondo? Una domanda a cui non mi saprò mai dare una risposta. Perché devo sempre passarlo a prendere per andare alla Scala? Bah, un altra domanda senza risposta. Arrivo sotto il suo portone e busso.
"Chi é?" una voce di bambina mi risponde al citofono.
"Berenice, piccola, sono Sheryl. Fai scendere quel deficiente di tuo fratello?"
"Subitissimo!"
Dopo nemmeno un minuto sento un altra voce nel citofono.
"Sheryl, tesoro, sicura di non voler entrare? Sto sfornando la crostata alla ciliegia, la prima fetta é tua"
"Mi stai tentando Anna, ma non preoccuparti. Dobbiamo andare velocemente alla Scala io e Tancredi, sarà per la prossima volta"
Non c'é chissà quale fretta in realtà, ma preferisco andarmene subito, ho una voglia matta di una sigaretta in questo momento.
"Okay, alla prossima, salutami tua madre"
"Sicuro"
Dopo un paio di minuti lo vedo uscire dal cancello della sua abnorme villa.
Tanc.
Tancredi Galli.
Il mio migliore amico.
Ci conosciamo da diversi anni ormai, probabilmente 6 o 7, e siamo sempre stati legatissimi, fin da piccoli.
Tancredi é moro con gli occhi scuri, tiene sempre i capelli lunghi sparati a caso in testa e dei braccialetti di cuoio. Ha un carattere che non saprei descrivere, diciamo che con la maggior parte delle persone é un acido di merda ma sticazzi, io gli voglio bene per come è.
Mi tolgo le cuffiette e gli salto al collo."Sheryl, lo sai che ti voglio molto bene anche io, ma così mi uccidi il collo... Non vorrai rovinare questo bel Tancredi, sarebbe un vero peccato"
"Sei un cretino, lo sai?"
"Ma tu mi ami lo stesso"
"Mmh, forse"
Cominciamo a camminare verso la fermata della metro, intanto mi racconta della sua ultima scappatella con una certa Romilda di 3ªH, credo che me l'abbia fatta notare qualche volta a scuola, una bionda ossigenata con più tette che neuroni, bella porca ma cazzo, non ha un cervello. E poi, che nome di merda è Romilda? Io a volte sto scemo davvero non lo capisco. Entriamo nella stazione della metro e ci sediamo per aspettarla. Un ragazzo coi capelli neri si siede di fianco a noi, o meglio, a me.
"Ciao, io sono Francesco, posso sapere il tuo nome? Sei davvero bellissima"
Nel momento in cui apro la bocca per parlare, sento una voce maschile coprire la mia.
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Changes. /// I Tetris
FanfictionSheryl. Sedici anni, bella, popolare. La sua vita le piace, diciamo che é felice. Le bastano i suoi migliori amici, non ha bisogno di nient'altro. Però, all'improvviso arriva il cambiamento. Rimane fulminata dagli occhi di Federico, quasi vi annega...