Schiavo del mondo

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"L'istruzione è davvero garanzia di libertà?"

Questo pensava Nick mentre, come ogni mattina da ormai 10 anni, un passo dopo l'altro si dirigeva a scuola. Nonostante i discorsi pieni d'entusiasmo dei suoi insegnanti (in tono quasi estatico, degno di una madre che tutta orgogliosa elogia la propria prole) il binomio scuola-libertà non lo convinceva del tutto. Già il solo accostare le due parole gli sembrava quasi un crimine. A scuola, solo una manciata di professori incoraggiavano la libertà di pensiero e l'individualità. Si imparava, certo ... ma COSA? Solo quello che loro ritenevano giusto imparare. La cosiddetta "versione ufficiale". Non voleva negarlo, in un buon numero di casi gli insegnamenti scolastici non si discostavano molto dalla verità. Talvolta, invece, era costretto a sentire certe idiozie che mettevano a dura prova il suo autocontrollo. Le risate erano all'ordine del giorno, facendo confluire gli sguardi di tutti nel punto in cui Nick sedeva. Da qui, e da molto altro, aveva origine la sua aura di pazzia. Nonostante molti insegnanti lo trovassero strano e a tratti persino instabile, Nick aveva sempre ottimi voti. Non negavano che avesse una mente brillante. Si lamentavano soltanto del suo discutibile modo di ragionare. Lo trovavano sbagliato.

"Come si fa a ragionare nel modo errato ? Se si segue la logica, non si potrà mai arrivare a conclusioni errate. La logica non conduce mai ad errori. Chi sbaglia, non ragiona. "

Qualcuno avrebbe potuto scorgere un filo di superbia in quelle parole. Un paio di volte, anche Nick aveva certi dubbi. Credeva infatti di seguire la logica, ma non ne poteva essere certo. Aveva le stesse probabilità di essere un genio o un perfetto idiota. Con la faccia che aveva in quel preciso istante, non poteva certo essere definito "geniale". Da quando era uscito da casa, era entrato in quella che suo padre definiva "modalità stand-by". Entrava in quello stato molte volte al giorno : quando ricordava o pensava, quando aveva un'illuminazione, o semplicemente, quando un particolare all'apparenza insignificante catturava la sua attenzione. Sembrava più di là che di qua, per dirla in parole povere. In particolare, la modalità stand-by era assai frequente a scuola, specialmente nelle monotone ore di Letteratura. Forse, se spiegata da una professoressa meno svogliata e pigra, la materia gli avrebbe suscitato un minimo di interesse. Purtroppo, "non pigra" non era certo un attributo degno della professoressa Bell. Al solo pensiero delle due ore che lo attendevano, ore che sarebbero sicuramente state infruttuose, il marinare la scuola non gli sembrava un'idea tanto disdicevole.

"NO. Non posso. Devo guarire dalla mia pazzia, e la scuola è la migliore terapia"

Era da poco uscito dalla "modalità stand-by", e si era appena reso conto della pericolosità dei propri pensieri. Tutto quello che gli era passato per la mente da quando si era svegliato fino a quel momento, altro non era che robaccia. Tutti dicevano che l'istruzione rende liberi. La scuola istruisce. Perciò la scuola rende liberi. Se tutti lo dicono, deve essere vero.

"Avrò sicuramente commesso un errore. Devo aver trascurato l'uso della logica"

Ma era davvero così ?

"Si ... credo"

Decise di non pensarci più. Anzi, di non pensare più. Varcò il cancello della scuola in cui studiava, la Hampton Institute of Science and Math, e si diresse verso l'angolo del cortile che era ormai diventato il punto di raccolta dei suoi compagni di classe.
La scuola vera e propria era preceduta da un porticato a pianta rettangolare, che delimitava tramite un sistema di archi a sesto acuto sorretti da colonne doriche, un cortile interno dalle dimensioni di un campo da calcio. Al centro del cortile, come a sorvegliare severamente gli studenti, era stata collocata una copia della Nike alata, simbolo di vittoria. Di quale vittoria si parlasse, Nick non lo sapeva. Ogni classe o gruppo di amici sceglieva un'area per riunirsi prima dell'inizio delle lezioni o durante la pausa pranzo. La classe di Nick era solita riunirsi in un angolo del quadriportico, mettendosi a cavalcioni sul muretto o stesi sul prato inglese.
Erano arrivate solo cinque persone, Nick escluso : Dimitri, un taciturno ragazzo di 17 anni originario della Russia, Larry, il giullare di classe, capace di trovare il coraggio di fare battute anche dopo essersi beccato un'insufficienza, Ashley, un'insulsa ragazza corteggiata da molti per via del suo seno prosperoso e della sua fama di ragazza facile, impegnata a fare un resoconto accurato della sua ultima tresca amorosa a Cindy, una bionda sempre sorridente che non sembrava avere alcuna qualità particolare, e infine Al, non particolarmente portato per lo studio ma considerato una vera promessa del violoncello. Fra tutti, Dimitri era quello con cui si sentiva più in sintonia. La pensavano allo stesso modo su molte cose. Se Nick era pazzo, Dimitri era giunto a un bivio, costretto a scegliere fra follia e normalità.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 25, 2015 ⏰

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