Quando tutto ebbe inizio

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- Melanie, è l'ora del bagno! - disse la madre da dietro la porta.

- Uffa, mamma. Altri cinque minuti. - rispose la bambina seccata.

- Non fare storie e vieni a lavarti. - controbatté la donna.

Melanie si alzò dal tappeto della sua stanza e, sbuffando, si diresse verso la porta, lasciando per terra, in disordine, i giocattoli con i quali stava giocando. Uscì la porta e, come da manuale, sua madre era già nel bagno ad aspettarla.

Una volta raggiunta la donna, la bambina si spogliò e si immerse nell'acqua calda e profumata della vasca.

- Sono stanca di sentirti fare storie ogni volta. - le disse mentre la lavava.

- Ma mamma, stavo giocando. - disse Melanie dispiaciuta.

La madre le sorrise e, a quel sorriso, la bambina fece lo stesso.

Le urla di suo padre e rumori violenti, smorzano quel momento.

L'espressione della donna era accigliata e preoccupata, non appena udì quei suoni.

- Melanie, resta qui e non ti muovere, ok? Torno subito.

La piccola annuì e rimase sola nella vasca, fissando la madre uscire e chiudere la porta.

Melanie rimase in silenzio ad ascoltare. Sentiva la madre urlare e strane voci profonde ribattere parole incomprensibili a causa della distanza fra le stanze. Iniziò a spaventarsi.

Passarono i minuti, finché le grida non si spensero del tutto, lasciando spazio a rumori di mobili ed oggetti che venivano distrutti.

L'acqua della vasca ormai si era freddata, quindi, decise di uscire. Si asciugò e si mise il cambio di vestiti puliti che le aveva lasciato la madre.

Facendo attenzione a non fare rumore, uscì dal bagno e, con passo felpato, scese le scale dirigendosi verso il salotto.

Non finì di scenderle che si bloccò. Due uomini, vestiti di nero e col passamontagna, frugavano in giro.

Abbassò lo sguardo, fu un grosso errore.

Una grande quantità di sangue bagnava il pavimento ed i corpi dei suoi genitori giacevano inermi su di esso.

D'istinto si mise le mani davanti alla bocca, trattenendo, con tutte le sue forze, un urlo. Tuttavia, un miagolio le uscì, abbastanza da farsi udire dai due estranei.

- Cos'è stato? - disse uno.

A quelle parole, la paura si impossessò di Melanie ed ella si paralizzò.

Uno dei due uomini le si trovò di fronte e tutto ciò che vide la bambina di lui, furono due occhi malvagi di una sagoma nera.

L'uomo mise un piede sullo scalino e, a quel movimento, Melanie scattò. Incominciò a correre e, poco prima di essere raggiunta, si diresse nel bagno chiudendosi a chiave.

- Apri la porta! - le urlò l'uomo bussando con forti pugni.

La piccola si nascose in un angolo a piangere, non sarebbe mai riuscita a fuggire.

Il secondo uomo arrivò e i due iniziarono a sfondare la porta. Melanie incominciò a pregare.

La porta venne sfondata e la bambina si rannicchiò, tremando sempre più forte. I due, guardandola, risero.

- Sarà divertente! - disse uno con un entusiasmo psicopatico.

Le si avvicinò e, tirandola per i capelli, le immerse il viso nell'acqua della vasca.

La bambina si dimenava ma i sui sforzi erano vani.

L'uomo si divertiva, rideva di gusto mentre affogava Melanie.

- Fermati! Ho un'idea. - ordinò l'altro.

Le tirò fuori la testa dall'acqua e la bambina riprese fiato affaticata.

Quello che aveva ordinato all'altro di fermarsi, si diresse verso la finestra e strappò la corda che teneva la tenda legata. Se la rigirò fra le mani e dopo alcuni nodi ne ricavò un cappio.

Melanie era bloccata, non poteva muoversi e mentre uno dei due la teneva ferma, l'altro le mise la corda intorno al collo e la strinse.

Appesero il piccolo corpo della bambina al lampadario, davanti allo specchio. Melanie vide il suo corpo penzolante che lentamente perdeva vita.

Il suo ultimo pensiero fu "Non voglio morire".

Quella notte, la Morte fece visita a quella casa. Si portò via le due anime spente dai corpi freddi dei genitori. Una volta giunta nel bagno, si fermò ad osservare.

Il corpo appeso della bambina era illuminato dalla luce lunare che filtrava dalla finestra. I suoi occhi erano socchiusi e lacrime asciutte le rigavano il dolce viso.

Una frase non cessava di echeggiare nella piccola stanza:

Non voglio morire.

La Morte udì quella frase più e più volte e provò un sentimento che in rari casi provava: la compassione.

Staccò una piuma dalle sue possenti e corvine ali e la poggiò sulla testa della piccola.

Il riflesso della bambina cambiò, il suo viso assunse un'espressione maligna.

Quando Melanie si risvegliò, era stesa per terra. Giaceva sui cocci dello specchio rotto.

La Ragazza nello SpecchioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora