Scusate ragazze se non ho continuato, ma non sapevo cosa scrivere, ecco a voi il capitolo.
Buona lettura ❤<Cara Anabeth sono tuo padre, ti scrivo una lettera perché è l'unico modo per parlarti. Non preoccuparti più per me perché non ne ho bisogno, sono a New York... voglio stare lontano dalla tua vita. Tu per me sei nulla, ora l'ho capito... sei solo un'ammalata... Io non voglio più avere a che fare con te e con nessun'altra persona che mi riconduca a te. Per me sei stata solo una sofferenza, un peso. Quanto ho aspettato un pretesto per andarmene, io mi sono rovinato la vita prendendomi cura di te. Sei inutile e senza nessuna prospettiva per il futuro. Svegliati cara, non siamo in un film, non è tutto a lieto fine. Non guarirai è inutile che speri, è inutile sprecare tempo con le visite perché la morte nella tua vita è già scritta. Non sperare nell'amore carnale e passionale per Tyler, perché anche lui appena sarai obbligata a stare in un lettino di un ospedale, si dileguerà e rimarrai sola. Ero stanco di fingere, per tua madre... per te, ma che stupido. Io non amavo tua madre, avevo un'altra donna e non mi interessava affatto crescere una ragazza malata. L'ho fatto solo per il decoro e i soldi della pensione. Per piacere non cercarmi più, addio.
Tuo padre.> Quelle parole mi avevano uccisa dentro, avevo inumidito tutta la lettera con le mie lacrime. Non pensavo che una persona potesse essere così crudele. La voce di Tyler che mi chiamava mi fece ritornare alla realtà. Lui mi guardò e mi corse in contro molto preoccupato. Io ero immobile con le lacrime che uscivano a fiumi, lui mi abbracciò però io non contracambiai. Ero impassibile, quando si staccò gli porsi la lettera è lui la prese, crollai a terra e cominciai a singhiozzare più forte mentre mi copriva gli occhi con le mani. Lui appena finì di leggerla, mi guardò intensamente anche lui con gli occhi rossi e lo sentivo parlare sotto voce "Come può un padre comportarsi così, come può." disse massaggiandosi le tempie. Io continuavo a singhiozzare, ero allibita più che triste... come poteva dire quelle cose su mia madre o su me. Ero ancora a terra quando Tyler mi alzò e mi baciò la testa, io lo abbracciai fortissimo e affondai la testa nella sua felpa. Mi portò dentro e mi fece sedere sulla poltrona di mia madre, continuavo a singhiozzare fino a quando Tyler cominciò a parlare "Ti prego Anabeth non piangere ti prego, ci sono io qui con te, non pensare alle cose spregevoli che ha detto tuo padre!" mi disse con le lacrime agli occhi. Non ce la facevo, non volevo vederlo piangere perché era straziante, lo trascinai verso di me, gli asciugai le lacrime con la felpa e cominciai a baciarlo. Aveva le labbra che sapevano di sale, avevo bisogno delle sue labbra, mi facevano impazzire. Mi staccai e lo guardai intensamente, li capii che lo amavo perdutamente perché guardando i suoi occhi neri vedevo le onde del mare che si infrangevano sugli scogli. Lui mi accarezzò la guancia e mi sorrise. Non era uno di quei sorrisi finti, ma un sorriso sincero e bellissimo. In poco tempo era diventato colui per cui avrei donato la vita, per lui avrei combattuto contro il cancro, ne sarei uscita vincitrice. I miei pensieri si afievolirono e mi addormentati tra le braccia di Tyler. Sognai ancora mia madre, era distesa su un letto di rose, io ero imprigionata in una specie di cella. Mia madre veniva attaccata da lance, coltelli, proiettili, ed io ero lì ad urlare ma pare che nessuno sentisse. Mi svegliai piangendo, guardai l'ora ed erano appena le due del mattino, mi strinsi forte a Tyler e ripresi sonno velocemente. Lui mi trasmetteva sicurezza, fiducia... Grazie a lui ero tranquilla. Mi svegliai grazie alla luce che filtrava dalla finestra, guardai l'ora e erano le 10.30, fissai Tyler che ancora dormiva e gli baciai la nuca. Scesi le scale lentamente, ma a metà persi la forza e caddi a terra facendo le scale a rotoli. Cominciai a piangere lentamente e poi sempre più forte fino a quando Ty corse giù in fretta e furia preucupatissimo. "Perché non mi hai chiamato così ti davo una mano?" sbraitò infuriato, io lo guardai per un attimo e cominciai di nuovo a singhiozzare, lui si adolcí un po' e mi prese in braccio mentre io cacciai un urlo per il dolore. "Amore mi sa che hai una gamba rotta ti porto direttamente in ospedale!" disse ansimando per la fatica e la preoccupazione. Mi appoggiò nel sedile posteriore e partí velocemente e in meno di quindici minuti eravamo in ospedale. Mi portò in braccio fino all'ambulatorio e mi appoggiò in un lettino di una stanza di cui un infermiere aveva aperto la porta. Dopo cinque minuti arrivò un dottore che mi visitò e che mi portò a fare una risonanza magnetica. Dopo un'ora circa arrivarono i risultati, il dottore cominciò a leggere e dalle lastre appariva che aveva l'osso rotto. "Signorina la mettiamo in una carrozzina perché bisogna portarla subito a mettere il gesso!" Tyler mi guardò sconcertato mentre il dottore mi accompagnò in una stanza bianca, dove dentro c'erano dei macchinari per l'ingessatura. Uscì dopo tanto tempo con una gamba ingessata e delle stampelle, il dottore mi guardò e mi prescrisse dei farmaci per il dolore. Tyler mi aiutò e mi accompagnò in macchina, arrivati a casa mi buttai di peso sul mio letto mentre Ty mi abbracciava da dietro. Quel dolore, nonostante gli antidolorifici, non se ne voleva andare. Era straziante, la gamba mi pulsava tantissimo e per di più il piede mi si stava gonfiando. Allora lentamente alzai la gamba per facilitare la circolazione e il dolore cominciò ad affievolirsi. Mi svegliai di colpa, c'era stato un rumore assurdo, anche Tyler si era svegliato. Prese una mazza da sotto il letto e corse giù per le scale.
Tyler pov.
Presi una mazza da sotto il letto e corsi giù per le scale, ma appena girai l'angolo vidi il padre di Anabeth, cominciò a salirmi la rabbia e il rancore, mi avvicinai e gli sferrai un pugno, lui mi guardò sofferente e mi fece cenno di farlo parlare. Lo guardai e la rabbia era lì che stava per uscire con un urlo, mi trattenni e lo feci parlare. Non voleva che dicessi nulla a Anabeth e che a tempo debito avremmo saputo la verità, io lo guardai e risi amareggiato. Non ci potevo credere dopo tutto ciò che ha fatto ha il coraggio di presentarsi. Poco dopo si dileguò e io tornai su da Anabeth, era visibilmente preoccupata, io le sorrisi e le dissi che era caduta una mensola. Dopo questa maledetta bugia lei si addormentò sul mio petto. Per colpa di suo padre dovevo mentire a Anabeth e questo mi faceva particolarmente soffrire, cacciai questo pensiero e mi addormentai anche io.
Anabeth pov.
La luce mi svegliò e cacciai un urlo di dolore che fece sobbalzare Tyler, io risi così forte che anche lui partì a ridere e mi baciò appassionatamente.