Il picollo Patriot

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Per quanti anni passino, mi ricordo ancora quel viaggio della primavera del 1896.
Era un giorno caldo con venti che venivano dal sud, e io a Toulon, stavo per imbarcarmi nel Patriot una nave nera di stile moderno, che andava a Madagascar dove molta gente ricca viaggiava per fare buoni affari e comprare terre ricche di minerali e diamanti da vendere.
Appena salito in barca cercai il mio cabina correndo in quel lungo e stretto corridoio affollato trovandomi davanti ad un uomo con un vestito blu accompagnato da due camerieri che aspettavano l'ordine di portare le valigie a qualcuno, mentre l'uomo augurava un bel viaggio a tutti poi mi fermò un cameriere.
«Vuole aiuto» mi chiese
«No grazie» Risposi frettoloso
Poi intervenne l'uomo che avevo ormai capito che era il capitano
«Non abbia fretta, la nave partirà fra un bel po', ha una cabina lontana?»
«Per niente capitano ho la cabina numero 6 della seconda classe» risposi calmato
«Allora buon via....» mi stava per salutare ma poi girò rapidamente la testa «ciao Alphonse»
«Bon dí Roussel!»
Allora li guardai.
«Mounsier» si rivolse il capitano di nuovo a me «Le presento Alphonse e la sua moglie Solange, il Patriot mi aspetta, bon viage.»
Salutai il capitano poi guardai la coppia con un sorriso.
Il signore era alto circa un metro e settanta e aveva circa sessanta anni, era vestito con un cappello nero, uno smoking ,pantaloni blu e delle scarpe rosse con lacci metallici.
La moglie era anche lei tra i sessanta ed era alta circa un metro e cinquanta; vestita con un cappello bianco e un lungo abito viola.
Iniziai la conversazione chiedendo il motivo del loro viaggio e il marito mi rispose contento:
«Per motivi di lavoro, veniamo a vedere una mignera comprata da poco, e lei?»
Allora io contestai «Per un matrimonio, mio cugino si sposa»
Mi guardò stupito «Madagascar, è una bella terra ha fatto bene ad apprezzarla tanto»
Lo ascoltai seriamente facendo cennò di si «Certo anche lei ha fatto bene ad investirci ho sentito che di pietre preziose non ce ne mancano proprio»
Poi la conversazione venne interrotta quando un cameriere venne correndo frettoloso avvisando di tornare nelle proprie stanze perché la nave si sarebbe mossa.
Arrivato nella mia stanza, deposi le mie valigie sopra una sedia di legno; la stanza era piccola con le pareti bianche e il pavimento di moquette rossa, era illuminata da un gran lampadario dall'aspetto accolinte.
Il letto era vicino all'unico oblò, piccolo con bordi di metallo, e a lato un basso comodino bianco; il resto dello spazio era occupato dall'armadio e la sedia dove avevo messo le mie valligge.
Sistemai i miei vestiti e poi guardai l'orologio, mi riposai leggendo una breve novella cavalleresca che racconta la storia di un soldato che combatte per la Francia durante la guerra dei c'entanni.
All'una mi diressi verso il ristorante dove incontrai nuovamente il signore Roussel che mi invitò gentilmente a sedermi nel suo tavolo «È un peccato che non ci siamo potuti conoscere meglio» mi disse «A proposito che lavoro fa lei?» e risposi «Sono un investigatore.»
«Ha! Veramente? E ne ha presi di assassini?» chiese eccitato.
«No nessuno, solo ladri ma sinceramente non ho mai dovuto cercarne uno, chissà che arriverà il momento» Risposi ridendo
«Ha!, in questo viaggio!»
«Non ci pensi neanche» mi spaventai ironicamente
Poi apri il menù e chiamò il cameriere «Un Astice allo Champagne per me e lei mounsier?» Mi chiese
«Un bicchiere di vino e poisson blanc cuit» dissi
Anotò tutto poi andò in un altro tavolo dove c'era un uomo grosso e alto con un vestito militare decorata da varie medaglie della cuale era orgoglioso ed il simbolo di Ammiraglio e questo mi sembrò di averlo già visto da qualche parte
«È l'ammiraglio Vidal» mi commentò Alphonse «È lui che ha conquistato Madagascar non l'ha letto sui giornali?» disse orgoglioso.
«Si, ma non mi aspettavo che fosse qui» risposi meravigliato senza girare il capo per quelle tre luminose medaglie dorate.
«E io neanche» mi confesso «Me l'ha detto mounsier Meneile, il capitano ma non credo che sia un posto sicuro, che ha fatto tanta storia dovrebbe stare attento, anche un assasino potrebbe... Insomma provare»
«L'ho conoscie da tanto, a Meneile?» chiesi perché il discorso di un possibile assassino mi spaventava
«Bè si l'ho conosco da dodici anni quando cercavo qualcuno che volesse lavorare in questa nave» mi spiegò
«Quindi questa è sua?» li chiesi pensando di sapere la risposta
«No, ora non più, se la ho venduta a quel signore di lì» mi rispose indicando uno basso tra i cinquanta e i sessant'anni, vestito con una giacca di pelle e dei pantaloni neri dall'aspetto ricco.
«Dev'essere stato un buon affare no?» li chiesi
«Bè doveva» spiegò un po' pentito «Ma lui non mi ha dato ancora niente»
«Ha? Mi sembrava ricco» Pensai ad alta voce
«Si lo è» Affermò un po irritato
«Allora quale è il problema?» Continuai pensando
«Non l'ho so, forse la pagherà quando abbia guadagnato i soldi con questa barca, o forse..» Mi rispose deluso
Poi sentì una voce «L' Astice allo Champagne per lei e le poisson blanc per?» chiese il cameriere
«Per me, grazie» Presi il gran piatto e lo mangiai rapidamente ma aspettai che finisse anche lui.
E appena ebbe finito il suo ultimo boccone, li chiesi «Vuole fare una partita a scacchi?»
«No, pardon» rispose guardando l'orologio «Havevo promesso a un mio amico di incontrarmi con lui alle due, ma se vuole può venire» Si scusò
«Non si preoccupi sto bene qua» Li dissi
«No! vieni li farà piacere conoscerti» insistì «Le novelle poliziesche e poi credo che mia moglie non verrà quindi....»
«C'est bien» Risposi
Camminammo per lo stretto corridoio che dopo si allargò nel salone, una grande sala con vari tavoli, due per Poker, tre tavolini da Dama altri tre da Scacchi e uno grande da Biliardo, noi siamo andati al più grande di Poker dove c'era un signore basso vestito con i pantaloni rossi, una comicia marrone e le scarpe nere.
«Bon di Alphonse» disse l'uomo poi mi guardò «Bon di mounsier.»
«Bon di Mauger , ti presento ...» poi mi guardò.
«Ha? Mi sono dimenticato,» Spiegai «George Yellows.»
«È Inglese?» Mi chiese Mauger.
«Si, di Londra» Li risposi «E lei.»
«Io sono francese sono nato a Guéret» Mi disse. «Anche io» Intervenne Alphonse «Di Saint.»
«Non veniva la tua moglie?» Li chiese cambiando tema «Solange»
«No, mi ha detto...»Fece una pausa «Mi ha detto che sta male.»
«Un peccato.» Disse Mauger -«Le carte sono mischiate»
«Uno, uno,uno due, du.....»
Durante la partita vidi i due amici molto competitivi ma vinceva sempre l'uometto facendo si che la partita diventasse fra lui e me perché Alphonse era troppo sconcertato pensando in altro come se la partita fosse di secondo piano, io continuai a giocare zitto invece l'altro lo animava chiedendo se fosse colpa della riunione, se devo essere sincero non avevo capito cosa fosse la riunione però non volendo intromettermi, rimasi a bocca chiusa finché alle 15:12 vinse il mio aversario e ci siamo salutati, tornato nel mio scompartimento con l'obbiettivo di arrivare alla metà di quell'incantevole libro.

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