_Prologo_

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Louis prima dei suoi dieci anni era un bambino spensierato e felice, quando i suoi genitori iniziarono ad abusare di lui.
Sua madre entrò nel mondo della droga, e suo padre iniziò a picchiarlo quando era ubriaco, solo per il suo aspetto.

Era un grazioso e piccolo kitten, con le sue piccole orecchie, la sua folta coda e gli artigli affilati.
Aveva i capelli castani, tre sottili baffi ai contorni delle labbra, anch'esse sottili, con degli occhioni azzurri come il mare, mare puro.

Ma ormai quel mare, era spento.
Spento da tempo.
Troppo tempo.
Aveva sempre desiderato un Daddy che lo amasse così com'era!
Chiedeva troppo? Evidentemente si.

Ancora a diciannove anni, sua madre era nel giro della droga e suo padre, come nove anni prima, gli metteva mani addosso.
Lui, gracile com'era, nemmeno con gli artigli riusciva a difendersi.

Le parole che sentiva provenire dalla bocca del suo cosiddetto padre, ma che lui non riteneva più tale, erano spregevoli e spudorate.

'Puttana!'

'Sbaglio della natura!'

'Sei un peso in più!'

'Mi fai schifo!'

'Non meriti niente!'

'Devi morire!'

Quelle stupide parole rieccheggiavano nella sua testa, ogni fottutissima volta.
Il povero cucciolo non riusciva a non pensarle.
Era più forte di lui!

Nove anni passati a crogiolarsi solo e soltanto nel dolore.
Ma voleva cambiare, cambiare tutto.
Dimenticarsi di quel male.

E forse,un giorno, ci sarebbe riuscito.

◆ ◆ ◆

Buio.
Tutto completamente buio.
La voce profonda del padre del Kitten spezzava quel poco silenzio che c'era in casa.

Lo aveva inseguito per la cucina, fino alla piccola camera da letto.
Era ubriaco fradicio, appoggiato al mio comò, dove due secondi prima era adagiata una lampada.
Infatti, prima.

Stava buono buono dentro l'armadio, per non farsi scoprire; ma sfortunatamente quando si mosse un po', per la posizione terribilmente scomoda, una scatola di non so cosa gli cadde in testa.
Come d'istinto lanciò un urlo, misto a un miagolio, che fece aprire le ante del mobile al 'padre'.

Prese il povero Louis per il colletto del maglione sgualcito che indossava ormai da giorni o persino da settimane, e lo tirò fuori dall'armadio con un gesto brusco.

"Ti p-prego, fe-fermo" lo implorò il cucciolo, ma Mark non lo ascoltò e gli tirò uno schiaffo in faccia molto forte, vista la potenza dell'adulto.

"Devi andare via da questa casa! Tua madre ha preparato le valigie. Ora, via!" Disse il padre, sicuro di se.
Louis, con gli occhi imperlati di lacrime, scese le scale senza le valige.
Tanto, che cosa doveva portare? Due magliette e un paio di pantaloni, non ne valeva la pena caricarsi del peso addosso.

Non salutò nessuno, nemmeno le sue sorelle, ormai era un diciannovenne e finalmente poteva andare via da quella casa e da quella famiglia priva di affetto.

◆ ◆ ◆

Aveva trovato un vicolo in cui nascondersi, non lo dovevano scoprire, perché lo portavano chissà dove a fare la puttana.
I Kitten erano riconosciuti come ibridi molto sensuali e quindi nella vita maggior parte di loro li sfruttavano come prostitute.
Soprattutto se questi ibridi sono gatti, appunto Kitten.

Lui non voleva per niente essere una bambola per un sessantenne privo di ogni attività sessuale per colpa della moglie.
No.
Lui voleva un Daddy che lo amasse veramente, voleva qualcuno che lo vedesse come un dolce gattino in cerca di coccole, non una puttana.

Provò ad alzarsi, ma con quelle poche forse cadde a terra rovinosamente, sbucciandosi mani e ginocchia.
La sua bellissima coda era sporca, completamente sporca, come le orecchie.
Gli artigli erano cresciuti troppo.
Indossava un maglione grigio, che gli arrivava giusto un po' sopra le ginocchia, delle parigine anch'esse grigie con il pizzo alla fine.
Ai piedi teneva delle Vans nere consumate; faceva freddo, ma lui teneva pochi vestiti per l'inverno e questi erano i più caldi.

Sentì qualcosa, o meglio qualcuno. Aveva paura, che lo abbiano trovato?
Impossibile, aveva fatto di tutto per non farsi scoprire!

Sentì ancora dei passi pesanti, si raggomitolò per lo spavento.

Qualcosa di peloso gli si stava strusciando sulle sue gracili gambe, alzò lo sguardo e vide un gattino completamente nero.

"Hey piccolino!" Salutò il piccolo gatto che intanto gli si era appoggiato ai suoi piedi.

"C'è qualcuno?" Chiese una voce maschile.
Louis sobbalzò, e quando vide il gatto andare via lo seguì.

Andò a sbattere contro un petto muscoloso, indietreggiò e cadde a terra, sbattendo col culo per terra.

Vide un uomo giovane di massimo trent'anni, con i capelli rasati ai lati che lasciavano un ciuffo moro pieno di lacca.
Aveva una strana voglia sul collo, un accenno di barba e delle sopracciglia folte con degli occhi identici al colore dei capelli.

"Oh mio dio..." sussurrò il Kitten, impaurito.
L'uomo gli tese la mano, e ci volle un po'per far sì che il piccolo Louis si fidasse, ma l'accettò comunque.

"Ciao, io sono Liam! A quanto vedo tu sei un Kitten! E sei...?" disse l'uomo, Liam. Come mai non si è spaventato?, si chiese il liscio.

"I-io sono Lou-Louis." Abbassò lo suardo sulle sue vecchie e inseparabili Vans, ormai rosso in viso.

"Ehi Lewis, non ti preoccupare! Vieni, ti porto con me, sarai affamato." Tralasciò il fatto di come avesse pronunciato il suo nome, ed effettivamente si, era affamato.
Non mangiava dalla mattina precedente.

"A-aspetta dove mi porti?" Chiese curioso e anche impaurito per la risposta.

"Dove abito io, ti piacerà! Oh, e c'è molta gente" rispose il più grande.

Il cucciolo annuì soltanto, seguendo Liam fuori da quel vicolo, portandolo nel luogo in cui sarebbe incominciato tutto.

N.A.

Ciao lamaconri obesi(?)
Ho sempre voluto fare una storia su quest'argomento, e che dire, eccomi qui!
Volevo solo dirvi che aggiornerò ogni venerdì (o prima)!
Quindi tra una settimana avrete il primo capitolo, e succederanno delle belle.

All the love,C. xx


Kitten;;ls (Sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora