Era dicembre.
Il mio mese preferito. Le scuole chiudevano, le strade erano affollate e le persone correvano disperate, tra un negozio di giocattoli e l'altro, alla ricerca dei regali che i bambini desideravano ardentemente. O almeno questo era quello che facevano gli altri. Per me, dicembre, significava non far niente dalla mattina alla sera, passare tutto il giorno a mangiare, guardare film sul Natale e su come i miracoli natalizi cambino la vita dei bambini.
-Hai intenzione di passare tutte le vacanze stesa sul quel letto circondata dal tuo disordine, Lydia?- chiede mia madre per l'ennesima volta in una giornata. Sbuffo ignorandola. E' incredibile quanto i genitori possano essere assillanti. Insomma, noi andiamo a scuola per nove mesi, studiamo dalla mattina alla sera. Non abbiamo un minuto di pace e quando finalmente iniziano le vacanze, loro pretendono che li aiutiamo nell'incartare i regali per i fratellini e le sorelline, che ancora non sanno che Babbo Natale non esiste. Ma andiamo, non è così difficile da capire. Io lo scoprii a cinque anni, quando beccai i miei genitori a nascondere la casa delle barbie, quella a due piani e con piscina inclusa, sotto il letto. E ovviamente, mi assicurai che anche mio fratello ne venisse a conoscenza, ed era di quattro anni più grande!
-Lasciami in pace. Sto guardando un film- le rispondo beccandomi un'occhiataccia. Si abbassa per prendere un jeans strappato e me lo mostra.
-Stai guardando film da giorni, quando decidi di mettere in ordine questo caos?- chiede seccata, indicando l'intera stanza. Forse è un tantino disordinata, lo ammetto, ma è la mia camera. Diamine, perché non posso vivere come voglio io? Tra il disordine, il cibo e i film? Sarebbe fantastico!
-Metterò in ordine, promesso- mento, sperando che se ne vada e mi lasci nell'inerzia più totale. Ma ciò non accade; anzi, inizia a raccogliere i vestiti spersi sul parquet e li posa ordinati sulla sedia. Prende il cartone della pizza di qualche giorno fa e esce dalla stanza sbuffando. Non vedevo l'ora! Continuo a guardare il film, che nel frattempo è quasi finito e decido che è il momento di fare una doccia veloce e uscire. Metterò in ordine dopo.***
-E così Mike esce con Stacy- ridacchia Kate bevendo la sua cioccolata calda. Ci siamo incontrare al bar Marylin con Jennifer e Danielle per spettegolare sulle ultime novità e andare a fare shopping.
-Già, stavo per svenire quando li ho visti in camera di mio fratello!- risponde disgustata Jennifer. Lei e Mike sono fratellastri dall'età di due anni. La madre di Jennifer lasciò suo padre per il papà di Mike, più giovane di lei di sei anni o poco più. Tra Mike e Jennifer c'è sempre stata un'ottima amicizia, anche se all'inizio lui le rompeva sempre le bambole e i dvd della Disney. Ma col tempo hanno imparato a rispettarsi e volersi bene.
-Stacy Miller? La dolce e innocente Stacy Miller? Non ci credo!- ammetto sorseggiando il mio cappuccino bollente.
-Nemmeno io! Forse si è scocciata di essere tanto innocente- dice maliziosa Danielle facendoci ridere.
-Cambiando argomento- dice Kate attirando la nostra attenzione -quando andiamo da H&M?- nemmeno finisce di parlare che dopo aver lasciato la mancia, ci precipitiamo fuori dal bar e corriamo verso la fermata dell'autobus più vicina.***
-Ti piace?- chiedo a Danielle mostrando il pantaloncino corto a vita alta che indosso. Faccio una giravolta e annuisce sorridendo. Ho già provato sei maglie, tra cui due top, tre gonne di jeans, e due vestiti da sera.
-Metterai questo alla festa di Gwen?- chiede Kate indicando il vestito viola nel mio camerino.
-Non so. Credo che metterò quest'altro- ammetto insicura guardando il vestito corto bianco con una profonda scollatura sulla schiena. Kate annuisce mostrandomi il suo abito blu elettrico, monospalla e con tre pietre sul decolté. Danielle ha scelto un vestito verde Tiffany con scollatura a cuore e più lungo dietro. Intravediamo Jennifer che esce dal camerino coperta da decine di vestiti.
-Li prenderò tutti!- ci informa ridendo per poi farci vedere il suo abito per la festa di domani sera: un vestito cortissimo e rosso con una scollatura davvero profonda sul davanti. Proprio il suo genere. Jennifer è sempre stata la più benestante tra tutte noi. Il padre è a capo di una ditta di cosmetici molto famosa e la madre gli fa da segretaria. Inoltre è figlia unica e per questo non è abituata a condividere e i suoi genitori l'hanno sempre viziata. Anche la mia famiglia e quella di Kate sono in una buona posizione sociale, solo che a differenza di Jennifer, né io né Kate siamo figlie uniche: io ho un fratello e lei due sorelle e quindi siamo obbligate a condividere tutto ciò che possediamo. Il papà di Kate lavora in un'azienda che organizza gran balli di beneficienza e sfilate a cui partecipano top model internazionali, mentre la madre è una casalinga. Mio padre invece è un famoso avvocato tributarista e mia madre un'architetta a cui sono stati riconosciuti molti premi per la creazione di case per anziani. Queste cause, infatti, le stanno molto a cuore e a volte l'aiuto nella formazione e nei disegni dei progetti. La famiglia di Danielle, invece, non è ricca ma nemmeno povera: suo padre è un impiegato per un ditta che produce alimenti e li esporta in altre nazioni.
-Mangiamo una pizza a casa mia?- domanda Jennifer. Quando i suoi genitori sono assenti per lavoro, lei organizza sempre pigiama party e serate pizza-film tra di noi.
-Assolutamente si, sto morendo di fame- ammetto massaggiandomi la pancia che brontola, passando i vestiti che ho scelto alla commessa che mi guarda sornione.
-Che novità!- dice Danielle facendoci ridere. In effetti ho sempre fame, ma non decido io, è la mia pancia a parlare!Ciao ragazzi! Questa è la mia prima storia e spero vi piaccia e che non siate troppo severi. Continuerò al più presto anche se tra poco partirò e non so quando potrò aggiornare, ma in ogni caso farò il possibile. Baci!
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Never fall in love
RomanceLydia Milton fa parte del top della piramide sociale della George Washington High School. È la classica ragazza popolare, con un carattere particolare, e completamente diversa dalle altre. Per sua sfortuna -o fortuna, dipende dai punti di vista- inc...