" Ita amare oportere,ut si aliquando esset osurus".
"Bisogna volere bene,
come se un giorno si dovesse arrivare ad odiare."
Cicerone,de amicitia.Sono ancora stesa a terra.Sento la terra umida sotto le mie mani.Un piccolo ciuffo d'erba verde è stretto fra le mie dita.Ho bisogno di qualcosa a cui aggrapparmi.Anche due esili fili d'erba possono darmi un po' di conforto.Sono sola,sola con la morte che sento vicina.Un forte odore ferroso impregna il mio naso.Non ho bisogno di vederlo per capire di cosa si tratta.E' sangue.Il mio sangue.Il sangue dell'innocente.Il sangue della prescelta.
Il mio respiro è debole e irregolare.Sento che l'unico legame che ho,ancora,con la vita è la paura.Resto incollata a terra,la faccia schiacciata sul terriccio umido e freddo.Il freddo invade la mia carne e un forte fremito scuote le mie membra.Vorrei essere immobile,restare nell'ombra,camuffarmi in una morte apparente.Ma il tremore mi fa perdere questo vantaggio.Sento dei passi e ancora quell'orrendo suono sibilante.
Penetra nelle mie orecchie con violenza.E' l'orrendo messaggero della morte che nulla lascia al caso.La morte della prescelta non può essere un evento casuale.Tutto era già scritto.Era scritto il giorno della mia nascita,il giorno della mia morte,il giorno in cui ho trovato per caso quel disgraziatissimo libro perduto.Non è passato poi così tanto tempo.Maledetto quel pomeriggio piovoso passato alla scrivania.Quel pomeriggio passato a rileggere le sue lettere,a rivedere le nostre foto.Maledetta la scrivania di noce che tanto ha amato e che tanto mi ha tolto.
Stavo rimettendo l'album delle foto nel cassetto.Quando mi cadde l'anello dall'anulare,lo stesso anello che lui mi aveva regalato per il mio ultimo compleanno.Cadde dentro,nel cassetto.Non fece un rumore normale.C'era qualcosa di strano nel suono che aveva provocato.Come se il cassetto fosse vuoto.Come se il fondo del cassetto lo fosse.Non mi sembrò normale dato che la scrivania era di legno pesante.Maledetta curiosità.
Rimisi l'anello di onice al dito.Mi guardai attorno.Presi il tagliacarte che avevo usato per aprire la corrispondenza.Con esso feci leva per sollevare il fondo,che con mio grande stupore,si alzò.Riuscii a toglierlo e a scoprire cosa realmente ci fosse nel cassetto.
Quasi non si notava,un piccolo libro nero di pelle invecchiata.Lo portai al naso,lo annusai.Sapeva di antico e aveva uno strano odore ferroso che mi invase il naso.Credetti ci fosse qualche parte arruginita.Non che fosse normale trovare della ruggine su un libro.Ma chissà,in passato,poteva essere stato a contatto con qualche oggetto di ferro.Così lo voltai e rivoltai senza capire da dove venisse quel forte odore.Cercai nel cassetto ma non vi trovai nient'altro.
Lo aprii.Ma le pagine erano tutte in bianco.Pensai fosse una vecchia agenda lasciata a marcire,dimenticata.Controllai le ultime pagine,ma la carta mi tagliò l'indice.Un piccolo taglio che provocò una misera gocciolina di sangue.La goccia di sangue però si staccò prima che io la potessi portare alla bocca.Cadde sulle pagine bianche del libro.Ma non formò alcuna macchia.Il sangue,invece,si sparse e iniziò a generare tante lettere.Tante parole a me incomprensibili.Spaventata gettai il libro nel cassetto e lo richiusi.Mi alzai dalla sedia.Tenevo l'indice in bocca per non far colare altro sangue.
Camminavo su e giù per la stanza.Di sfuggita vidi che la pioggia aveva cessato di cadere.La tempesta dentro di me,però,imperversava furiosa.Avevo timore di quel libro,dello strano fenomeno avvenuto davanti ai miei occhi.Eppure ne ero anche inspiegabilmente attratta.Come colui che decide di avvicinarsi ad una rupe,per ammirare meglio il paesaggio,ma che non riesce a negarsi il brivido di sporgersi e guardare giù.Dentro di me rodevo dalla curiosità.Non potevo non sapere,non vedere.Mi dissi che poteva essere appartenuto a lui...E quello mi bastò per convincermi.Quello fu il mio sguardo nel vuoto.Ma probabilmente persi l'equilibrio e caddi in una spirale d'azioni che non dipendevano più da me.Caddi nell'oblio di un futuro che non mi apparteneva più.Un futuro già scritto...
Feci un respiro profondo,mi sedetti alla scrivania,aprii il cassetto.E di nuovo il forte odore ferroso.Presi il libricino.Lo aprii.Nella prima pagina lessi il suo nome e qualcosa che mi fece male.La paura e la delusione stavano diventanto un mix confuso e potenzialmente letale.Come veleno stava invadendo il mio corpo e infettando i nostri dolci ricordi.
Lessi questo.Jordan Carson ufficiante
Marla Rose Irwin vittima sacrificale
Sia dato alla morte ciò che è stato scelto dalla vita.Che il sangue lavi il peccato e riporti in auge lo splendore decaduto.
Accanto al nome del mio Jordan,l'uomo che ho amato per tre anni,c'era una ciocca di capelli.I suoi bellissimi capelli castani dai riflessi dorati.Li ho riconosciuti.Li ho accarezzati e Dio quanto mi mancava quella sensazione.
E appena sotto al mio nome...vi era un piccolo fagottino di seta rossa,legato da una piccola ciocca di capelli.Miei.Non avevo dubbi al riguardo.Lo aprii e sulla mia mano cadde un dente.Mio anch'esso.Sapevo benissimo in quale occasione l'avevo perduto.L'aggressione...Provai a leggere ancora,ma il resto non lo compresi.Vi erano schemi,simboli di natura molto dubbia e molte,molte,parole latine.L'unica che riconobbi fu mors.Mi bastò.
Non volli sapere altro.Gettai il libro nel cassetto e lo richiusi.
Avevo chiuso con quel libro perduto e dimenticato.Ma il libro aveva finito con me?
In fondo il libro era davvero stato perso?O il libro aveva trovato me?
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Il Percorso Dell'edera
Short StoryRitrovare un libro dimenticato può essere un bel diversivo per un pomeriggio piovoso. Ma se il tuo cuore piange ancora lacrime di sangue,saprai reggere a quello che ti sta per accadere? Ma che importanza ha ormai? Tutto è già stato scritto, lo hai s...