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- Bella Eri.
- Bella.
La ragazza bionda appena arrivata sfilò il pacchetto di sigarette dalla tasca posteriore dei jeans dell'amica, che buttò fuori una boccata di fumo.
- ehi hai visto quello?- domandò accendendosi la sigaretta che teneva tra le labbra.
- chi, l'ennesimo sfigato in questo maledetto college?- rispose l'amica bruna con un'altra boccata di fumo.
- sarà pure sfigato, ma non è niente male. - ribattè la bionda.
Con una smorfia d'insofferenza, la ragazza bruna buttò a terra il mozzicone e lo spense calpestandolo con le Vans nere. Li odiava gli sfigati , e ancora di più se erano carini.
Anche se doveva ammettere che il nuovo ragazzo trasferitosi al college di recente era davvero carino.
Non era in classe con loro (per fortuna), ma lo avevano intravisto nei corridoi più di qualche volta ed ora era lì davanti all'entrata, fissando la pubblicità di un concorso letterario appiccicata malamente sulla porta a vetri dell'edificio-scuola.
Aveva i capelli neri come i suoi e gli occhi color caramello. I lineamenti erano per lo più comuni, come nei canoni delle statue nella Grecia classica. La carnagione olivastra e gli occhi leggermente a mandorla potevano lasciar intuire una parentela asiatica, ma per il resto era tremendamente normale, con la maglietta bianca a manica lunga e i jeans scuri. Portava delle Adidas consumate e uno zaino verde melma della Eastpack altrettanto malconcio "spenderà tutto in gare studentesche e libri barbosi" pensò lei, continuando a studiarlo. Era "straordinariamente ordinario", come avrebbe detto Lunatica Lovegood. A quel pensiero le tornò in mente che un tempo anche lei aveva letto tanti libri ed aveva partecipato (e vinto) a qualche concorso, ma era stato prima di... prima che cambiasse tutto.
Scosse la testa, come per liberarsi dei brutti pensieri, e tornò a studiare il ragazzo: era quasi bello nella sua normalità, ma era una bellezza che lei, si disse, si era lasciata alle spalle.
Sospirò e si girò verso l'amica che aveva finito la sua sigaretta e la guardava con un sopracciglio alzato.
- che vuoi? - chiese la bruna sulla difensiva.
- la Regina di Ghiaccio si sta sciogliendo? - chiese la bionda con un sorriso malizioso.
- con quello? - fece una smorfia - Sicura che era mia la sigaretta che ti sei fumata?-
- bè allora perché tutto questo silenzio? Che hai? -
- sonno - ribbattè la bruna con uno sbadiglio eloquente mentre le porte si aprivano e gli studenti cominciavano a riversarsi nei corridoi.

- Dove sono finiti tutti? - chiese la bionda, infastidita dai marmocchi che le scorrazzavano intorno cercando ognuno la propria classe. Per fortuna tra qualche giorno sarebbero cominciati i test di fine quadrimestre e dopo lei e i suoi compagni sarebbero stati trasferiti tutti al piano superiore, dove avrebbero passato quattro mesi di reclusione in attesa degli esami finali.
- con "tutti" intendi "Andrea" o ti interessa veramente sapere dove sono gli altri del gruppo?- chiese la bruna con fare malizioso.
- Andrea non sappiamo dove sia, ma intanto ci siamo noi - disse una voce maschile alle loro spalle.
- Bella Già. Dario. - la bruna fece un gesto al ragazzo rasta che aveva parlato e all'amico roscio dietro di lui.
- Bella Eri. Sof. - rispose il roscio atono. - sapete dove sono gli altri? - chiese noncurante dirigendosi verso la classe. La bruna lo raggiunse e lui le mise un braccio intorno alle spalle.
- ehi vacci piano. Non stiamo più insieme. - disse lei acida.
- ma che cazzo! Non ti posso nemmeno abbracciare ora?-
- si, ma stai calmo - rispose lei con voce ferma.
- Erica! Dario! Aspettateci.- gridò la bionda che li seguiva con un pò di distanza insieme al ragazzo rasta.
- Sofia, muovi il culo. - sbuffò Erica.
- ragazzi! Siamo qui! - urlò un bel ragazzo con gli occhi azzurri affacciandosi dalla porta dell'aula F22, la classe degli altri.
- Bella Andrè. Valentina è con te? - chiese il rosso, Dario, staccandosi da Erica senza prestarle più attenzione.
Lei imprecò mentalmente quando una cascata di riccioli rosa fece capolino sulla spalla di Andrea, il ragazzo con gli occhi azzurri.
- non la sopporto. È qui da nemmeno quattro mesi e crede di avere il diritto di mettersi in mezzo così? - sussurrò la bionda, Sofia, all'amica.
- senti, neanche a me sta simpatica, ma ai ragazzi piace.- Erica fece spallucce.
- ragazze, ci vediamo all'intervallo. Vedete di arrivarci - le salutò Giacomo, il ragazzo rasta, lanciando un'occhiata significativa a Sofia e raggiungendo la sua classe tre porte più avanti.
- che c'ha quello da guardare non lo so. - disse Sofia all'amica. Erica sorrise.
- tu che pensi? Io dico che dovresti lasciar perdere Andrea e guardarti intorno -
- E io penso che voi due signorine, dovreste raggiungere i vostri posti e lasciarmi entrare dato che la campanella suonerà tra meno di cinque minuti. -
Sofia sbuffò e alzò gli occhi al cielo con un gesto insofferente, ma Erica non si scompose. - 'giorno anche a lei prof, si accomodi. - disse facendole un ampio cenno del braccio per farla passare avanti e seguendola subito dopo insieme a Sofia, raggiungendo gli altri agli ultimi banchi.

DRIIIIIIIIIIIIN

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LEGGETE.
VOTATE.
COMMENTATE.
AMEN.

SCOMMESSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora