One

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La vita offriva in continuazione opportunità per morire. Le serviva su un piatto d'argento. Louis Tomlinson, però, non era interessato a concludere la sua esistenza. Non ancora, perlomeno.

Almeno questo era ciò che pensava mentre usciva dalla sua auto e, inspirando la puzza di fumo che si era diffusa in tutta l'area circostante, si avvicinava all'albero con cui si era appena scontrato.

Probabilmente aveva appena bruciato il radiatore, o rotto qualche bullone. Dannazione, non sapeva nulla di auto, e aveva probabilmente sparato due grandissime stronzate.

L'unica cosa di cui era certo, al momento, era di aver distrutto la parte anteriore della macchina.

La maledetta macchina di quello stronzo pelato e grasso a cui erano riusciti a rubarla, e che li aveva rincorsi con le verdure ancora in mano per una decina di metri, prima di arrendersi e chiamare la polizia.

Quello sì che era stato un gran bel colpo.

Ora avrebbero dovuto trovarne una nuova e, con la città piena di poliziotti a ogni angolo- il paesino in cui si trovavano adesso era in procinto di festeggiare il patrono- non sarebbe stato per niente facile. Sembrava che gli sarebbe toccato restare un po' di più in quel buco del mondo.

Harry glielo ripeteva sempre: doveva badare alla strada, e non al cellulare.

Ma, Dio, non era facile quando dovevi svolgere così tante mansioni! In più, quel vecchio Nokia si bloccava ogni due per tre, e risultava impossibile non togliere gli occhi dalla strada per controllarne lo stato.

Sarebbe potuto andare peggio, pensò Louis, mentre osservava i resti- stavolta ne era certo- dei fari.

Insomma, gli toccava tornare a piedi fino all'hotel, ma aveva percorso quella strada così tante volte che non si sarebbe certamente smarrito.

Fra tutte le disgrazie che gli erano capitate nel corso degli ultimi mesi- questa gli mancava ancora.

Era riuscito a perdere le chiavi della Toyota a Malaga, a rompere il cellulare di Harry all'entrata di un ostello della gioventù nella stessa città, e adesso si ritrovava senza auto.

Fortunatamente non riportava nessuna ferita e -cosa più importante- la radio all'interno dell'abitacolo trasmetteva ancora una canzone degli XTC.

Una magra consolazione, pensò il moro, mentre trascinava i piedi lungo la strada sterrata che costeggiava la statale.

Arrivò di fronte l'albergo solo al calar del buio e la scena che si trovò davanti non gli piacque per nulla.

Harry stava di fronte la porta dell'appartamento, con le braccia incrociate e un broncio sul viso per nulla rassicurante.

"Che succede, H?" domandò Louis, alzandosi in punta di piedi per riuscire a raggiungere la sua guancia e lasciargli un leggero bacio, ammorbidendo la sua espressione dura.

"La polizia. Ci sta cercando"

"Perché stai fuori, allora?"

"Mi preoccupavo per te. E poi hanno comunque un identikit sbagliato. Mi hanno ritratto magrolino e biondo, mentre tu hai la barba scura e i capelli cortissimi. O forse il contrario"

"Credo che avremo qualche problema ad andarcene, in questo caso. Avrei- per sbaglio, s'intende- fatto un incidente con l'auto e adesso a quanto pare siamo rimasti a piedi"

Harry scosse la testa rassegnato e si portò le mani sul volto, sbuffando rumorosamente, prima di scandire bene "Lo sai quanta sorveglianza c'è in questo periodo? Bene. Da questo istante ce ne sarà il doppio. Le probabilità per noi di rubare un'altra auto sono minime"

Blind || l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora