Inimmaginabile

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"Non avrei mai voluto che andasse così. I miei piani non erano quelli,ma in fondo quali vuoi che siano i piani di una bambina di sei anni. Eri così fermo,immobile,freddo,pallido e ancora quella lacrima che ti sfiorava la guancia. Non era il massimo per me,eppure mi sono avvicinata mentre ti fissavo chiedendomi perché non provassi niente."

Lo chiamavano "Ingegner Rupe" se proprio vogliamo ricordare il suo soprannome,ma diciamo che per qualcuno può essere irrilevante e quel qualcuno non sono io. Lo ritengo il più bel soprannome che si possa dare ad un uomo, a quel uomo, l'uomo della mia vita.
Magro,carnagione scura e un visetto disegnato: si può descrivere in questo modo perché allora era solo un giovane come un altro.
Erano gli anni '70 e tutto era diverso,ma non so se in positivo o in negativo. So però che andavano di moda i matrimoni combinati e infatti fu così che conobbe quella che poi sarebbe stata sua moglie. Non era importante dire si o no,era fatta e non si poteva tornare indietro.Funzionavano così questi matrimoni,e infatti il matrimonio ci fu.Si sposarono,lei aveva solo diciannove anni e lui otto più di lei.Se lei fosse innamorata di qualcun'altro non importava a nessuno e questo succedeva anche per lui,ma da una parte sono stati fortunati perché si trovarono bene l'uno con l'altra. D'altronde non poteva essere altrimenti perché il cuore di Rupe era di una grandezza esagerata,mai vista prima e quindi lo portava ad essere buono con tutti quelli che lo circondavano.Su questo c'è da dire che era più pronto per gli altri che per la sua famiglia e per questo lo ricordano tutti.Avevi bisogno di una mano?Niente paura perché lui c'era.

Io non so descrivere bene la sua anima perché non so come si possa descrivere un'anima buona.In fondo si vedeva tutti i giorni con i gesti che faceva,ma spero di trovare le parole giuste durante il mio racconto.

Torniamo al suo matrimonio.Rupe sposò una ragazza di campagna dai capelli castani,lunghi e puliti da far riflettere i raggi del sole.La sua famiglia era molto importante composta da cinque maschi e cinque femmine,tutti ben nutriti e molto belli,ma la moglie di Rupe si distingueva da tutti i fratelli e sorelle semplicemente per il suo carattere così disponibile nei confronti di chi ne aveva bisogno.Il padre la chiamava "Marga" perché diceva sempre che era come una margherita, ed era veramente così. Una volta sposati, furono costretti a condividere la propria casa con altre nove persone. Queste persone erano i suoi cognati,uno sposato con due figli, e la suocera. Le possibilità erano quelle,ma si adattarono con la speranza che un giorno potessero avere una casa loro. Quindi il loro matrimonio funzionò e nacque il primogenito ed era importante allora che fosse un maschio per tramandare così il cognome. Dopo tre anni ne arrivò il secondo,sempre maschio quindi si può immaginare la felicità.Rupe era contento così perché i suoi maschietti gli facevano dimenticare i mille problemi che ci potevano essere a quei tempi, ma il merito andava soprattutto alla moglie che forse chiamarla "Superdonna" sarebbe molto poco.Sempre attenta a tutto e a non far mancare niente alla famiglia nonostante le difficoltà di vita.

Diciamo che Rupe si poteva impegnare un po di più,ma come si dice "non lasciare per domani quello che puoi fare oggi" o una cosa del genere.I maschietti crescevano insieme e tutto il quartiere era innamorato di loro,di quei bambini inseparabili dal caschetto biondo.Era anche periodo di dittatura al paese,con delle regole specifiche da rispettare.Regole che facevano bene al popolo per quanto riguarda il rispetto e la buona educazione, ma che dall'altra parte limitavano il mangiare.I piccolini erano costretti ad alzarsi all'alba e andare a tenere la fila per prendere un poco di pane o di latte o di farina.Era diventata ormai un abitudine bisognosa tanto che ognuno lasciava on oggetto proprio per essere riconosciuto cosicché potessero andare a casa e al ritorno si trovavano il latte o la farina vicino al proprio sasso o alla propria bottiglia.Direi che era un metodo efficace.
Questo però è durato qualche anno per fortuna perché nel 1990 cadde la dittatura e cominciarono a cambiare le cose nel paese:il popolo si sentiva più libero e dopo qualche anno cominciarono a spostarsi.
Fu così anche per Rupe e la sua famiglia.Si costruì una piccola casa in un altro quartiere facendo sì che fossero indipendenti. Più che una casa è meglio definirla una baracca perché le condizioni erano quelle che erano,ma intanto viveva lì con sua moglie e i suoi due maschietti.

Fosse stato per Rupe,di avere altri figli non ne avrebbe più parlato perché i due maschietti crescevano e si trattava di ricominciare da capo dopo sette anni dall'ultimo. Il volere di una persona però non può fermare la natura,ma soprattutto non può fermare il volere di una donna perché sua moglie in fondo in fondo desiderava una femminuccia da avere tutta per sé e infatti, seppur non volendo, rimase incinta. Lei era felice per ciò che stava accadendo e anche Rupe, ma una cosa le dispiaceva: cioè che nessuno della sua famiglia voleva una femmina e nessuno si aspettava una femmina. Nonostante questo,la moglie aveva una netta sensazione che il feto che cresceva dentro di lei sarebbe stato proprio una femmina.

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