Michelle, prima di entrare dentro la sua nuova casa, la osservò a lungo.
"25 anni. Nuova casa. Nuova città. Nuova vita." diceva tra sé e sé la giovane che si era trasferita in una casa di una città assai lontana da quella dei suoi genitori.
Ormai tutta la casa era stata sistemata. Michelle, stanca, si limitò a sedersi sul divano e a bere una tisana.
Delle parole provenienti dalla casa accanto, però, rompevano quell'amabile silenzio...
" IO TI DISTRUGGO! MERDACCIA SCHIFOSA, AHH, MORIRAI GRAZIE A ME! "
Erano urla accompagnate da continue risate quasi malefiche.
Per sicurezza, Michelle decise di andare a bussare alla porta della casa accanto per farsi conoscere dal vicino e anche per assicurarsi che andasse tutto bene.
Bussò alla porta ma non ci fu alcuna risposta. Quando ad un certo punto...
"SII?"
Era un uomo magrissimo con capelli corti e occhi enormi. I suoi vestiti erano un'enorme camicia a quadri e dei pantaloni larghi; probabilmente non li lavava da un bel po' di tempo.
L'uomo si trovava dietro di lei e ciò rese Michelle un po' spaventata. Perché non era in casa se fino a poco fa stava urlando e ridacchiando all'interno di questa?
"S-salve... Io...beh... ecco... sono la nuova vicina!"
"Lo so. Si accomodi sul divano."
"Che bella casa. Sono venuta non solo per conoscerla ma anche per sapere se va tutto bene. Ho sentito delle urla, quindi..."
L'uomo la interruppe per dare spiegazioni:
"Oh oh oh. Ogni tanto perdo la pazienza giocando ai videogiochi. Sono molto solo. "
"Oh... capisco. "
L'uomo guardò Michelle divertito e con un sorriso inquietante. Dopo circa 30 secondi di silenzio, Michelle sentì il bisogno di fuggire dalla casa del vicino.
"Io devo andare. Devo... devo andare a casa di una mia amica... è stato un piacere. Arrivederci! " Michelle si alzò dal divano e si avvicinò velocemente alla porta.
"Arrivederci, cara. Comunque mi chiamo John Stuart. "
" Io Michelle Hudson! "
"Lo so! Ho letto il suo nome sulla porta."
Michelle tornò a casa sua e cominciò a pensare. Forse, la solitudine avrebbe rovinato quell'uomo; insomma, chi è che urla in quel modo giocando ai videogiochi? Michelle avrebbe voluto fare qualcosa, ma sentiva che non poteva aiutare quell'uomo perché sarebbe stato troppo difficile per qualche ragione.
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3:30 della notte.
Michelle cadde nel sonno più profondo.
Il vicino riprese a urlare. Non giocava ai videogiochi ma con un coltello e con una bambola di plastica e le urla non erano riferite a qualcuno... o forse sì:
"AAAH, IO TI DISTRUGGO... MICHELLE... PUTTANA. "
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Creepypasta: Racconti.
TerrorLe cose più raccapriccianti accadono quando meno te lo aspetti.