LUNEDÌ POMERIGGIO

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Jak prende il suo borsone da calcio, ci infila dentro i pantaloncini,le scarpe, la maglietta ed esce di casa.
Ad aspettarlo fuori c'è il suo migliore amico,Roy un grasso e grosso ragazzo sempre sorridente e di buon umore.

- Ciao fra' è molto che aspetti?! -
- Eei Jaki si! Muoviti che siamo in ritardo cazzo -
Risponde Roy con tono amichevole e divertito.
I due salgono sulla vespa e si precipitano al campo da calcio in cui vanno tutti i lunedì e venerdì pomeriggio ad allenarsi.
Roy guida troppo veloce,ed ogni volta si immedesima in un pilota di 'motogp',ma a Jak questo non piace neanche un po'.
- RALLENTAA!-
grida a squarcia gola mentre si tiene stretto al pancione dell'amico.
Jak pur essendo abbastanza spericolato, se c'è qualcosa che teme più della morte e che lo spaventa è la velocità, odia qualsiasi attrazione come montagne russe,giostre in cui voli in aria, e detesta sciare, anche se la madre fino a due anni fa lo obbligava ad andare in montagna con lei.
Era autunno e a Londra come si sa, non è spesso bel tempo specialmente in quel periodo, e Jak muore dalla paura a correre in vespa sulla strada piena di pozzanghere.
Tuttavia sapeva bene che Roy era veramente abile e per quanto potesse avere paura, era del tutto certo che non c'era nessuna possibilità di cadere, ma a volte si è troppo convinti.
- Aaaa! Porca tro** -
grida Roy,mentre perde il controllo della sua vespa rosso ciliegia.
Il Ciccio viene scaraventato a terra nella caduta, sfregando tutta la parte destra del viso, mentre Jak essendo leggero viene catapultato in un giardino alla parte opposta del marciapiede che fiancheggiava lo stradello non tanto largo, pieno di buche e ghiaietta.
Jak per un momento si sente un volatile e poco dopo la planata cade sbattendo la testa su un tronco d'albero, e vede strane cose prima di perdere completamente i sensi.
Jak si risveglia in un divano, scomodo per lo più, gli ci vuole qualche minuto prima di capire che è nel salotto di casa dell'amico.
In testa ha del ghiaccio in busta, che ormai si era fatto tiepido, e stava cominciando a sciogliersi.
-Roy,che fine hai fatto? -
Nessuno gli risponde.
Jak alza lo sguardo ancora annebbiato e confuso, e vede che ha una fasciatura alla gamba sinistra, ma non sentiva alcun dolore.
Intanto sente la voce rauca della madre rimproverare Roy per l'incidente, e per aver caricato un suo amico, si lamentava che adesso avrebbe dovuto dare spiegazioni al papà di Jak,al quale non voleva rivolgere parola.
La mamma di Roy era una signora di mezz'eta' non tanto alta, ed era una persona di pessimo carattere, almeno questo è quello che dicevano in giro.
Stava sempre in casa usciva poco,giusto per fare le essenziali "commissioni" giornaliere, secondo Jak aveva un 'che' di misterioso.
Jak prova ad alzarsi,il suo intento era quello di andare a vedere che stava succedendo al piano di sopra.
Prova a posare con delicatezza(per precauzione) il piede sinistro per terra,nessun problema quindi posa anche l'altro piede.
Prova ad alzarsi, ma sente uno strano rumore nella gamba sinistra seguito da un forte dolore che aumenta più sta eretto, quindi si siede di colpo.
Intanto vede scendere dalle scale Roy, afflitto dalle offese della madre e provato dalla situazione per nulla gradevole, era imbarazzato per la poca dimestichezza che aveva dimostrato con la vespa.
Non sarebbe mai dovuto succedere,pensava.
-Ehi Jaki come stai? Come ti senti? -
-Insomma, prima stavo meglio, ma che è successo di preciso? -
-Che ti ero venuto a prendere a casa lo ricordi?-
-Si certo, intendo dopo quando siamo saliti sul 'bolide'.-
-Bene la memoria non l'hai persa, comunque, stavamo andando abbastanza veloce e curvando, ho perso il controllo, colpa anche del cemento bagnato. -
-Capisco,adesso dovrei almeno arrabbiarmi visto che sai che non voglio che vai veloce con me,ma sono troppo stanco. -
-Hai ragione scusa davvero Jaki, non so cosa mi sia successo, importante è che apparte la tua storta alla caviglia non hai nessun'altra parte del corpo lesa o danneggiata.-
Jak annuisce,fa cenno di si con la testa poi guarda Roy, accenna un debole sorrisetto come per dire :" le abbiamo passate quasi tutte".
Roy sogghigna, poi si alza dal divano dove era seduto accanto a Jak, e sale le scale-:" Torno da mia mamma, se hai bisogno fischia."-
Jak annuisce.
- Ah Roy!-
Rivolgendosi all'amico con tono dubbioso.
-È venuta una donna nel momento in cui sono caduto? Intendo li da noi, mi è sembrato di vedere qualcuno, prima di svenire.-
-No, non penso proprio. -
Risponde Roy stranito, poi sale le scale.

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