Capitolo uno~ Una serata perfetta

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Okay, era ufficiale. Dopo un'ora e mezza di servizio al punto di ristoro, la decisione di iscriversi al comitato organizzativo del ballo mi sembrava la più stupida che avessi mai preso.
Avevo preparato e fatto stampare i volantini, attaccato i manifesti, cambiato l'aria della palestra (una cosa assolutamente necessaria), avevo aiutato a fissare le decorazioni alle pareti, raccolto i fondi per acquistare gli snack ed, infine, preparato i panini.
Il compito più assurdo che mi avessero affidato, però, era quello di "stare dietro al punch" per metà della durata del ballo. Sì... proprio come se quel sospetto liquido rossastro fosse in grado di muoversi da solo dalla boccia.
Il risultato era che tutte gli altri membri del comitato stavano ballando divertendosi un mondo mentre io ero lì, bloccata da quello stupido punch, in attesa che arrivasse quel latitante che avrebbe dovuto darmi il cambio più di mezz'ora prima.

I miei pensieri neri, però, si trasformarono in caramelle gommose non appena mi accorsi che l'ennesimo scocciatore assetato non era uno scocciatore, bensì Blake.
Blake... alto, capelli biondi, occhi nocciola che in un momento poetico avevo definito color autunno, tratti spagnoleggianti, sopracciglia spesse ed un naso importante che molte altre ragazze consideravano il suo unico difetto. Per me, invece, era solo uno dei suoi tanti pregi perché lo rendeva meno perfetto, più umano.
Inutile dire che ero ancora completamente, totalmente, irrimediabilmente, assolutamente cotta di lui.

"Ehi Early! Come va?" mi domandò lui sorridendo e allungando il bicchiere verso la boccia di punch.
"Bene grazie Blake." Risposi più freddamente di quanto avessi voluto. Ma perché non riuscivo mai ad esprimermi come volevo?
Lui sembrò rimanerci un po' male "Se è un brutto momento..." fece per dire.
"Ma figurati!" Lo interruppi. Non volevo che se ne andasse "Sei venuto per il punch?
"Mmm si grazie..." rispose lui.
Aprii il palmo della mano e presi un leggero controllo del liquido facendone sollevare una piccola porzione. All'improvviso, però, la traiettoria che stavo seguendo per raggiungere il bicchiere di Blake venne deviata e la bibita finì sulla sua camicia bianca.

Mi misi una mano sulla bocca e spalancai gli occhi. Signore e signori, ecco a voi una perfetta figuraccia alla Bridget Jones.
"Oddio scusami Blake!! Ti giuro che non volevo!" Cercai di scusarmi mentre lui provava a limitare i danni con un fazzolettino preso dal tavolo.
"No, tranquilla non fa niente..." io però mi ero già avvicinata.
"Posso?" Domandai indicando la macchia rossa.
"Fai pure, tanto peggio di così non può andare." Rispose. Provai a riassorbire l'acqua dalla camicia ma rimase l'alone rosso della sostanza bloccata nel tessuto. La maglietta era asciutta ma aveva una macchia rossa nella parte destra dello stomaco.
"Scusa scusa scusa Blake!" Mormorai in preda all'imbarazzo.
Gli strappai il fazzoletto dalle mani e lo strofinai con foga sulla zona rossa.
"Ehi ehi!" Disse lui ridendo e bloccandomi l'avambraccio con delicatezza "Fa niente, sul serio Early! Se mi chiedono qualcosa dirò che un tizio mi ha sparato." Spiegò guardandomi negli occhi. Io cessai tutti i miei tentativi di pulirlo non appena mi accorsi della nostra vicinanza. Ci separavano pochi centimetri, così pochi che riuscivo a sentire il suo respiro sul viso.

"E comunque..." proseguì allontanandosi "...non sono venuto qui per prendere da bere." solo allora mi accorsi che anche lui era diventato rosso.
Il mio cuore saltò un battito al ricordo della prima volta che l'avevo visto così imbarazzato.

Era una giornata iniziata malissimo; pioveva, ero arrivata tardi a scuola perché un camion mi aveva schizzato addosso l'acqua di una pozzanghera ed ero stata costretta a tornare a casa a cambiarmi, alla seconda ora avevo una verifica di trigonometria ed il pomeriggio un test di Controllo che non potevo assolutamente saltare. Ero entrata in classe come una furia, senza trucco e con dei vestiti dai colori che facevano a pugni tra loro. Solo Blake ebbe il coraggio di avvicinarmi per dirmi le sette parole che avrebbero reso il giorno più brutto dell'anno quello più bello della mia vita "Blythe... io volevo dirti che... ti amo!"
Improvvisamente mi trovai a sorridere come una stupida.

Gifted ~ Millanta's ChronicleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora