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Tyler era accanto a me, il suo sguardo era gelido e fermo.
Lo guardavo a stento negli occhi, il resto del tempo contemplavo il movimento del suo pollice sulle mie nocche calde e consumate.
Pian piano la velocità del suo dito aumentava, seguiva quasi un sistema metrico preciso, un vero e proprio ritmo, mentre i suoi occhi di ghiaccio erano puntati su di me.
Questa cosa continuava, continuava all'infinito. Tutto ad un tratto il mio corpo veniva travolto da un brivido freddo, ma che, non so in che modo, mi riscaldava il cuore.
Ero steso sul letto e Tyler era proprio al mio fianco, che continuava la sua semplice performance da massaggiatore di nocche professionista.
Quella sensazione mi piaceva tantissimo, il modo in cui il suo dito scivolava con disinvoltura sulla mia pelle asciutta era disarmante, incantevole.
Il mio corpo, pervaso da estrema tranquillità, si era rilassato totalmente.
"E se l'amore non ha età perché non possiamo stare insieme?" chiese.
"Non lo so" risposi.
La mia visuale, d'un tratto, iniziava ad annerirsi, come se stessi chiudendo gli occhi, ma da parte mia non c'era stato nessun movimento. Di nuovo quella frase, DI NUOVO.

"Troye"

Una voce si faceva spazio nel buio.

"Troye"

Continuava. Chiamava il mio nome.

"Troye, andiamo"

La voce iniziava ad avvicinarsi, da lontana che era, cominciavo a percepirla più forte, più precisa.

"Troye cazzo sono le 11:25 vuoi rimanere a letto per tutta la giornata?"

Tyler mi sta svegliando. Fanculo, un altro stupido sogno. E come ogni mio strano e superfluo sogno, non poteva mancare la solita frase che appare ogni singola volta, quella che parla del perché non stiamo ancora insieme. Questa è la cosa più enigmatica del pianeta: perché ogni volta che sogno Tyler quelle parole si ripetono?
Cerco di aprire gli occhi, e la luce del sole mi travolge.
L'impatto che ha il bagliore mattutino su di me è snervante, soprattutto a livello visivo.
Mi strofino le palpebre contro voglia e cerco invano di aprirle.
Dopo 3 minuti di sforzi finalmente riesco ad ottenere una fessura che permette alla mia pupilla di osservare il mondo esterno.
Tyler è davanti a me, sistema alcune cose sul comó della mia camera e quando si accorge che mi sono svegliato mi sorride.

"Alla buon'ora, signorino"

Mi dice con voce accusatoria.

"Buongiorno Ty"

Ricambio il sorriso. Noto dall'espressione e dalla sua camminata verso la sala da pranzo che ha i postumi della sbornia di ieri sera.
Mi alzo controvoglia e mi dirigo verso la cucina per la mia monotona colazione. Tyler mi raggiunge e mi serve, come tutti i giorni.

"Yogurt greco, cereali e succo al lampone, piccoletto" mi porge la ciotola e il bicchiere. Lo ringrazio con un sorriso, accompagnato da uno sbadiglio, e mi siedo a tavola.
Visto che Ty ha 6 anni più di me, mi tratta come fossi suo figlio. Mi prepara la colazione, la camera, pulisce persino da solo bagno e sala da pranzo, e non posso dire che mi dispiaccia, anche se a volte si comporta come un maniaco del controllo, il che mi innervosisce, ma non posso lamentarmi, dopotutto.
Siamo coinquilini da più o meno 6 mesi, e per chi se lo fosse chiesto, NO, non stiamo insieme, anche se come si è ben notato sono attratto fisicamente e emotivamente da lui.
Non so quali siano i suoi sentimenti, so soltanto che per ora tra noi non c'è niente. Da quando conviviamo c'è stato qualche piccolo flirt, ma niente di più.
Tyler mi raggiunge al tavolo, dopo aver ripulito il mobile davanti al divano, iniziamo a conversare di cose random, come fanno tutti gli amici, a cui però non do molta importanza.

"Hai dormito bene?" mi chiede affettuoso. La sua voce è calda e familiare.

"Benissimo" rispondo semplicemente, ripongo la ciotola dello yogurt e il bicchiere vuoto nel lavadino mentre Tyler è ancora seduto, segue i miei movimenti con gli occhi.
Mi giro e noto che mi sta fissando. Mi avvicino a passo lento alla sua figura mentre lui si alza in piedi e gli stampo un bacio sulla guancia, che affonda nei suoi zigomi soffici come l'ovatta.
Il suo viso si è leggermente arrossato, riesco a percepire un po' di imbarazzo da parte sua.
È davanti a me, e la mia notevole altezza lo nasconde del tutto. Gli do due colpetti sulla testa in segno d'affetto e ricambia con una pacca sul sedere, che lo avvolge con la mano. Mi lascio scappare un sospiro.

"Sei sempre il solito" mi limito a pronunciare.
Mi guarda negli occhi penetrandoli con lo sguardo, e segue con una smorfia.

"Vado a fare una doccia" dice.
Annuisco.
Mi siedo sul divano e, con la testa sul bracciolo, fisso il soffitto.
Cerco di pensare al sogno di stamattina, a cosa significhi quel piccolo gesto che compiva Tyler e al perché di quella frase, che si ripete insistentemente in ogni mio sogno.
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Ecco a voi il primo capitolo di questa storia!
Spero vi piaccia.
A 100 views pubblico il nº2.

Enjoy & stay tuned!

@larryxoned

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