Parte senza titolo 2

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-"Dani! Sei pronta? Rischiamo di arrivare in ritardo!"-

Lo ammetto, quelle pochissime volte in cui voglio tirarmi a lucido cimetto una vita, quella non era da meno. Per essere agosto si stavadivinamente, peccato che quella sera non avessi la minima voglia diuscire, mia madre aveva accettato un invito ad una stupidissimacommedia recitata da dilettanti, una di quelle cose che avrebberofatto strappare i capelli in testa a chiunque! Avrei preferitofingere di stare morendo e venire trasportata al pronto soccorsopiuttosto che quel genere di tortura, ma mio padre non aveva volutosentire ragioni ed io avrei dovuto accompagnare mamma e Celeste, unamia vecchissima amica, alla polisportiva del paesino dove abitiamo.Mi lanciai un occhiata allo specchio, scostandomi una ciocca dicapelli castani dalla fronte, erano sempre un casino, forse ancheperché non avevo mai seriamente preso in considerazione l'idea dipettinarmeli, ma quella sera mi facevo meno schifo del solito, cosastrana.

Sono una ragazza alta, supero quasi tutte le mie amiche di parecchicentimetri, e di certo non un fuscello, anche se ero riuscitafinalmente a perdere parecchi chili di troppo, cosa che avevofesteggiato con un abbuffata di fragole, da sempre la mia unicaossessione.

-"Danica!"-

La voce di mio padre mi fece sbuffare mentre mi rinfilavo gliocchiali sul naso, scendendo, sentendo la gonnellina corta che mi eromessa sfiorarmi leggera la pelle delle cosce, avevo optato per ilniente leggings, caso stranissimo. Lanciai un occhiata astiosaall'uomo che avevo di fronte, vedendo le sue labbra stendersi in unodei suoi ghignetti sarcastici, prima che mi sondasse sullo sguardo edinarcasse un sopracciglio nel vedere le gambe scoperte.

-"Stai bene."-

E chi lo conosce sa bene che è la sua versione al più umanamenteusato sei molto carina, ma se non ti vai a cambiare ti pedineròvestito da vecchio maniaco con impermeabile, in fondo rimanesempre mio padre, giusto?

-"Non è vero."-

Tipica discussione fra noi due, discussione che sarebbe andata per lelunghe se mia madre non avesse ben pensato di posarmi una mano sullaspalla e dargli la buona notte, trascinandomi poi fuori e scoppiandoa ridere.

-"Lo hai traumatizzato! Non è abituato a vederti in questamaniera!"-

-"Ma sto così male?"-

-"Assolutamente no. Però quella gonna troppo corta e la magliatroppo scollata, almeno a suo parere."-

Ridacchiai, incrociando gli occhi scuri come i miei di mia madre,continuando a chiacchierare mentre salivamo la salita che ci separavada casa di Cel.

Il paese dove abitiamo è dannatamente piccolo, siamo in due famiglieper tutto l'anno e circondati dal nulla. Quando mio padre decise diandare a vivere in un posto simile per me fu un trauma, mi separavodai pochi amici che avevo e non sapevo se li avrei mai rivisti, erastato difficile. Con l'andare del tempo i boschi divennero il mioluogo ideale, l'aria fresca, il nulla e le poche persone iniziaronoad entrambi nel cuore e piantai in quel piccolo posto sperduto nelnulla le mie radici, ma ci avrei messo ancora qualche tempo acapirlo.

Quella sera però era dannatamente piacevole anche per me, cosìquando vidi Celeste scendere da casa sua con un sorriso stampato involto ero certa che niente potesse rovinarmela.

Come molte volte nella mia vita mi sbagliavo.

Ma torniamo al punto in cui la mia amica scese. Era davvero carina, ipantaloncini corti che indossava mettevano in risalto le gambe benmodellate e magre, la magliettina rosa la faceva sembrare ancora piùbambolina di quello che era, i capelli castani, più chiari dei miei,erano legati in una coda corta che le dava l'effetto finale diadorabile peperino... peccato che non fosse facile sopportarla perlungo tempo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 26, 2015 ⏰

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