DRIIIIIIINN!
Alzo lo sguardo e sono le 7:00 e come tutte le mattine sento mia madre urlare per tutta la casa:" Elvira alzati è ora di andare a scuola! Muoviti o farai di nuovo tardi!" sbuffo.
Dopo circa cinque minuti decido di alzarmi, guardo il calendario e vedo che oggi ci sarà l'incontro con la squadra femminile del mio paese, spunta un sorriso sulle mie labbra e senza pensarci due volte mi catapulto giù in bagno.
Mi lavo, indosso una delle mie solite felpe, un paio di jeans ed un cappello e vado in cucina, saluto velocemente mia madre e senza neanche fare colazione mi precipito fuori.
La scuola è nel mio paese, ma nonostante ciò è molto lontana da casa mia, ci impiego circa quindici minuti per arrivarci e per non far pesare tutto ciò durante il percorso ascolto un po' di musica accompagnata da una sigaretta.
Prima di arrivare a scuola passo da Walter e continuo il percorso con lui. Walter è il mio migliore amico, lo conosco da soli tre anni, ma da come ci comportiamo sembra che ci conoscessimo da un'eternità. Lui sa tutto di me e io di lui. È la classica persona che c'è sempre in qualsiasi situazione, bella o brutta che sia.
Arrivata a casa sua lo saluto con un bacio sulla guancia e comincio a raccontargli l'incontro che avrò stasera, lui si gira verso di me e mi dice: "Ci verrò anch'io" io entusiasta di quella affermazione annuisco. Lui comincia a dirmi che è stanco di svegliarsi presto e di andare a scuola e io non posso far altro che essere d'accordo con lui.
Arrivati a scuola sentiamo subito urlare il nostro solito gruppo di amici che ci invitano a raggiungerli, li salutiamo tutti e decidiamo di entrare in classe.
Odio il venerdì perché facciamo anche la sesta ora e le lezioni sembrano non finire mai, nonostante le numerose volte che esco per andare in bagno. Forse la cosa che mi fa sollevare un po' è la pausa. Usciamo in giardino e parliamo di ogni cosa, dalla più stupida o anche dei problemi che si hanno con gli altri, devo ammettere che è davvero rilassante.
Rientriamo in classe e la professoressa non poteva fare cosa peggiore di interrogarmi in storia all'ultima ora. Decido comunque di andarci per non prendermi un altro impreparato in quella materia orribile, nonostante nella mia testa volavano bestemmie di ogni tipo.
'Finalmente anche questa mattina da incubo è terminata' penso tra me e me, mentre esco da scuola.
Torno a casa anche se la maggior parte delle volte non vorrei tornarci. Con mia madre ho un bellissimo rapporto, sembriamo quasi amiche. Con mio padre invece c'è tipo un forte odio reciproco, si lamenta continuamente e quando non sa con chi prendersela, lo fa con me. A volte è così nervoso che mi chiedo se abbia il ciclo tutti i giorni dell'anno. Non lo sopporto proprio ma ormai ho imparato a conviverci.
Dopo aver pranzato velocemente, corro su in cameretta, metto le mie solite cuffie e comincio a pensare a come sarà l'incontro di stasera. Devo ammettere che ho un po' d'ansia, ma il fatto che ci sia Walter con me, mi solleva un po'. Tra i mille pensieri mi addormento.
Sono le 20:00 indosso le mie scarpette da calcio e la mia divisa e aspetto che Walter mi venga a prendere. Dopo cinque minuti infatti sento il campanello di casa, è lui, che mi invita ad uscire per andare. Io esco e cominciamo ad incamminarci. Ad un tratto si volta verso di me e mi dice: "Come ti senti? Io gli rispondo: "Sono un po' nervosa ma allo stesso tempo contenta, ho sempre desiderato giocare in una squadra di ragazze" lui mi guarda e sorride e anch'io accenno un sorriso. Dopo un po si avvicina al mio orecchio e mi sussurra: "Andrà tutto bene, tranquilla" io mi giro, lo stringo in un abbraccio e gli dico: "Grazie, grazie veramente per tutto".
Arrivata finalmente al campo viene verso di me una signora sulla quarantina che mi dice: "Piacere Giorgia, tu dovresti essere..ehm Elvira giusto?" io le pongo la mano e le rispondo: "Si sono io, piacere tutto mio". Mi fa cenno di seguirla: "Io sono la persona che vi seguirà per il campionato che inizieremo quest'anno, seguimi ti presento la squadra" mi dice. Io senza pensarci due volte annuisco e la seguo.
Ed ecco qui, mi ritrovo davanti ad una decina di ragazze, che avranno dai 16 ai 20 anni, ed io a quanto pare sono la più piccola, non ho mai visto prima nessuna di loro e quindi la prima cosa che faccio è presentarmi : "Ciao a tutte, mi chiamo Elvira e ho 14 anni" loro subito mi rispondono: "Ciao" e mi dicono tutti i loro nomi. Nel frattempo si avvicina una ragazza che ridendo mi dice: "Piacere io mi chiamo Sterpeta!" Io la guardo e sussurro divertita 's.sterpeta?' e lei mi fa: "No dai scherzo, mi chiamo giada, ti va di fare due passaggi insieme?" Io le sorrido e annuisco.
L'allenamento durò quasi due ore, fu veramente bello, oltre ad essere impegnativo, perché ogni tanto si rideva e scherzava, devo ammettere che erano tutte molto simpatiche. Concluso tutto ciò mi cambiai nello spogliatoio e mi diressi verso Walter che mi aspettava li vicino. Mentre stavo andando via sentii qualcuno chiamarmi, mi voltai e ancora lei: "Ehm ciao giada, dimmi" le dico con uno sguardo timido, "niente volevo solo dirti che sei molto brava" io alzai lo sguardo: "G.Grazie davvero" riuscii a dire solo quello, dopo questa breve conversazione ci salutammo e tornai a casa.
Mi misi sotto le coperte, guardavo dalla finestra le stelle, era marzo e faceva abbastanza freddo. Continuavo a pensare a quei occhi, non sapevo il perché, ma non si toglievano dalla testa. Continuavo a pensare ad una ragazza e non mi era mai successo, ero curiosa di conoscerla meglio c'era qualcosa che mi attirava in lei.
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First Love
RomanceElvira è una semplice ragazza di 14 anni che come tutti gli adolescenti ha qualche problema con la famiglia e con se stessa. Adora follemente il calcio e la musica, ha sempre un sorriso stampato sulle labbra e cerca di trasmettere questo anche agli...