Chapter Three

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-Due sex on the beach- ammicco al barista, che mi sorride malizioso. Ufficialmente, non ho ancora l'età per bere, ma ciò non mi hai mai fermata. Nessuno mi ha mai chiesto un documento, né impedito di bere. Il barista mi porge il drink e dopo averlo ringraziato, torno al divanetto dove Jennifer ha appena scaricato un biondino. Kate e Danielle, invece, si scatenano sulla pista.

-Chi era?- domando mentre si avventa sul bicchiere tra le mie mani. Fa spallucce bevendo lentamente.

-Un tipo- dice vaga –Kyle, forse- dice non ricordando il nome del ragazzo. Rido iniziando a fare piccoli sorsi dal mio bicchiere. Il liquido trasparente mi fa bruciare la gola, ma non m'importa, perché dopo poco mi sento più leggera e con una strana voglia di ballare.Prendo la mano di Jen e la trascino fino alla pista da ballo, dove ragazzi ubriachi si muovono in una danza strana e inquietante. Ci scateniamo mentre due ragazzi si avvicinano e ballano dietro di noi. La mia amica mi indica il ragazzo e poi il piano di sopra, segno che si vuole divertire per bene. Osservo il ragazzo che la trascina verso le scale e mi sembra piuttosto carino. Mi giro verso il bruno che ballava dietro di me, ma si è come volatilizzato. Faccio spallucce e mi rigiro, iniziando a ballare con un ragazzo a caso, che mi offre un drink. Gli sorrido come per ringraziarlo e lo finisco tutto in un sorso, sentendo il cuore battere più velocemente e il sangue pulsare nelle vene. Ci sarà da divertirsi!

                                                                                                  ***

Un raggio di luce si fa spazio tra le tende di una casa che non avevo mai visto, se non la sera prima. Apro gli occhi e sento la testa esplodermi, sono distrutta. Guardo la figura di un ragazzo disteso accanto a me, girato dall'altra parte. Scendo silenziosamente dal letto e afferro i vestiti della sera prima e prima che il ragazzo si svegli, mi precipito fuori dalla porta.

-Menomale- sussurro dopo aver chiuso piano la porta. Infilo le scarpe con il tacco, quando una figura robusta esce da un appartamento. Lo osservo e ha un'aria familiare.

-Milton- sorride. Come fa a sapere il mio cognome? –anche tu hai passato una notte movimentata?- domanda indicando i miei capelli arruffati.

-Ci conosciamo?- chiedo a mia volta, seccata dalla sua confidenza. Lui non sembra notarlo, visto che mi porge la mano.

-Noel Smith, frequentiamo la classe di biologia insieme- sorride sornione. Ecco dove l'ho visto. Gli stringo la mano insicura. Possibile che non l'abbia mai visto? La porta alle sue spalle si apre e esce un biondino dagli occhi azzurri, senza maglia. Mi sorride, per poi salutare Noel con un bacio a stampo sulle labbra. Forse la mia espressione è piuttosto scioccata, visto che si allontanano subito imbarazzati.

-Oh no, io...cioè...non- provo a parlare, ma Noel mi ferma ridacchiando.

-Non preoccuparti, Milton, lui è Danny, frequenta anche lui la classe di biologia- gli porgo la mano e lui l'afferra subito. E' normale che non mi ricordi di loro?

-Non chiamarmi Milton, sono Lydia. Così voi siete...fidanzati?- chiedo curiosa.

-No, siamo solo amici- ammette Danny guardando l'amico. Chissà perché, ma non ci credo.

-Amici con benefici- continua Noel. Ecco! Danny abbassa lo sguardo imbarazzato dalla sua risposta ed io non so cosa rispondere.

-Ehm... sapete dove siamo di preciso? Ieri ero leggermente brilla e non ricordo che strada abbiamo fatto- dico smorzando la tensione.

-Si, leggermente brilla- ridacchia Noel, contagiando anche me. Okay, forse qualcosa di più.

Tipo ubriaca.

Ma cosa vuoi? Sei tu che mi hai fatto bere, quindi fa silenzio.

Se pensare ciò ti aiuta a dormire la notte...

-Comunque se vuoi ti diamo un passaggio. Ho la macchina qui fuori e non mi da fastidio accompagnarti a casa- risponde Danny.

-Oh si, sarebbe magnifico, grazie- annuisco seguendo il ragazzo giù per le scale, preceduta da Noel.

Dopo aver spiegato sei volta la strada di casa ed averla sbagliata sette, finalmente arriviamo a destinazione. Saluto i ragazzi e li osservo sfrecciare via.

Come sono carini!

Già.

Dovresti trovarne uno anche tu.

Cosa? Un amico con benefici?

No, un fidanzato. Non hai notato con che occhi si guardavano?

In effetti, l'ho notato.

Che hai bisogno di un fidanzato?

No, con che sguardo innamorato si osservavano. Io non ho bisogno di un fidanzato!

Come vuoi, zitella acida.

Dio, non ti sopporto più!

Quindi non sopporti più te stessa, te ne rendi conto?

Sta zitta, diamine.

-Lydia- sento la voce di mia madre chiamarmi –dove sei stata questa notte?- e adesso che le dico?

Sai mamma, ho dormito da uno sconosciuto con cui la notte prima ho scopato e questa mattina l'ho lasciato nel suo letto a dormire senza salutarlo. E poi una coppia gay, che in realtà coppia non è, sono solo amici con benefici, mi hanno accompagnato a casa. Comunque, cosa c'è per colazione?

-Ho dormito da Kate- annuisce non del tutto sicura e mi piazza davanti un cornetto con la marmellata.

-Vado a fare una doccia veloce-la informo salendo le scale. Sono solo le nove e mezzo del mattino e già sono stanca.

-Quindi Noel è gay- Danielle ripete le mie parole sorseggiando il suo caffè.

-Ed io che me lo volevo portare a letto- mormora affranta Jennifer. Lo conosce?

-Ecco perché mi ha rifiutato la scorsa estate!- deduce Kate. Anche lei lo conosce?

-Mi spiegate com'è possibile che tutte voi sapete esattamente chi sono Noel e Danny ed io non sapevo neanche della loro esistenza?- domando curiosa.

-Semplice, tu nelle lezioni di biologia dormi con gli occhi aperti- dice Jennifer indifferente.

-Ha parlato la secchiona!- la deride Kate.

-Non sono una secchiona, ma almeno non dormo in classe!- ridacchia indicandomi. Sbuffo sonoramente.

-Ho mal di testa da stamattina- borbotto passandomi una mano tra i capelli. -La prossima volta non bere!- mi schernisce Danielle con l'approvazione di Kate. Alle feste di Gwen circolano più alcolici che in uno strip bar ad Amsterdam e quindi è impossibile resistere. Io e Jennifer siamo le uniche che beviamo tra le quattro, anche perché Kate è astemia, quindi anche volendo, non può. Danielle, invece, è semplicemente contro gli alcolici da quando sua madre rischiò di morire investita da un ubriaco quando Dani aveva otto anni.

-Non dire stronzate, Kate- rispondo e Jennifer annuisce.

-Devo andare ragazze, ho un appuntamento- dico alzandomi dalla comoda sedia e afferrando la adorata Chanel.

-Con il ragazzo di ieri sera?- chiede maliziosa Jennifer. Sospiro affranta.

-Magari, con mia madre- loro annuiscono –ci vediamo dopo- le saluto uscendo dal piccolo bar e stringendomi nel caldo giubbotto per ripararmi dal freddo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 17, 2015 ⏰

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