La Morte sospirò

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Successivamente a quella tragica sera, la bambina venne presa in custodia dai suoi nonni.

Gli assassini vennero arrestati due anni dopo e il caso si chiuse definitivamente.

Il tempo passò e Melanie crebbe. Raggiunti i tredici anni, la morte dei genitori divenne solo un terribile ricordo che popolava i suoi incubi.

Tuttavia, la sua vita non proseguì tranquilla. Spesso, pensieri maligni e carichi di orrore si impadronivano di lei facendola impazzire. Non era una novità, infatti, che a volte mostrasse segni di squilibrio.

Col tempo la ragazzina venne obbligata ad assumere farmaci, ma fu del tutto inutile. Non era la sua mente la radice del problema, ma come potevano dei semplici umani capirlo?

Ed è proprio così che il tempo passò.

In una sera carica di gelo invernale, Melanie fece ritorno a casa, stanca della giornata trascorsa. I nonni la salutarono calorosamente com'erano soliti a fare e dopo quel momento di affetto, decise di andarsi a fare una doccia per poi cenare insieme a loro.

L'acqua calda che le scorreva sulla pelle la rilassava e la calmava allo stesso tempo, come se qualsiasi paura o pensiero non potesse raggiungerla oltre quel sottile strato di acqua. Ma quella soave tranquillità cessò nel momento stesso in cui chiuse il getto.

Uscì dalla doccia e si avvolse in un morbido accappatoio, si avvicinò allo specchio che però era appannato dal vapore dell'acqua calda. Con movimenti circolari, passò la mano su di esso e quando questo si schiarì per poco non urlò.

Il suo riflesso era terrificante, gli occhi erano quelli di un demone ed un sorriso contorto era stampato su quel viso maligno.

Provò a mantenere la calma e a non farsi prendere dal panico, ma fu inutile quando esso parlò.

- Come stai, Melanie? - per poi scemare in una fragorosa ed agghiacciante risata.

Terrorizzata, uscì di corsa dal bagno e chiamò gridando i nonni, ma questi non le rispondevano. 

Girò tutta la casa, sembravano essere spariti nel nulla.

- Che c'è Melanie? Hai paura?- disse una voce la cui fonte era ignota.

- Si... Ho paura. - rispose sussurrando, trovando un'insana calma.

- Non puoi fuggire. - le disse con tono beffardo.

A questo punto, Melanie gridò, urlò con tutta la forza che aveva in corpo fino a sentire la sua gola bruciare come il fuoco.

Tutto si spense, era notte fonda e lei giaceva immobile dinanzi alla finestra della sua stanza. Fissava, persa in quello sguardo, la luna. La stessa luna che sembrò ridarle la vita alcuni anni prima, ma lei non sapeva di star vivendo una vita dannata.

Si alzò e si vestì, girando nuovamente per casa ritrovò i nonni nel letto a dormire. Priva di ogni pensiero razionale, andò in cucina e si armò di un grande e affilato coltello.

Quella notte fu animata da un terribile omicidio, il secondo nella vita di quella povera ragazzina.

Quando la morte si presentò, per raccogliere le povere anime di quei due amorevoli nonni, sospirò.

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