L'aria del mattino entrava fresca nelle mie narici. Il profumo del bosco mi faceva sempre sentire a mio agio. Presi dei grossi respiri e mi avviai per il sentiero che solevamo percorrere insieme.
Tanti, troppi ricordi vagavano per la mia mente. Forse era proprio quello che volevo fare: ricordarlo. Ricordarlo, per essergli fedele.
Il ricordo maggiore era quello di quel tragico mercoledì pomeriggio, quando, per sfogarmi, iniziai a correre il più veloce possibile. Le gambe tremavano e la vista era appannata dalle lacrime; di conseguenza inciampavo, cadevo. Dopo ogni caduta, però, mi rialzavo.
Consideravo quei gesti come qualcosa di metaforico: dopo ogni delusione mi sono sempre ripresa. Le ferite sono rimarginate, il dolore è passato.
Per lui, purtroppo, era diverso.
Non bastava un buon film o qualche canzone da discoteca per tirarmi su il morale. Non bastava qualche hobby improvvisato o un'uscita con le amiche. Non bastavano gli abbracci della mia famiglia e dei miei cari per distrarmi e per non farmi soffrire.
Arrivai in un luogo molto importante per me: un ampio spazio all'ombra dei larici, in cui lui mi aveva regalato uno splendido anello che non avrei smesso di indossare. Ci eravamo fatti una promessa, quella di esserci sempre fedeli. Lui l'aveva mantenuta, finché in vita. Adesso era il mio turno.
Mi sedetti nell'erba, tra i fiori. Dopo la sua morte avevo smesso di fare tante cose. Sorridere, principalmente, ma anche mangiare e parlare. Una cosa, però, alla quale non potevo rinunciare era cantare. Proprio così, cantare. Non ero una cantante o roba simile, ma ho sempre amato la musica.
Sono cresciuta con le dita leggere di mia madre che danzavano sui tasti del pianoforte. A sei anni iniziai a suonare il violino. Ero molto piccola, ma me la cavavo bene con lo strumento. Da adolescente ascoltavo qualsiasi genere di musica, principalmente quella pop. In quel periodo, era la musica rap ad accompagnare le mie giornate. Il dolore, la perdita mi facevano rispecchiare nei testi ricchi di emozioni. La musica era il filo conduttore della mia vita.
Così, tra le foglie e il profumo dei fiori, iniziai a cantare. La mia voce echeggiava nel silenzio del bosco. Cantare mi faceva sentire libera.
≪Sei brava≫ una voce maschile alle mie spalle mi interruppe.
Il cuore iniziò a battere più forte del dovuto. Avevo paura che quell'uomo potesse farmi del male. Non ero mai stata per tanto tempo nel bosco da sola. Quella volta non c'era lui a difendermi. Chiusi gli occhi nella speranza che sarebbe andato tutto bene.
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Personcinee!
Scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare...vi prometto che i prossimi capitoli saranno più interessanti.
Vi chiedo il favore di commentare scrivendo che cosa pensate della storia e di lasciare una stellina.
Grazie e a presto :)
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Without you.
Romance"Il mondo è così crudele. Ti fa conoscere persone fantastiche, e quando sembra che vada tutto bene, che sia tutto perfetto, te le toglie all'improvviso. È sempre così. Sono sempre le persone migliori ad andarsene, e forse un motivo c'è. Forse que...