ALICIA
Bellezza. Vanità. Perfezione. Tre parole che mia madre venera, che per lei contano più di qualunque altra cosa.
Sii perfetta. Risplendi. Primeggia su tutto, sempre. Queste sono le regole.
La costante necessità di essere perfetta mi fa sentire quasi stritolata da tutta questa pressione.
A volte penso che la casa riesca a contrarsi e ad espandersi. Quando sono sola mi sembra immensa. Quando sono i miei genitori fatico anche a respirare. Forse perché non ne combino mai una giusta. O non faccio abbastanza per compiacerli, o non mi sforzo quanto dovrei.
Sono sfinita dalle regole. Ho quattordici anni e voglio solo divertirmi un po'. Voglio poter non preoccuparmi di indossare vestiti firmati o che i miei capelli siano sempre in ordine. Se potessi mi truccherei pesantemente, mi tingerei i capelli di un rosso acceso. Farei qualunque cosa per affermare la mia personalità. Adesso non so neanche quale sia, la mia vera personalità. Ho solo una che mia madre ha confezionato per me.
Voglio solo che mi accettino come sono e che magari mi dicano che mi vogliono bene."O si dà una raddrizzata o se ne va" ha ribattuto mio padre mentre mi riaccompagnava a casa, dopo l'incontro con la preside. È stato chiamato dalla scuola perché ho saltato l'ora di ginnastica. Lo ha detto come se fossi un cane. Mia madre è dalla sua parte.
Spero tanto di non diventare come lei. Ma se tutto va secondo i piani, sposerò un ragazzo di una famiglia facoltosa, indipendentemente se lo ami oppure no.
"Credo dovremmo mandarla in un collegio di New York" dice mio padre senza degnarmi di uno sguardo.
"Ma dai", ribatte mia madre. Facendo sorvolare il fatto che non sono seduta dritta come vorrebbe lei, come se fosse facile ingerire quattro pillole ogni mattina.
"Diventerà come Abby, avevi detto che quando avremmo avuto dei figli non avrei dovuto preoccuparmi per loro. E invece, la nostra prima figlia è stata due volte in un centro di disintossicazione e lei? Lei probabilmente rimarrà incinta durante il primo anno di università"
Le pareti della stanza adesso mi stritolano, sono praticamente raggomitolata su me stessa.
"Dobbiamo mandarla al collegio." tuona mio padre.
"Va bene, sarà la prima cosa di cui mi occuperò lunedì" mormora con gli occhi bassi mia madre.
Ormai mi sembra che non ci sia più spazio tra le pareti e me. "Che grande stronzata" scoppio. Mi alzo da tavola e mentre mio padre dice "Occupati di tua figlia", io mi dirigo verso l'ingresso e corro a perdifiato. Proprio come fece Abby. La mia vita non è in un collegio.
Corro fino alla fermata dell'autobus che si dirige verso i quartieri più malfamati. Mia madre non sarebbe mai venuta qui. C'è un tizio che mi fissa. Sarà più grande di me di due anni. Ha delle cicatrici sulle gambe e dei brufoli sulla faccia. Non è brutto. Mi fissa mentre si lecca le labbra. "Sei bella, cazzo. Lo sai?" dice mentre si avvicina. Mette una mano sulla mia gamba. "Non mi toccare" mormoro. Ma la cosa mi fa sentire speciale. Qualcuno a cui piaccio così come sono. Il tizio scende dopo qualche fermata dicendomi che se sarei andata con lui mi avrebbe fatto vedere come ci si diverte.
Arrivo al quartiere dove vive mia sorella. C'è un uomo svenuto a terra e ragazzi che vagabondano e che mi guardano con uno sguardo perverso. Alzo il passo e arrivo in fretta all'appartamento di mia sorella. Mia madre dice che è un ricovero di drogati e rifiuti umani. Devo bussare cinque volte, prima che Abby mi apra. Vorrei abbracciarla, ma mi sembra così fragile che se la stringessi troppo si sbriciolerebbe.
Le spiego la situazione e chiedo "quanto è brutto il collegio?"
"Meglio di stare a casa".Conclude il discorso augurandomi di essere libera,ma non libera come lo è lei. Vedo per la casa solo oggetti che servono per drogarsi. Lei vive questa libertà perché è felice. Io devo trovare la mia libertà, anche nel collegio.
"Stai alla larga dai ragazzi selvaggi, rudi. Loro non ti amano, ti usano."
Perché mi sta dicendo questo?
Ha dimenticato anche di dirmi di stare alla larga dai ragazzi bellissimi, perfetti, che dicono di amarti, impeccabili, che ti fanno sentire amata per la prima volta nella tua vita. Ha dimenticato di parlarmi della delusione dell'amore e dell'oscurità che porta con se. E che quando l'illusione svanisce, le pareti si chiudono su di te, ti stritolano. E non ti resta altro che la sensazione di essere ancora meno amata e più inutile di prima.
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Non cambiare mai || Alicia&Richard
FanfictionA prima vista, Alicia è la tipica ragazza viziata di buona famiglia: aspetto curato, abiti firmati e l'atteggiamento di chi non ha mai dovuto faticare per ottenere ciò che vuole. Ma dietro quel seducente sorriso si nasconde un oscuro passato che Ali...