-'Vedrete ragazzi, vi troverete bene'- disse mio padre non appena ci siamo trasferiti nella nuova città, Londra. Certo, vi troverete bene un corno. Sono appena due mesi che viviamo qui e non ne posso già più: volevo tornare nella mia vecchia città e rivolevo i miei vecchi amici. Vivo solamente con mio padre e i miei due fratelli. All'età di quattordici anni ho perso mia madre in un incidente, da allora mio papà non è stato lo stesso: era meno presente poichè lavorava per mantenerci e di conseguenza la sera era troppo stanco per chiederci come fosse andata a scuola o se avessimo fatto i compiti, a quel punto io e i miei fratelli non ci facevamo nemmeno più caso. Quando mi sono trasferita qui ho avuto problemi per i primi tempi, ero timida, non parlavo con nessuno e tenevo sempre lo sguardo basso, pensavo che stavo bene da sola e che non avevo bisogno di nessuno. Ma non era così, ne avevo bisogno eccome solo che non volevo ammetterlo. Un giorno mi ero stancata di stare da sola, mi mancavano i miei vecchi amici certo, ma dovevo farmene di nuovi, così un giorno pensai che la cosa più opportuna da fare era cercarsi una compagna di banco, ed è proprio quello che feci
-'Ronnie, mi stai ascoltando?'- chiese Beverly, la mia migliore amica -'sai, sarebbe carino da parte tua se mi ascoltassi almeno una volta'-
-'Ti stavo ascoltando invece Beverly, non farne un dramma'- mentii
-'Si e io sono Obama'- roteò gli occhi e io ridacchiai -'okay, stavo dicendo. Magari oggi potresti venire a pranzare da me, in modo che questo pomeriggio potremmo andare al centro commerciale. Che ne dici?'- scarabocchiò qualcosa sul quaderno che aveva davanti
-'Si, non appena avremo l'ora buca chiamerò mio padre'- disse terminando la conversazione e ritornando ad ascoltare poco interessata la lezione di biologia.
Stringevo in una mano il bicchiere di Starbucks contenente il mio frullato al cioccolato, mentre nell'altra stringevo le buste contenti le mie compere
-'Hai davvero bisogno di tutte quelle cose che hai comprato?'- risi guardando Beverly che beveva il suo frullato a vaniglia, mi guardò sgranando gli occhi
-'Ovvio che è così. Ho un appuntamento questo sabato, e avevo bisogno di nuove cose da indossare'- fece spallucce
-'Messaggio ricevuto. Quindi, sabato sarà la serata in cui si vedrà se avrai una storia seria oppure no, giusto?'- chiesi gettando nel cestino dei rifiuti il bicchiere ormai vuoto
-'Più o meno si. Voglio dire, sono tre mesi che io e Jeremy ci frequentiamo, credo sia arrivato il momento di far diventare la cosa seria'- disse estraendo dalla tasca dei jeans il cellulare -'merda. Ronnie io devo tornare, si sta facendo tardi'-
-'Devo tornare anche io, Chris avrà sicuramente bisogno di una mano per i compiti'- feci spallucce. Entrambe ci dirigemmo fuori dal centro commerciale, aspettammo per svariati minuti l'autobus che ci avrebbe riportate a casa. Salutai Beverly con un bacio veloce sulla guancia, successivamente recuperai le cuffie dallo zainetto e le collegai al cellulare facendo partire la musica. Scesi alla fermata non poco distante dalla mia nuova casa, percorsi il breve tratto a piedi fino ad arrivare di fronte alla porta di casa. Presi le chiavi dalla tasca e le infilai nella toppa e aprii la porta chiudendola alle mie spalle una volta entrata, posai le chiavi sul mobiletto all'entrata e sfilai le scarpe lasciandole vicino l'appendi abiti
-'Sono a casa'- gridai, lanciando lo zaino sul divano insieme alle buste con le compere. Entrai in cucina dove vi trovai Aaron e Chris seduti a tavola -'ehi ragazzi'- salutai i miei frstelli prendendo un bicchiere dal mobile e riempirlo con del succo
-'Fatto compere?'- chiese Aaron con gli occhi incollati al cellulare, spostò qualche ciocca di capelli scuri dalla fronte e riprese a giocare
-'Si, vedessi Beverly quanta roba ha comprato'- risi, mi sedetti anche io al tavolo vicino a Chris impegnato a fare i compiti, aggiustai gli occhiali neri sul ponte del naso prima di controllare gli altri compiti di Chris
-'Ronnie, appena ho finito i compiti posso guardare i cartoni?'- mi chiese Chris con voce piccola, sorrisi e gli scompigliai i capelli scuri, somigliava molto alla mamma: i capelli folti e scuri, gli occhi castani e il naso piccolo. Mi ricordava tantissimo lei. A differenza di me e Aaron, noi somigliamavamo a mio papà, è da lui che ho ereditato gli occhi chiari.
-'Certo che puoi'- dissi posando poi il quaderno sul tavolo -'Come è andata oggi Aaron?'- chiesi a mio fratello maggiore, avevamo solamente due anni di differenza
-'Come al solito. Credo che entrerò a far parte della squadra di basket'- fece spallucce bloccando il cellulare e poi lo posò sul tavolo
-'È grandioso'- sorrisi a trentadue dentri e Aaron ricambiò. Giocavo distrattamente con il ciondolo che portavo al collo, guardavo Chris che portava il conto con le dita dei calcoli che stava facendo. Mezz'ora più tardi, Chris stava in salotto a guardare i cartoni, Aaron si era chiuso in camera sua, da quando ci siamo trasferiti parliamo molto di meno. Sospirai pesantemente mentre guardavo i cartoni animani insieme a Chris, sentimmo chiudere la porta di casa, mio fratello alzò la testa dalle mie gambe e andare incontro a mio papà, lo prese in braccio e gli diede un bacio sulla tempia, lo posò spoco dopo a terra e sistemò poi la giacca sull'appendiabiti, si avvicinò al divano e mi diede un bacio veloce sulla testa
-'Preparo la cena'- dissi alzandomi dal divano lasciando spazio a mio padre.
Dopo cena, Chris aveva insistito per stare in camera con me, era una cosa che faceva spesso ultimamente diceva che gli piaceva vedermi studiare oppure semplicemente gli piaceva passare del tempo con me, la televisione trasmetteva ancora i cartoni animati ma Chris dormiva abbracciato ad un cuscino. Mi alzai dalla sedia e lo presi in braccio, uscii dalla mia stanza e andai in quella affianco dove vi era quella di Chris
-'Dorme come un sasso'- disse Aaron uscendo dalla sua stanza -'faccio io'- continuò, prese Chris in braccio e mi seguì nella sua stanza, scostai le coperte e lasciai che Aaron lo mettesse a letto e poi gli sistemai le coperte per non fargli prendere freddo, gli accarezzai i capelli e gli lasciai un bacio sulla fronte, Aaron mi imitò e insieme uscimmo dalla stanza socchiudendo la porta
-'Ronnie'- mi chiamò mio fratello, mi girai verso di lui -'mi ricordi tanto la mamma sai'- disse avvicinandosi alla mia porta con le braccia incrociate -'sarebbe molto fiera di te'-
-'Sarebbe molto fiera anche di te Aaron'- gli dissi
-'Già.. volevo solo che lo sapessi'- disse poi facendo spallucce
-'Ho notato'- risi contagiando anche lui -'Ti voglio bene stupido'- dissi facendogli la linguaccia
-'Lo so, ti voglio bene anche io'-
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BLUE| Niall Horan
FanfictionIl rosso è il colore che più comunemente attribuiamo all'amore. Perché l'amore è passione, l'amore è tenerci a qualcuno più di te stessa. E se all'amore attribuissimo il celeste e tutte le sue sfumature? Il celeste può ricordare il cielo, o il mare...