Un giorno come gli altri

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Mi alzo con la solita tortura della sveglia, la spengo con un colpo secco e mi alzo per andare in bagno.
Busso, nessuna risposta e allora entro tranquillamente,senza aver paura di trovare quel maledetto del mio fratellastro Matteo.
In famiglia eravamo in 5 perché mia madre era morta a 36 anni per un tumore e mio padre l'aveva già sostituita con una racchia che aveva due figli maschi, Matteo e Nicolas, completamente insopportabili, soprattutto Matteo il più grande che aveva 18 anni, uno in più di me.
Faccio una doccia ed esco con asciugamano indosso e uno sui capelli e trovo Matteo per il corridoio e mi guarda con un sorriso che vorrei spaccargli ogni volta che lo fa.
Vado in camera, mi vesto,mi trucco leggermente e scendo a fare colazione con gli altri.
Alle 7:50 parto con Matteo e Nicolas per andare a scuola; Matteo era all'ultimo anno, io al 4° e Nicolas al 3°, eravamo praticamente in scala di età ed io ero in mezzo.
Entro in classe e mi siedo vicino a Noemi, la mia migliore amica e appena mi siedo comincia a raccontarmi del suo fine settimana, ma io non sto ad ascoltarla e nemmeno ascolto la lezione, penso a tutt'altro...
Questa mattina mi ero svegliata con una voglia pazzesca di abbracciare mia madre, ma non quella racchia che mi ritrovo ora, quella vera, mi ricordo ancora, l'ultima sera che siamo state insieme, cantavamo la mia canzone preferita al tempo, eravamo così felici quella sera, ma infatti qualcosa mi disse che tutto questo non sarebbe durato...
"Signorina Stefanin,saprebbe ripetermi quello che ho appena spiegato?" la professoressa di storia ce l'aveva con me ultimamente
"Sono tutti morti prof" le rispondo ridendo dentro me stessa,e poi si sentono delle risate provenienti da tutta la classe
"Fuori dalla classe,ora! Vai nella stanza delle punizioni immediatamente!" mi alzo sbuffando ed esco dalla classe contenta di essermene andata.
Vado nella stanza,in quella stanza non c'era niente ma proprio niente, mi sedetti per terra e cominciai a fare qualcosa con il cell e tutto d'un tratto si apre la porta e vedo entrare Matteo, ma cazzo! Doveva essere ovunque dove stavo io?!
"Guarda chi si rivede! Come mai qui?" disse sorridendo
"Non seguivo la lezione, e lui signorino cos'ha combinato?" lo provocai
"Disturbavo la lezione" si avvicina a me e mi prende il cellulare e comincia a guardare, mi alzo da terra e provo a riprendermi il cellulare
"Vieni a prenderlo se ci riesci!" esce dalla stanza e va in bagno e io lo seguo
"Dammelo!"

"Ti piacerebbe" disse con quel sorriso malizioso e io gli tiro un calcio sui gioiellini e mi riprendo il celluare, schiffata da quello che mi aveva detto.
Torno in classe e le ore passano veloci e finalmente posso tornare a casa, esco dalla scuola metto le cuffiette e accendo la musica, senza aspettare Matteo e Nicolas mi incammino verso casa, ormai ero abituata ad avere giornate così, non c'era un giorno che si salvava.

più cancelli, più resta il segnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora