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È mezzogiorno inoltrato, cerco di fare in fretta perché so che Tyler mi sta aspettando per mangiare, di solito spendo molto tempo sotto la doccia. Mentre mi insapono sento un leggero cigolio, chiudo l'acqua per qualche secondo cercando di capire da dove provenga e, non arrivando ad una conclusione, continuo a lavarmi. Di scatto il rumore della tenda della doccia mi fa sobbalzare e avverto un leggero spiffero d'aria sulla schiena, mi volto e istintivamente copro le mie parti intime.

"Sei impazzito Tyler? Cosa ci fai qui!"

Lui scoppia in una fragorosa risata e continua a guardarmi, io sono imbarazzatissimo e non so cosa fare, così decido di allungarmi verso l'accappatoio per uscire da quella situazione di vergogna.

"Scusa, volevo solo sapere che tipo di pasta vuoi che io cucini"
Mi guarda dritto negli occhi mentre si morde leggermente il labbro, poi infila un dito nei miei ricci mentre i nostri sguardi sono ancora incastrati.

"Spaghetti" è l'unica cosa che riesco a dire, spiazzato e anche infastidito dal suo comportamento.

Annuisce e abbassa lo sguardo sul resto del mio corpo, prestando attenzione al mio accappatoio color lavanda.

"Ti dona" afferma, ridendo sotto i baffi. Esce dal bagno e torna ai fornelli.

Non lo capisco, perché continua a provocarmi? I miei sentimenti nei suoi confronti diventano sempre più evidenti e forti ogni volta che si comporta in questo modo. Non riesco a capire cosa pensa, cosa prova.. niente. Ogni volta i suoi atteggiamenti mi confondono. Un giorno mi provoca, un altro mi ignora. È indecifrabile.
Esco dal bagno quando lui sta apparecchiando, gli do una mano e poi vado a vestirmi. Le nostre camere sono vicine e comunicanti tramite un balcone all'esterno, a cui possiamo accedere grazie a delle porte-finestre.
Torno in sala da pranzo e iniziamo a mangiare, lo guardo un po' stranito e lui si accorge che c'è qualcosa che mi infastidisce.

"Non te la sarai mica presa per prima, era una cosa divertente, non arrabbiarti"

Mi guarda con un accenno di sorriso, con l'espressione di chi vuole essere perdonato.
Abbasso lo sguardo.

"Okay" rispondo freddo. Sento il rumore della sua sedia che indietreggia e in mezzo secondo lo trovo dietro di me, pronto a farmi il solletico.

"Non oserai..." sussurro

"Oh si" fionda le sue mani sui miei fianchi e io scoppio a ridere.

"Ti perdono, ti perdono!" urlo, cercando in tutti i modi di farlo smettere.
Mi volto per provare ad allontanarlo e ci ritroviamo attaccati, le labbra a due centimetri e uno con gli occhi nell'altro. Sposta il volto e tossisce leggermente, torna al suo posto e continuiamo a mangiare silenziosamente. Il mio cuore inizia a decelerare solo dopo qualche minuto, sono rare le volte in cui avviene quel minimo contatto ravvicinato e ciò mi provoca il batticuore. Se solo lo sapesse...
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Eccomi qui, dopo più di un anno a pubblicare questo capitolo. Ho visto che la storia stava andando bene anche avendo solo due capitoli, così ho deciso di continuare! Vi prego di commentare qui sotto per farmi sapere se vi sta piacendo, grazie a tutti.

@larryxoned

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 27, 2017 ⏰

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