Risposi, e la solita voce mi accolse.
"Ciao Emma! Ti volevo chiedere, visto che nevica, dio quanto sono contento, ti andrebbe di fare a palle di neve con me e alcuni amici?"
"Oh si certo che mi andrebbe, quando passi?"
"Tra dieci minuti sono lì da te. Fatti trovare pronta altrimenti vengo con la gru e ti porto fuori".
Risi alla sua battuta e attaccai. Quel senso dell'umorismo ce l'aveva sempre avuto. Mi alzai dal letto per dirlo alla mamma, che acconsentì. Mi misi addosso dei pantaloni pesanti, una maglietta, una felpa e una giacca. Ora bisognava solo aspettare. Tirai fuori il mio libro preferito, iniziai a leggere. Quella storia mi coinvolse così tanto, quasi da non accorgermi, dieci minuti più tardi, che il campanello stesse suonando. Scesi di corsa le scale e immediatamente aprii la porta. Alla soglia mi apparve un Dylan sorridente e infreddolito, con un cappello di lana in testa e una palla di neve in mano. Avevo capito le sue intenzioni. Di corsa mi buttai fuori dalla porta per prendere anch'io una palla di neve, ma ormai quella di Dylan mi aveva già colpito in piena faccia, e un senso di freddo e gelo mi pervase il corpo. Mi girai per tirargliela di rimando, ma la palla finì su un diverso obbiettivo.
"Ahi!" Era Taylor,la mia amica dai tempi delle elementari. Lei conosceva tutto di me, e io tutto di lei. Eravamo come sorelle, fatta eccezione per il legame di sangue.
"Ehi Emma! Ciao!" Mi venne incontro.
Ora che ci pensavo era da tanto tempo che non la vedevo. Sarà stato un mese, o qualcosa di più o di meno.
"Taylor ciaoo!!!" Ero contenta di vederla, e tirarle una palla di neve era il miglior modo di rincontrarci.
"Emma come stai?"
"Tutto apposto grazie. Scusa se ti ho tirato la palla, era indirizzata a Dylan, ma fa niente, prima o poi ti avrei presa" dissi con espressione furba.
Taylor era una ragazza bellissima, con i suoi capelli neri che scendevano boccolosi lungo la schiena, gli occhi verdi che risaltavano su un visino delicato. Non era raro che molto spesso attirasse ragazzi, a volte anche più grandi di lei stessa. Non bisognava sorprendersi. In confronto a lei, la mia autostima precipitava sotto terra. Mi avevano detto spesso che ero una bella ragazza, ma a volte mi guardavo allo specchio, e pensavo che non ero un granché. Avevo i capelli di lunghezza media, occhi grandi e marroni-verdi, labbra carnose, ero alta e magra.
Ma avevo due amici eccezionali, che ci sarebbero sempre stati. Volevo un bene dell'anima ad entrambi, e a volte mi chiedevo perché una qualche persona lassù mi avesse dato queste due persone nella mia vita. Mai li avrei ringraziati abbastanza.
"Ehi Emma, hai mancato il bersaglio eh?!"
Era Dylan, con un sorriso a trentadue denti, che fece sorridere anche me.
"Guarda sta certo che oggi tornerai a casa tutto bagnato."
"Come no Emma, come no!" Disse ridendo.
A quel punto mi abbassai per prendere una palla di neve, e con un movimento rapido gliela lanciai in pieno petto.
La sua espressione stupita si trasformò subito in un ghigno divertito di vendetta.
"Emma, ti conviene scappare sai?"
"Dylan, mi sa che ti conviene scappare anche a te."
Iniziammo così a rincorrerci per prenderci. Per la foga scivolai, e scoppiai in una risata fragorosa, accompagnata da Dylan e Taylor.
Passata un'oretta, decidemmo di andare tutti e tre a casa di Taylor.
Taylor apparteneva ad una famiglia benestante. Bastava guardare la sua casa per capirlo.
Ero cresciuta in quella villa. Da piccola, a giorni alterni, andavo a casa sua. Quanto ci divertivamo. Eravamo bambine così spensierate, senza mille problemi e ansie in mente. Verso le cinque la mamma di Taylor ci preparava la merenda, e per noi era sempre un'occasione speciale.
Entrai in casa di Taylor. Salimmo al secondo piano, nella sua camera, e accendemmo lo stereo. Inizió a cantare Adam Levine, con One more Night.
"Dunque, la sapete l'ultima?"
Io e Dylan spostammo l'attenzione su Taylor.
Dai nostri sguardi interrogativi che le indirizzammo, subito capì che non eravamo aggiornati sui nuovi gossip.
"Pare che Daniel si sia messo con Margaret."
Non c'era da stupirsi. Quei due si andavano dietro da non so quanto tempo, forse quattro, cinque anni. Era un sollievo che si fossero messi insieme. Daniel e Margaret erano nostri amici. Erano persone carine e di rispetto.
"Sono contenta che si siano messi insieme, si vede che si piacciono tanto" dissi.
Guardai l'orologio. Le otto meno dieci.
Cavolo, le otto meno dieci! Era tardissimo, tra dieci minuti avremmo mangiato!
"Scusa Taylor, io devo assolutamente andare, è tardi."
Sul viso di Taylor comparve un'espressione triste, ma venne subito sostituita da un bel sorriso.
"Ok ciao Emma, alla prossima volta."
Mi alzai dal letto, e così fece anche Dylan.
"Aspetta ti accompagno, anche io devo andare."
Meno male, ero contenta, mi sarebbe dispiaciuto fare l'intera strada da sola. Con Dylan sarebbe stato tutto più divertente.
Uscimmo da casa di Taylor. Iniziammo a parlare del più e del meno, degli argomenti più futili.
Arrivai davanti alla porta di casa.
"Grazie Dylan di avermi accompagnata a casa, mi sono molto divertita oggi."
Lo abbracciai, lo salutai, ed entrai in casa, pronta per farmi una bella doccia calda.
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Una bellissima menzogna
RomanceQuesta è la storia di Emma e Dylan, migliori amici dai tempi delle medie. Tra di essi vi è un immenso legame di affetto, un qualcosa che va oltre la normale e semplice amicizia. I due sono così speciali insieme, così perfetti, da non poter non esser...