Meeting

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Il giorno successivo non avevo intenzione di andare a scuola, avrei rischiato di incrociare di nuovo lo sguardo di Jack e non volevo che questo potesse accadere.

Decisi di raggiungere il 'mio posto' per schiarirmi le idee, per staccare la spina dal mondo che mi circondava.
Camminai a lungo, passai per le strette strade sterrate della periferia di Los Angeles finché non raggiunsi la cima della collina dove era posta una panchina perennemente libera.

Da lì in cima si poteva ammirare la città dall'alto e sentirsi esternati dal mondo, non c'era niente di più bello.
Ma quella mattina la panchina era stranamente occupata, un ragazzo moro con occhi altrettanto scuri era seduto su di essa e guardava la grande metropoli sul mare. Ad un trattò notò la mia presenza e mi squadrò da capo a piedi per poi tornare a guardare gli immensi grattacieli.

"Posso?"

Gli chiesi riferendomi al posto libero al suo fianco.

"Fai come ti pare."

Simpatico il ragazzo.
Mi sedetti al suo fianco e misi le cuffiette nelle orecchie, la musica ed il panorama circostante mi rendevano particolarmente serena, mi sentivo in pace con il mondo e con me stessa, nonostante gli innumerevoli problemi dei giorni precedenti.
Ad un certo punto il ragazzo parlò, mi tolsi la musica dalle orecchie per capire cosa stesse dicendo.

"Come scusa?"

"Dicevo che da quassù non si vede la ruggine, la vernice scrostata, ma capisci che razza di posto è davvero. Vedi quanto è falso? Guarda tutti quei viottoli, quelle strade che girano su se stesse, quelle case che sono state costruite per cadere a pezzi."

"Siamo tutti stati creati per romperci prima o poi, nessuno rimane perennemente integro su questo mondo."

"Hai ragione, ma cosa ti porta in questo posto? C'è qualcosa che ti turba a tal punto da doverti rifugiare in cima a una collina per avere un attimo di tranquillità? Perché se è così, siamo in due."

"Il mio, ormai ex, fidanzato è andato a letto con due ragazze la scorsa notte e si, sto cercando un attimo di serenità. Avevo semplicemente bisogno di aria nuova."

Incominciai a parlare, era come se il ragazzo seduto al mio fianco lo conoscessi da sempre. Le parole scorrevano senza sosta, lui ascoltava, comprendeva quello che provavo.

"E tu? Hai qualche segreto che valga il mio tempo?"

Gli chiesi ed un sorriso apparve sul suo volto.

"Nascondo molte più cose di quelle che pensi, mi sono appena trasferito in città. Sono stato adottato quando ero ancora molto piccolo, non ricordo neppure il viso dei miei genitori biologici, ed ora sono qui, un nuovo capitolo della mia vita sta cominciando di nuovo."

"Deve essere difficile cominciare tutto da capo."

"Non sai quanto. Ora devo proprio scappare, ci si vede in giro. Ah quasi dimenticavo, il mio nome è Cameron."

"Emily, è stato un piacere."

Si voltò e incominciò a camminare per la discesa poco ripida della collina.
Cameron sarebbe stato sicuramente il nome di un ragazzo che non avrei dimenticato molto facilmente.

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Ciao a tutti!

Spero che questa storia vi piaccia, se è così vi invito a votare e commentare.

Grazie se stai leggendo questa fan fiction, per me significa molto.

Vi mando un abbraccio, al prossimo aggiornamento.

Ciao ciao

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 16, 2015 ⏰

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