three

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Sconforto.

Questo fu quello che provò Chad Gilbert quando lesse i documenti del Cedars-Sinai Medical Centre di Los Angeles. Incredibilmente, nella sua mente, tutto aveva un senso. Specie il fatto che Hayley aveva insistito per chiamare suo figlio Benjamin Andrew Gilbert. Benjamin, come Taylor. Ripensò allo splendido bambino che aveva cullato e amato sin da subito.

"Ora é troppo presto per vedere queste somiglianze, più avanti sono certa che sarà uguale a te!" aveva detto Christi. Invece Ben cresceva, il suo viso rimaneva uguale a quello di Taylor e gli occhi uguali a quelli di Hayley. Che gli aveva mentito. Che lo aveva tradito e gli aveva nascosto tutto.

In quel momento, Chad crollò.

Pensò che avrebbe lottato per quel bambino. Pensò che l'unico vero amore della sua vita, anche se svanito nel nulla, lo aveva ingannato. E pianse.

"Ehi, non ti sento più parlare. É successo qualcos-" Hayley si interruppe bruscamente vedendo suo marito seduto per terra, chino su dei fogli che avrebbe riconosciuto tra mille: i documenti che testimoniavano la paternità di Taylor.

"Chad, mi dispiace tanto" mormorò, non sapendo come giustificarsi.

"Non voglio più vederti, Hayley." rispose lui. Poi si alzò e riprese ad organizzare la sua roba per il trasloco più frettolosamente di prima, per correre lontano da lei. Come sempre.

"Mamma?" Hayley si girò di scatto verso il suo bimbo. Sembrava una di quelle bambole con cui giocavano le ragazzine nell'Ottocento. Ben si mise entrambe le mani in bocca e sghignazzò, soddisfatto per aver attirato l'attenzione di sua madre. Hayley si sedette sul divano e lo abbracciò. Il suo profumo di neonato le invase le narici.

"Sai di borotalco e omogeneizzato." gli mormorò, conscia del fatto che non avrebbe capito cosa stava dicendo. "E di Taylor." aggiunse, affondando il viso tra i riccioli del bambino.

"Andiamo a metterti una maglia, nanetto, o ti prenderai un accidenti" mormorò con la voce rotta dal pianto. Lo prese in braccio e lo portò con sé dentro la, ormai ex, stanza sua e di Chad.

Ben arricciò il naso mentre Hayley gli infilava la versione mini di una maglia dei Pink Floyd.

"Almeno non piangi istericamente come gli altri bambini del vicinato…" si disse Hayley, riportando momentaneamente i suoi pensieri a quando la piccola Bliss aveva l'età di Ben. L'anno e mezzo che avevano di differenza, si notava parecchio dato che Bliss cresceva molto in fretta, parlava e camminava già.

Lo portò nella stanzetta dipinta di arancio, il colore preferito di Hayley, poi scese  al piano inferiore attirata lì dal suono del campanello.

La figura alta di Taylor le si prospettò davanti non appena aprì la porta. La rossa non esitò a stringerlo in un abbraccio che sfiorava il soffocamento e a premere con forza le sue labbra su quelle del ragazzo.

"Cosa ti é successo?" chiese il riccio, notando le guance arrossate ed umide e gli occhi irritati a causa delle lacrime.

"Chad ha scoperto tutto." rispose Hayley, gli occhi le tornarono lucidi. Taylor non disse niente, nonostante la sua mente urlasse mille cose contemporaneamente, si limitò a baciarla e a spogliarla dei suoi vestiti e del dolore che si era causata. Erano passati mesi dall'ultima volta che erano stati insieme in quel modo, quando avevano lasciato che la loro sofferenza scivolasse via assieme ai loro gemiti, consolandosi. Inaspettatamente non era cambiato niente. Il matrimonio non aveva cambiato niente. Un figlio non aveva cambiato niente. Erano tornati al punto di partenza e stavano ripetendo da capo, una per una, tutte le stronzate fatte. E no, la conclusione a cui erano giunti, non era quella giusta. 

Eccoci giunti all'ultimo capitolo! Sono in procinto di cominciare a lavorare al prequel, che sarà una long di massimo una ventina di capitoli. Spero vi sia (sempre che qualcuno stia effettivamente leggendo questa cosa) piaciuto questo capitolo, scritto un po' diversamente. A presto!

You know I love you soDove le storie prendono vita. Scoprilo ora