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Mi svegliai nel cuore della notte in preda al panico.
Sentii delle goccioline percorrermi la fronte.Quando me le asciugai col dorso della mano,capii che era sudore.

Avevo sognato di essere trascinata in un aereo da un ombra minacciosa,con tutti i miei amici che mi pregavano di rimanere con loro,piangendo.

Mi scese una lacrima,che percorse tutta la mia guancia fino ad arrivare alla spallina della canottiera.

Non ero pronta ad abbandonare casa mia.I miei amici.La mia vita.
Non ero pronta psicologicamente.

Ora penserete che io sia pazza,che Los Angeles sia una città fantastica in cui vivere e che io pretenda troppo,ma io sto bene qui dove sono,a Brooklyn.

Diversamente dalla maggior parte delle altre persone, a me piace la mia vita e mi piace la mia città.
Mi piacciono i miei amici,la mia casa,la mia camera.

Ho tutto ciò di cui ho bisogno,e andando via sembra che una parte di me possa scomparire del tutto.

Mi alzo improvvisamente,perché prima di partire c'è una cosa che voglio fare assolutamente.
Mi lavo e mi vesto rapidamente,indosso le All Stars basse blu e la mia felpa nera con su scritto Abercrombie.

Senza far rumore,o almeno provandoci,sgattaiolo via dalla mia camera,prendo le chiavi di riserva sistemate sotto la pianta all'entrata e il cellulare,ed infine esco.

L'aria che percorre le strade di Brooklyn alle 2.27 di notte è gelida ed è come ricevere uno schiaffo sul mio viso accaldato.

Sospiro rilasciando una nuvoletta di fumo.

Mi incammino con passi frettolosi verso il mio posto preferito,quello in cui io e Sam rimanevamo per ore e ore,a riflettere,ridere e scherzare.

Si tratta di un boschetto abbastanza sconosciuto,quasi in periferia della città,nel quale si trova una casetta mezza diroccata dove io e Sam a 13 anni giocavamo a nascondino.

Sorrido al pensiero di quei ricordi.

Aumento la velocità dei miei passi e finalmente arrivo nel boschetto.
Mi inoltro nella fitta boscaglia e mi ritrovo nella mia casetta.
Accarezzo la superficie in legno di quercia,poi entro e mi guardo intorno.

Le ragnatele e la polvere sono ovunque, la finestra mezza rotta lascia entrare una leggera brezza notturna.
La poltrona rossa con la bambagia che fuoriesce da ogni poro è sempre al suo posto,vicino al caminetto ormai in disuso.

Sorrido istintivamente quando ricordo che io e Sam amavamo stare su quella poltrona a saltellare e raccontarci barzellette.

Mi siedo per l'ultima volta,assaporando il momento con gli occhi chiusi.

Poi mi alzo rapidamente.
Guardo l'orologio sul cellulare.Sono le 4.50.

Fra meno di 12 ore sarò in un altra città,lontano da tutto questo.

Una tristezza incredibile mi invade da capo a piedi,e le lacrime scendono copiosamente sul mio viso.

Me le asciugo e corro rapidamente verso casa.
Entro e salgo le scale velocemente.Apro la porta della mia camera e guardo i muri privati dei poster degli One Direction e di Taylor Swift che una volta regnavano sovrani.

Tutte le mie cose sono racchiuse in scatoloni di cartone ammassati all'angolo della mia camera.

L'unica cosa che non ho messo in uno scatolone o in un sacchetto è stato il mio peluche Babo,un unicorno rosa con la criniera e la coda arcobaleni.

Sarà pure un pupazzo infantile per una 17enne,ma lo amo perché quello è stata la causa della mia amicizia con Carly.

Ricordo che dei bulli la tormentavano alle elementari e le avevano rubato Babo. Lei era disperata,così io mi arrabbiai,spinsi il bullo e ripresi Babo dalle sue mani. Poi lo diedi a Carly,che mi disse di tenerlo,perché sarebbe stato il simbolo della nostra amicizia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 01, 2015 ⏰

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I Hate Perfection || cameron dallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora