E I G H T E E N*hs*

2.

"Anne sbrigati!" le urla della mia migliore amica Faith risuonano nella stanza.
Era quasi più eccitata lei di me, riguardo al mio 'appuntamento' con Harry. Cioè, dovevamo solo andare a prendere un caffè, e parlare un po, ma lei, sognatrice com era, era convinta che Harry mi avrebbe dichiarato il suo amore.
Non ci volevo credere ma inspiegabilmente un pochino ci speravo anche io.

"Okay Faith, sono pronta."
E prima che lei potesse aggiungere commenti me ne andai di casa salutandola allegramente.
Mi infilai le cuffie nelle orecchie, convinta che il riccio mi avrebbe aspettato sotto casa sua.
E invece eccolo li, davanti a me, pronunciando un "Hey Anne" e sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi.

"Ciao Harry..."
Non una parola, non una risposta, che Harry si era incamminato davanti a me. Si era... Diciamo raffreddato. Com era suo solito negli ultimi mesi del nostro fidanzamento. Aveva qualcosa dentro, che purtroppo non voleva condividere con me.
"Harry..." tentai invano di chiamarlo.
"Harry potresti aspettarmi?!"mi ero piuttosto innervosita, non abituata ai suoi continui sbalzi d'umore.
Si fermò, mettendosi una mano tra i capelli, avvicinandosi a me.
"Anne scusa davvero. Non so come tu faccia ad essere così calma. Sono mesi che progetto di tornare qui. Per tentare di farmi perdonare e di riallacciare un rapporto con te. Oggi potrebbe andare tutto storto per me. Sono nervoso Anne. Quindi ti prego scusami."
Non potei trattenere una dolce risatina, alla quale lui mi rispose con uno sguardo interrogativo.
"Harry" dissi dolcemente sorridendo "sei tenero." e gli accarezzai i ricci.
Sapevo che lui odiava essere spettinato. E sapevo anche che lo stavo provocando. E se si fosse arrabbiato sarei stata fottuta. Ma non volevo perderlo di nuovo, e prendere le cose alla leggera era l'unico modo di farlo rimanere.

"Vogliamo andare Miss. Anne?" mi chiese, facendo un imitazione troppo forzata di un 'gentile lord inglese'.
"Oh, ma certo signor Styles."
E così ci incamminammo. Lui tranquillo e spensierato, io con la spalla dove lui aveva appoggiato il suo braccio, che tentava di scoppiare.