Capitolo 1 (parte 1)

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La notte in cui decido di porre fine alla mia esistenza cade una neve leggera e silenziosa.
Le stelle sono coperte da un lenzuolo di nubi, l'unica fonte di luce proviene da un lampione alle mie spalle.
Si sente solo il rumore delle onde che si infrangono sul molo.
Sono le quattro del mattino e non si vede anima viva, nessuno verrà a fermarmi.

Ieri ho preso il massimo dei voti nel test di chimica. Amo le materie scientifiche. Non che io non sia bravo anche in quelle umanistiche, ma per me è più piacevole studiare formule chimiche, regole matematiche o il comportamento degli esseri viventi, piuttosto che poesie, saggi o romanzi. Inoltre sono molto interessato al campo tecnologico.
Mia madre, quando le ho riferito il risultato del test, si è complimentata con me mentre continuava a leggere qualche articolo di moda sul suo tablet. Sono certo che anche mio padre si sarebbe congratulato se fosse stato a casa. E' un avvocato molto famoso, stimato e richiesto, a causa del lavoro spesso rimane fuori casa per giorni e vive in uno degli attici fuori città di nostra proprietà. E' un uomo sulla cinquantina, alto e con i capelli brizzolati, gli occhi azzurri e il fisico ben allenato. E' un appassionato di sport, specialmente di baseball. Quando ero bambino ero entrato in una squadra per impressionarlo, ma ero talmente negato che l'anno dopo fu lui stesso a impedirmi di continuare per non farlo vergognare ancora di più.
Mio padre è un uomo ambizioso, che pretende sempre il meglio da chiunque e in qualunque cosa. E' una persona molto orgogliosa, cinica e autoritaria, che mi ha sempre suscitato timore e rispetto.
Ricordo che una volta, quando gli comunicai di aver preso una A+ in matematica, lui mi guardò dritto negli occhi e mi disse in modo atono:-Bravo.
Per lui avevo semplicemente svolto il mio dovere, non era nulla per cui esaltarsi.
Non credo di averlo mai reso pienamente fiero di me, ma ho sempre tentato in tutti i modi di ottenere la sua stima, senza mai arrendermi.
Almeno fino ad oggi.

"Quanto sarà alto?" penso, fissando la distesa scure ai miei piedi. Spero solo che qui il mare sia abbastanza profondo per farla finita.

Voglio morire. La mia vita è penosa, non ho amici, non sono capace di socializzare, di me non importa nulla a nessuno. Passo il tempo sui libri o davanti al computer a studiare, senza avere nessun altro passatempo a cui dedicarmi. A scuola sono conosciuto come "Alec il Secchione", la vittima preferita dei soggetti più aggressivi. I miei soldi sono stati la mia condanna, o forse lo sono stati miei voti, forse la mia intelligenza, forse la mia codardia.
O magari semplicemente la mia faccia.

Sento l'occhio pulsare, probabilmente si sta gonfiando. Sono stato picchiato per l'ennesima volta all'uscita da scuola, volevano dei soldi, o forse volevano semplicemente sentirsi superiori.
Erano in otto, forse in cinque. In realtà erano solo in tre.
Non ho mai reagito agli atti di bullismo che ho subito per paura delle ritorsioni. Ai miei genitori ho sempre dato scuse stupide, come una caduta o un incidente nell'ora di ginnastica, e loro non hanno mai indagato oltre, nonostante fosse ovvio che stessi mentendo. Sono troppo impegnati con le loro brillanti e invidiabili carriere per occuparsi di "questioni futili" come i miei "problemi adolescenziali".

Piccoli fiocchi di neve si posano sui miei capelli castano chiari e sulla mia giacca.
-Adesso vado.- sussurro nel vento, come se stessi cercando di convincere qualcuno, probabilmente me stesso.
Dalla bocca mi escono piccole nuvolette di vapore, mentre osservo il mare stringendomi le braccia infreddolito.

