La verità

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Capitolo 2: La verità

"Mi trovavo seduta in una stanza buia, illuminata solo da un piccolo lume.
Ormai era da un giorno che non mi davano da mangiare né da bere, ma non era una novità, anzi, una volta dovetti aspettare anche più di tre giorni prima di vedere un piccolo pezzo di pane e un bicchiere mezzo sporco, con dell'acqua che faceva a dir poco ribrezzo. Solo perché mi rifiutai di donare il mio sangue a quello psicopatico di Marcus.
Venni ad un tratto distratta dal cigolio della porta che lentamente si aprì e vidi un uomo varcarla.
Non disse nulla, solo...Si limitò a prendermi con forza il braccio per poi portarmi in una stanza rossa, di cui le pareti erano spoglie senza nessun dettaglio particolare; piena di quei disgustosi vampiri.
Mi fecero sedere su una sedia ed uno di loro mi tirò uno schiaffo, e da uno ne divennero due, poi tre, quattro, cinque...Fino a quando non sentii un pungo arrivarmi nello stomaco.
Sapevo cosa avevano in mente, sinceramente non era la prima volta che mi trattavano in questo modo e così come le volte precedenti, stavano cercando di farmi perdere i sensi.
Sentivo la mia povera guancia diventare sempre più calda e una lacrima di dolore scendere lungo il viso, mentre i loro volti assumevano dei piccoli ghigni intervallati da profondi sorsi di plasma.
Ad un tratto tutto divenne buio e quegli esseri che poco prima riempivano la stanza, erano svaniti nel nulla per lasciare spazio alla persona che più odiavo a questo mondo, Marcus.
La sua immagine era sfocata ma ben visibile e quando mi sfiorò la mano, un brivido di orrore si espanse su tutta la colonna vertebrale.
Accadde tutto così in fretta, le sue zanne, il mio sangue, la paura, era un mix di pura adrenalina."

Jade si svegliò di colpo, il respiro era irregolare così come il battito del suo cuore mentre la fronte, insieme ad una piccola parte delle lenzuola, era impregnata del suo sudore.
Subito si passò la mano nella zona interessata, inghiottendo silenziosamente la saliva che con fatica scese lungo la gola. Sentiva il bisogno di qualcosa di fresco, aveva sete.
Scese dal letto scricchiolante dirigendosi giù in cucina, e prendendo un bicchiere dalla mensola, aprì il rubinetto.
Quell'incubo la tormentava da giorni ormai, faceva parte della sua rutine...Del suo presente, anche se voleva dimenticare ciò che era stato, ma le riusciva impossibile.
Quando ad un tratto Jade sentì un rumore di passi avvicinarsi, dallo spavento fece cadere l'oggetto sul gelido pavimento che inevitabilmente si ruppe in pezzi grandi e piccoli.

"Cosa ci fai sveglia a quest'ora?"

Le chiese il giovane uomo davanti a lei con voce un po' roca.
Per un attimo rimase in silenzio a fissarlo...Ad osservare quel suo nudo petto dove vi era quasi impossibile trovare una qualche imperfezione.

"Ecco...Mi era venuta sete e sono scesa per prendermi un bicchiere d'acqua, scusami se ti ho svegliato."

John le sorride dolcemente come per dirle di non preoccuparsi.

"Lascia stare, pulisco io qui, non vorrei mai che ti tagliassi."

La ragazza fece quello che le era stato appena detto, ma nel momento in cui stette per varcare la porta della cucina, si voltò indietro.

"Perdona la mia domanda ma...Perché mai un ragazzo dovrebbe tenere un pigiama da donna in casa, visto che abita da solo?"

Mitchell si bloccò di colpo, effettivamente prima non aveva fatto caso a ciò che lei indossava.

"È una storia lunga da raccontare, faresti meglio a sederti."

Disse stavolta con tono serio e Jade da brava ragazza, spostò leggermente la sedia e si mise comoda, mentre davanti a lei la figura imponente di John incominciò a spiegare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 18, 2017 ⏰

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