Capitolo 3

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"Justin dovrebbe arrivare a momenti"

Disse Scoot dando un'occhiata veloce al cellulare per poi riprendere a tirare su i suoi pesi, in questa cazzutissima casa si trovava pure un'area palestra.

Ma dove li hanno presi tutti questi soldi? E come cavolo fa Scoot a tirare su quei pesi?

Sentii un trillo acuto e fastidioso, scattai come una gazzella verso la porta, quando mi ci ritrovai davanti passai una mano fra i capelli e aprii.

Sorpresi Justin annusarsi le ascelle, appena mi vede abbassó il braccio e si grattó la nuca imbarazzato.

Trattenni la risata più che potevo ma qualche verso uscì dalla mia bocca.

"Ti fermi per pranzo?"

Dissi iniziando a preparare la tavola, delle mani si posarono sui miei fianchi e io mi immobilizzai all'istante.

"Piccola, io vivo qui"

Disse al mio orecchio per poi lasciare un bacio veloce alla mia guancia.

"Scoot voglio fare una scommessa"

Disse Justin urlando praticamente nel mio orecchio, feci una smorfia di dolore.

"Che scommessa?"

"Sui pesi"

Disse lui tranquillo tenendomi comunque per i fianchi.

"Justin non credo sia la cosa migliore per te, sei appena uscito dall'ospedale-"

Non mi fece finire di parlare baciandomi il collo.

"Non preoccuparti bimba, useró il braccio buono"

Molló la sua presa, mi fece l'occhiolino per poi uscire dalla cucina.

Iniziai a cucinare una semplice pasta al sugo di pomodoro, andai in salotto per vedere cosa stavano facendo quei due.

Pesi... ti pareva.

"Io vado in bagno, Scoot ricordati che devi girare la pasta"

"Mh mh" disse lui distratto

salii le scale e dirigermi verso la mia camera, entrai nel mio bellissimo bagno, mi misi davanti allo specchio e sorrisi.

Mi sentivo a mio agio con me stessa, durante i due anni in Francia ero andata da un dottore specializzato e ora sembra che il cibo sia il mio migliore amico.

Sentii la porta della camera aprirsi e poi chiudersi, uscii dal bagno e trovai Justin seduto sul letto, appena mi vide si alzó raggiungendomi.

"Piccola..."

Justin mi prese per i fianchi facendo scontrare i nostri bacini

"Justin..."

Dissi cercando di fermarlo, non era il momento giusto, si, sono innamorata di Justin ma voglio fare le cose con calma e soprattutto non voglio che mio fratello sia a casa.

Inizió a baciarmi il collo scendendo fino a i miei seni baciando propri tra i due, un gemito uscì dalle mie labbra facendo ringhiare Justin. (manco fosse un cane :') )

"Justin...no"

Smise di baciarmi e si mise davanti al mio viso, avevamo tutti e due il respiro affannato.

"Perché bimba?"

Disse a neanche due centimetri dal mio viso, amo quando mi chiama piccola o bimba, mi fa sentire protetta diciamo.

"Non é il posto giusto e nemmeno il momento..."

Dissi, fece un piccolo sorriso.

"Capisco"

Disse, so che non aveva veramente capito, ma almeno aveva lasciato perdere, per ora...

Andammo giù e io mi fiondai in cucina, accesi la piccola televisione che si trovava attaccata al muro sulla sinistra.

"L'isis distrugge un altro monumento, patrimonio dell'Unesco-"

Che spreco, cambiai canale.

"Ragazzo disarmato viene ucciso da un polizziotto, la sua dichiarazione alle telecamere é stata: "era buio e ho visto che stava tirando fuori la mano dalla tasca."

Sbuffai cambiando canale per la seconda volta, scolai la pasta, ma venne fuori solo l'acqua, guardai velocemente dentro la pentola, non ci credo!

"Scoot!"

Urlai come una furia camminando a passi pesanti verso il salotto.

"Dimmi carissima" disse senza neanche degnarmi di uno sguardo continuando a tirare su quei maledetti pesi.

"Non hai girato la pasta, vero?"

Lo accusai con uno sguardo di fuoco, in meno di un millesimo si giró mollando il peso e alzando le mani in segno di difesa.

"Tu non mi hai detto di girare la pasta!"

"Bene!"

Dissi facendo diventare i miei occhi a fessura. Andai in cucina tra un'occhiata e l'altra a mio fratello.

Presi il telefono e composi il numero di una pizzeria datomi dalla magica Siri.

"Buongiorno, Pizza Alla Napoletana, desidera?"

"Buongiorno, vorrei due pizze, una ai quattro formaggi e una capricciosa grazie"



"Questa pizza é buonissima"
Disse Justin con in mano una fette di pizza, erano 1.30 di pomeriggio, chiusi nella mia stanza, io e lui con due pizze e avevamo mollato Scoot alla sua sorte e con i suoi amatissimi pesi.

"Lo so"

Dissi con la bocca completamente piena, mangiando questa fantastica pizza mi venne in mente una persona.

Papà.

Dovevo chiamarlo, dirgli di venire a trovarmi e, se in caso non avesse potuto sarei andata io. Era l'unico con cui avevo tenuto contatto, via Skype naturalmente. Le chiamate costavano un patrimonio e non avevo voglia di fargli spendere così tanto per 5 minuti di chiamata.

Gli mandai un messaggio, sperando che lo avrebbe letto entro i 3467944 di anni.

A Papà
Ciao papà, sono tornata da due giorni, a casa di Scoot, scusa se non ti ho chiamato prima ma sono successe un sacco di cose e mi é passato di mente solo ora, dimmi quando sei a casa e verró a trovarti, ti voglio bene.

Inviai il messaggio, e la rispostà non tardó ad arrivare, ho un padre tecnologico!

Da Papà
Non vedevo l'ora piccola, finalmente sei tornata! Non vedo l'ora anche di abbracciarti, per te sono sempre libero, vieni per le 5.00 ㏘?

A Papà
Certo, alle 5 sono lì.

"Dove credi di andare alle 5?"

Disse Justin....

Tan tan tannnnn, scusatemi davvero tanto per il mio colossale ritardo, mi è venuto il blocco dello scrittore e non sapevo cosa scrivere.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, spero anchi che questo blocco mi scompaia presto, grazie di leggere questa storia.

(E di sopportarmi)

Siao

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