Ho scelto di buttarmi dal molo perché mi sembra il metodo meno doloroso e il più rapido. Potevo spararmi con la pistola di mio padre, ma avrei fatto troppo rumore, e poi non avevo modo di scoprire dove fosse nascosta l'arma. Se mi fossi impiccato avrei patito troppo dolore prima di spirare, da qualche parte ho letto che alcuni condannati all'impiccagione non morivano subito. Avrei potuto usare del veleno, essendo bravo in chimica sarebbe stato facile per me crearne uno, ma avrei potuto vomitarlo prima ancora di aver ingerito la quantità sufficiente al decesso a causa del mio stomaco troppo delicato. Utilizzare una lama sarebbe stato troppo cruento e sarei a malapena riuscito a ferirmi. Gettandomi in mare morirò annegato o assiderato? Quale dei due modi è il meno doloroso? In quanto tempo morirò?
Sono un patetico codardo. Tremo di fronte ad ogni ostacolo, sono perennemente indeciso, incapace d prendere decisioni da solo, persino se riguarda la mia stessa vita. Non sono in grado di reagire per difendermi per quanto sono vigliacco.
E' normale che la gente mi odi.
Uno come me non potrà mai instaurare un rapporto decente con nessuno.
Inoltre sono così egoista e presuntuoso e ho la testa piena di pregiudizi, molti dei quali sono stati instillati dai miei genitori.
L'unica cosa giusta che farò nella mia vita sarà uccidermi. In molti la penseranno come me.

Cosa diranno i miei genitori? Mia madre si accorgerà domattina che sono scappato con la mia nuova auto, o sarà il nostro maggiordomo a capirlo? Sono certo che si riprenderà presto dal lutto, è una donna forte. Inoltre per lei le sue nuove collezioni di abiti sono la cosa più importante, la sua "vera prole".
Per mio padre tutto questo sarà una seccatura e una vergogna, probabilmente mi rinnegherà come figlio.
Finirò sul giornale, la notizia del suicidio del figlio del famoso avvocato Jonathan Hedlund farà scalpore. O forse ci sarei finito in ogni caso, la cronaca nera attira sempre i mass-media.

Mi sono sempre creduto superiore grazie al mio cognome, ma in realtà valgo meno di zero, proprio come mi hanno sempre detto Drew, Neil e i loro amici, quella banda di spocchiosi prepotenti che fino a oggi mi hanno usato come sacco da boxe.
Tiro su con il naso, mi sono preso il raffreddore, ma ormai non ho più motivo di preoccuparmene. Sfrego le mani sulle cosce, le metto in tasca dove ho il mio I-Phone bianco ultimo modello e le chiavi della mia nuova auto, una Ford Focus 2012 4p.

Potrei lasciarli qui, se qualcuno li trovasse sarebbero un indizio per la ricerca del mio corpo. O più probabilmente diventerebbero il ricco bottino di un poveraccio.
Lascio cadere le chiavi alla mia destra, ma non voglio separarmi dal cellulare. E' sciocco da parte mia, dentro non ci sono molte foto o numeri di telefono, ma lo ritengo un oggetto personale e costoso. Persino in punto di morte mi mostro per la persona materialista e avida che sono.
-Finirò sul giornale, si sentiranno tutti in colpa, si pentiranno!- ragiono ad alta voce, dando sfogo alla frustrazione che per tutta la vita ho trattenuto. Finalmente tutti sapranno chi è "Alec lo Sfigato" e si dispiaceranno di avermi picchiato, deriso, insultato o negato un aiuto. Drew si scuserà di fronte alla mia tomba.
Mi do dei buffetti sulle guance, penso che a breve mi verrà una crisi di nervi. Sto impazzendo. Sono convinto di volermi buttare, ma cos'è la convinzione di fronte alla paura?
Mio padre un giorno mi aveva detto che la paura più grande è la paura stessa, che la paura è la scusa dei deboli. Che grand'uomo mio padre.
Ho paura di morire e ho paura di continuare a vivere. Cosa dovrei fare?
Mi mordo il labbro inferiore, abitudine che ho fin da quando ero bambino, lo faccio sempre se sono indeciso o tormentato da qualche pensiero.

Potrei andarmene, nessuno lo scoprirà mai.
No! Non voglio essere un codardo per il resto della mia vita. Non voglio più vivere sotto la pressione delle aspettative dei miei genitori e dei professori, con la paura di venire picchiato e derubato, deriso e ignorato ogni giorno.
-Fra cinque minuti mi butto, giuro.- dico con tono fermo, nonostante mi tremino le labbra mentre pronuncio tali parole.
Controllo l'ora sul mio orologio da polso costosissimo: sono già le quattro e trenta, è da mezz'ora che fisso l'acqua senza decidermi se scavalcare o meno la ringhiera.

Guardo il cielo plumbeo e sospiro.
Morirò da nullità, senza aver mai bevuto alcolici con gli amici ad una festa o aver fumato una sigaretta, morirò vergine, senza mai aver nemmeno parlato con una ragazza, figuriamoci averla baciata.

Ad un tratto, una voce alle mie spalle dal tono seccato mi fa sussultare.
-Non ho tutta la notte per aspettare. Ti butti o no?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 07, 2015 ⏰

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