!!!!!! ---> La notifica arriva come aggiornamento, ma vedrete che è completamente diverso da come lo avevo pubblicato 3 anni fa! E si! Sono tornata! :D
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Brooklyn, NYC - 23 Agosto 2012
Con le mani in tasca nella giacca di pelle che rifiutavo di levarmi anche con i bollentissimi 28 gradi di una mattina di New York, girai l'angolo e intravidi il superercato che avevo cercato giorni fa su google ancora prima di trasferirmi (non giudicate, una ragazza deve sempre essere preparata).
Pochi minuti più tardi mi ritrovai con le borse piene di cibo e merce varia, in fila ad aspettare il mio turno alla cassa. Il negozietto non era uno di quei supermarket stratosferici dove le mamme sprint americane vanno a fare la spesa e riempiono carrelli giganti di roba. Questo era più uno di quei negozi di alimentari di quartiere che aveva solo l'essenziale, proprio come piaceva a me.
«Prego» I miei pensieri furono interrotti dalla ragazza alla cassa che mi faceva gesto di poggiare le mie borse sul banco. Mentre 'Emily' così diceva la targhetta sul suo petto passava tutti i prodotti, mi lascai distrarre un attimo, ma la mia attenzione ritornò nello stesso istante in cui la campanella della porta risuonò all'entrata di un nuovo cliente. Mi girai in quella direzione per una frazione di secondo, per poi ritornare a guardare Emily, venendo assalita dalla strana sensazione di aver già visto quella persona. Per non destare troppo nell'occhio ed essere inquadrata come 'quella stramba' della situazione, dopo neppure 10 minuti in un negozio, decisi di spiarlo tramite il suo riflesso nello specchietto che la cassiera aveva attaccato alle sue spalle. Quello che solitamente veniva ulitizzato per vedere i vari shippatori anche quando la cassiera era girata. Non sapevo per certo di averlo mai incontrato, ma qualcosa mi diceva che l'avevo già visto, e di solito l'istinto non sbaglia mai. O sbaglia solo quando segui il tuo istinto e poi finisci per fare figure del cavolo con Shane Coleman.
Ma il tizio appena entrato non era per certo Shane Coleman e la sensazione di essere seguita ed osservata era talmente forte che tentai la sorte e sgattaiolai fuori dal negozio, proprio mentre qualcun'altro stava entrando. Cercai di utilizzare tutti gli escamotage possibili per mimetizzarmi tra la folla.
Prosegui sulla strada principale, dove, a pochi metri di distanza da dove mi trovavo, vi era l'entrata di un parco pubblico. Entrai dai cancelli di metallo massiccio e dopo aver persorso un piccolo sentiero, mi sedetti su una delle piccole panchine in osservazione. Nessun segno dell'uomo di poco prima. Il che potrebbe anche non essere dovuto per forza alle mie innate capacità di depistaggio, ma dal fatto che quel poveraccio fosse semplicemente un estraneo. Nonostante ciò, decisi di pensare a me stessa e concludere con il fatto che, alla fine, tutti quegli anni passati ad evitare e nascondermi dai bodyguard della sorveglianza di mio padre stavano dando i loro frutti.
Con l'adrenalina e la felicità ancora in corpo mi misi a sorridere senza motivo, forse un po per sdrammatizzare il precedente momento di paranoia, il quale, ripensandoci meglio, poteva essere stata solamente una conincidenza e di conseguenza la mia reazione leggermente esagerata. Ma non lo saprò mai giusto?
Proprio mentre mi passava davanti un ragazzo alto ed estremamente carino (capelli neri mossi, spalle larghe... eeeh), mi scappò una risata ripensando alla mia stupidità di prima, al che lui si girò a guardarmi e mi sorrise. Avrei potuto avere la bava alla bocca se mi fossi soffermata bene a fissarlo, se non fosse stato per il fatto che odiavo quando gli sconosciuti mi vedevano per come ero realmente, seppur belli. Quindi la mia faccia si incupì e lo guardai di traverso come per dire ''Che voui?!''. Non proprio la miglior impressione che si possa fare ad una persona, ma che ci posso fare, sono fatta così. Sono sempre stata abituata ad essere riservata. Con un padre senatore, ogni qualsiasi tua azione viene osservata. Devi essere sempre sull'attenti. Le telecamere sono sempre posizionate su di te, ed io non sono mai stata una ragazza di scena. Essere al centro dell'attenzione non è mai stato il mio forte.
Quando sei la figlia di un senatore e vivi in una piccola cittadina, ti ritrovi sempre al centro dell'attenzione. Le conversazioni volgono sempre su di te; hai gli occhi di tutti quanti addosso, e certe volte, vorresti solo scomparire.
Quando vivi in una piccola città, sei sulla bocca di tutti, quando passi per strada, i volti si girano, gli occhi si soffermano a guardarti e i bisbigli crescono.
Vorresti essere una persona comune, un'anonima ragazza che si chiama come lo stato da cui proviene. Niente di più, niente di meno. Vorresti essere invisibile, ma non puoi, perché la realtà è diversa. E così, quando arriva l'opportunità di potersi trasferire in una grande città, a New York, una città che è piena di celebrità, una città così dinamica che non ha neppure il tempo di capire dove abbia visto quel volto che così tanto gli pare famigliare, tu la cogli al volo.
Quando vivi in una grande città, tutti sono concentrati sulla loro vita, nessuno ti nota e passi inosservata, come se fossi solamente un'altra nuova studentessa appena arrivata in città. Hai gli occhi di tutti addosso, ma al contempo non ne hai di nessuno.
In America, esistono solo due tipi di famosi: i famosi di Hollywood, e i famosi di Washington. Ma a New York, non c'è spazio per entrambi. La grande mela preferisce le star del grande schermo, e per questa mancanza di intelligenza, opinione e alta superficialità, sarò sempre grata. L'ignoranza a volte è a beneficio di alcuni, anche se a scapito di altri.
Sollevata. Ecco come mi sentivo oggi. Decisamente sollevata.
Me ne andai gironzolando per le strade di una New York che non sembrava mai essere desolata. Dopotutto non era chiamata ''la città che non dorme mai'' senza motivo.
E se state pensando a quanto sia pericoloso girare da sole in una grande città, allora non avete mai girato da soli nei campi desolati del North Dakota, dove 9 volte su 10 vieni scambiato per una preda e un cacciatore a momenti non ti fa fuori. Fortunatamente qui il tasso di probabilità di essere scambiati per un cerbiatto è pari a zero, anche se New York ancora non mi aveva rivelato il suo lato oscuro, ero certa ne avesse uno, dopotutto ogni luogo ha il proprio. Nulla è bianco e candido come sembra, anche la neve, a volte, nasconde insidie (Chiedetelo al Signor Riley).
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A 100 Faces
Mystery / ThrillerDakota ha sempre sognato la libertà, e quando finalmente ha la possibilità di trasferirsi in una nuova città e iniziare il college, lontana dalla famiglia e insieme all'amica del cuore, non se lo fa ripetere. Non poteva chiedere di meglio giusto? Tu...