Tornerai

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-Non puoi farlo Annie, pensa a lui, non puoi farlo.

Un sussurro, non poteva essere descritto in altro modo se non come un sussurro, quello che uscì dalle labbra di Percy, quel flebile suono in cui l'eroe decise di immergere tutta la dolcezza che provava solo guardando quella ragazza con la tempesta ormai dentro -dentro il cuore- e non solo più negli occhi.

-non mi avresti lasciato andare neanche se fossi stata da sola, neanche se... - e qui la sua voce si spezzò. per il dolore, la disperazione, non l'avrebbe mai saputo Annabeth, la paura, lo sconforto, probabilmente per la consapevolezza di ciò che stava accadendo, la sua voce si spezzò - anche se lui non ci fosse, tu non me lo permetteresti.

E da quelle nubi temporalesche scese la pioggia.
E da quegli occhi scesero le lacrime.

E poi leggero come un soffio di vento, un dolce calore sulla guancia di Annabeth. Era una carezza, quella che le stava regalando Percy.

-Io ti amo- quelle parole raggiunsero lentamente Annabeth, che le ascoltò come si ascolta la più dolce delle melodie - quella dolce melodia che poteva vantare da quando Percy le aveva conquistato il cuore e poi ne aveva fatto il suo tesoro-
Di melodie così dolci da spezzare il cuore ne esistevano poche, ma per Annabeth la voce di Percy era una di queste, e quando lui le ripeteva quelle dolci parole tra un bacio e l'altro, lei sorrideva sempre. lei sempre, dolcemente, sorrideva.
Ma questa volta era diverso

-non lasciarmi- Lo pregò nuovamente Annabeth, e l'avrebbe ripetuto ancora, e ancora.

-Sappi che ti amo. Che ti ho sempre amata, e che ti amerò sempre.- una risatina-debole, non come le sue solite risate-uscì dalle sue labbra.
-che sciocco,scusa.- disse, posando delicatamente una mano sul ventre dell'amata-Volevo dire che Vi amo, amo entrambi.

-No, non farlo, non fare sciocchezze.- ormai Annabeth stringeva la maglia arancione di Percy con un pugno, come se bastasse a fermarlo, a bloccarlo con lei.

-Non avere paura per me, sei la persona più intelligente che io conosca, sai che io starò bene, che io lì non soffrirò. Annie, ti aspetterò nell'elisio, ma finché non sarà giunto il tuo momento di raggiungermi, vivi, e vivendo amalo. Amalo prima come l'avresti amato se io non me ne stessi andando, amalo come l'avresti amato se io potessi garantirvi di esserci sempre. Amalo come ogni madre ama il proprio figlio, amalo come si ama la perfezione che tutti agognano - quella perfezione diversa per ognuno di noi, perché la perfezione non esiste-
E poi amalo il doppio.
Amalo due volte di più di quanto l'avresti amato, due volte di più di quanto un cuore possa reggere.
Amalo anche per me, e dagli quello che tu gli avresti dato se la tua vita fosse stata perfetta.
Amalo e dagli quello che io ho provato a dare a te, e dagli quello che gli avrei dato io, perché io non ci sarò per farlo.

E una lacrima disegnò anche il volto dell'eroe dell'olimpo,che si sforzava di non piangere, di non rompersi d'avanti all'amata, perché mostrandosi debole avrebbe reso più debole anche lei.

La calda mano sul viso della ragazza asciugava, invano, le lacrime che quegli occhi -quei meravigliosi occhi- lasciavano scappare in una disperata fuga.

-io ti amo- ripetè, come se fosse la prima volta e non l'ultima. Perché Percy avrebbe voluto dirglielo ancora e ancora, perché Percy ancora si vedeva a ripeterglielo ancora e ancora -in riva al mare, o nella capanna di Poseidone- come già cento e cento volte le aveva ripetuto.

-io vi amo, ed è per questo che vi devo dire addio. Tu lo capisci, tu sai che è l'unico modo per salvarvi. Tu sai che io non mi sono mai arreso, che ho sempre combattuto - ero distrutto ma combattevo - e anche ora lo farò. Combatterò per voi, perché se voi rimarrete in vita vorrà dire che io avrò vinto, perché io avrò combattuto per voi.
Lo farò io, perché tu non puoi farlo Annie, non puoi farlo per lui.

E adesso tutto era fermo.
Come ad avere pietà di loro, come se la natura fosse triste assistendo a quella scena.
Quindi fu forse per pietà che il vento decise di accompagnare quelle deboli parole che narravano di speranza, di vita.

-Tornerai. Torni sempre.

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Ehylà semidei!
Sono Reyna_Thalia e questa è la mia prima vera "storia".
Prima di tutto, spero almeno che vi sia piaciuta un pò >_< ma se così non fosse mi piacerebbe comunque sentire le vostre opinioni.
IMPORTANTE
Io non amo assolutamente le storie tristi, quindi, solitamente, se vedo che nel genere è inserito malinconico-o-simili io evito di leggerle per cercare di preservare quel briciolo di sanità mentale (AHAHAH) che gli autori nei nostri amati libri ( *-* ) hanno acconsentito a lasciarci.
Quindi non ho seriamente la più pallida idea di dove sia potuta uscire questa cosa dalla mia testa; diciamo solo che stavamo andando in vacanza in macchina e dato che il viaggio durava ormai da parecchie ore il mio cervello ha iniziato a delirare.
O almeno questa è la mia ipotesi.
E a dire la verità non so neanche se questa ff riuscirà a far commuovere(?) qualcuno. ( al massimo scenderanno lacrime di pietà )
Cooomunque... Grazie di aver letto fino a qua (per quelli che ci sono arrivati) e ora la smetto di annoiarvi. Anzi, no! Ecco cosa dovevo dirvi e puntualmente stavo dimenticando! Il contesto in cui è ambientata la storia è vago, il che significa che all'inizio non avevo la più pallida idea di cosa stesse succedendo attorno a Percy ed Annabeth.
Ok, basta, la smetto.
Ricordate che accendendo una stellina potreste migliorare una giornata a taante scrittrici ^-^ (o scrittori, intendiamoci)
Alla prossima, Semidei!

Reyna_Thalia

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